Sul tema della comunicazione digitale a che punto sono le aziende italiane del comparto food? La risposta viene dalla survey sviluppata da Soluzione Group che ha coinvolto oltre 150 imprese italiane del settore alimentare con 10 miliardi di euro di fatturato aggregato. Il primo dato emerso da questa indagine presentata lo scorso 13 giugno al campus di Talent Garden Calabiana è che per il 67% del campione, l’utilizzo dell’online è frutto di un lavoro strategico continuativo, ormai integrato all’attività di marketing globale e non limitato alle singole campagne a supporto di prodotti ed eventi. A definire questa strategia è nel 60% dei casi il Responsabile Marketing e ciò dimostra quanto il peso del digital abbia ormai una propria valenza specifica. Ancora poco utilizzata invece la figura del Digital Marketing Specialist (8%), probabilmente in vista del fatto che ben il 58% delle aziende food intervistate si affidano ad agenzie specializzate in web & social marketing, le migliori alleate per chi intende interagire con pubblici considerati interessanti da un punto di vista business. E se di business si parla, gli investimenti in fatto di comunicazione oggi sono consistenti oppure mirati: la via di mezzo non è più presa in considerazione. Le aziende food si dividono, infatti, tra chi cerca di sfruttare le risorse in progetti dedicati e chi, invece, ci crede tantissimo e mette a disposizione anche più del 10% del budget esclusivamente per la comunicazione digital. Tra i più all’avanguardia in questo senso è la categoria di “carne e insaccati”, mentre a risultare la più “pigra” è quella degli snack, che concede l’1-3% per attività ormai considerate d’obbligo. In ogni caso, l’intento per circa l’80% del campione è raggiungere gli obiettivi prefissati, a conferma che a monte vi è sempre una strategia, unico strumento per cogliere realmente risultati e nuove opportunità.
Ricette di strategia digital? SOS ingredienti mancanti
Quali sono i canali di comunicazione digitale che più rientrano nella strategia delle aziende food? Il panorama è molto variegato, ma dalla survey emerge come, nonostante YouTube sia la piattaforma social più attiva in Italia, solo il 28% dichiara di utilizzare video marketing. Grande assente anche il Social Listening, attività volta a tracciare le conversazioni online attorno al brand. Ascoltare quello che i consumatori dicono è un’ottima opportunità per decifrare trend e modelli di comportamento, così come per costruire e gestire una positiva brand reputation. Perché allora non sfruttarla? Solo il 6% ne fa uso all’interno della propria strategia digitale. A mancare tra i social network attualmente più utilizzati anche la componente della messaggistica, in particolare WhatsApp Business, che permette di chattare direttamente con il cliente. Forse, le aziende stanno aspettando qualcuno del settore pronto ad “assaggiare” questo trend? Questo perché, oltre alle attività ormai considerate “must” (sito, social, ads ecc.) più aumenta il budget destinato alla comunicazione digitale più l’azienda adotta un approccio multicanale e multi-strumento.
Menù del giorno: materie prime, filiera e Brand Reputation
Tra gli argomenti top che le aziende amano raccontare all’interno dei propri storytelling c’è sicuramente un ritorno alla cultura autentica di cucinare e mangiare, l’arte pura di valorizzare ciò che può regalare la terra attraverso la qualità delle materie prime provenienti da una filiera sempre più controllata e certificata. Queste sono le tematiche d’interesse anche per i consumatori nelle decisioni d’acquisto, sempre più orientati verso un’alimentazione sana ed equilibrata. La salute è un elemento importante anche per lo stesso brand, questo è quanto emerge dal 56% degli intervistati, che vedono la Brand Reputation l’obiettivo più importante da raggiungere attraverso la comunicazione digitale.
In quale era digitale si trova il tuo brand?
Durante l’incontro è stato presentato anche il modello “Le ere digitali – l’evoluzione del brand sul pianeta internet”, una timeline degli strumenti e degli obiettivi raggiunti dalle aziende food in ambito digitale. Da questa linea del tempo che parte dalla nascita del “www” nel 1982 fino a oggi, si osserva come le ere si stiano sempre più accorciando. All’interno della matrice le aziende food italiane si posizionano nell’era Neandertal, pur essendo dinamiche hanno infatti alle spalle un’organizzazione che richiede tempo di adattamento, un tempo che oggi non esiste più. La tecnologia quindi prosegue il proprio corso, arrivando oggi all’era Sapiens Sapiens, che mostra un’infinità di strumenti, canali e attività innovativi, come per esempio l’Intelligenza Artificiale. La domanda è se sono davvero necessari per il mondo food.
Questi alcuni dei risultati di questa indagine protagonista dell’evento “Le ere digitali della comunicazione food” organizzato dalla stessa agenzia di comunicazione in collaborazione con Mark Up e Gdoweek. A seguire la presentazione affidata a Michele Rinaldi, Head of Digital di Soluzione Group, un’interessante tavola rotonda moderata da Patrick Fontana, caporedattore di Mark Up e Gdoweek, con relatori del calibro di Andrea Fedrizzi, Direttore Marketing Consorzio Melinda, Elena Iori, Responsabile Comunicazione La Linea Verde – DimmidiSì, Matteo Merlin, Direttore Marketing Pedon Group, Valentina Bianchi, Marketing Manager Puratos italia e, infine, Emna Neifar, Chief Commercial Officer Cortilia.
“Seguiamo ormai da 10 anni l’evolversi della comunicazione digitale nel settore food e ormai possediamo tantissime informazioni in merito a cosa si aspettano i consumatori dalle aziende alimentari”, commenta Michele Rinaldi a margine dell’evento, “Abbiamo quindi ritenuto opportuno provare ad “andare oltre” a questi dati per capire se dall’altra parte del muro i food brand e i loro manager li hanno davvero interiorizzati oppure no”.
Soluzione Group ha voluto così riservare alle imprese e agli operatori del settore un importante momento di dibattito e confronto per riflettere sulle opportunità di business che gli strumenti digitali oggi offrono alle aziende del mondo food per raggiungere nuove ERE e guardare al futuro con consapevolezza e competitività. Una ulteriore conferma della propria volontà di condividere e trasferire un know-how e una competenza acquisita in vent’anni di lavoro nell’utilizzo dei canali social in termini strategici a supporto di processi di marketing e comunicazione.
E, se da un lato è vero che la passione per il digital ha colpito principalmente i consumatori finali, dall’altro è innegabile che questo possa costituire un’opportunità anche per i professionisti del settore, in quanto è proprio sui canali digitali che si è spostato il dialogo con i clienti attuali e potenziali.