La cucina italiana mantiene la sua leadership nel food online. Lo conferma un focus di Google Italia sui trends legati al mondo del turismo enogastronomico presentato al Castello di Grinzane Cavour in occasione del Food&Wine Tourism Forum.
Le buone notizie arrivano anche dal settore travel. L’Italia risulta essere la ancora nazione più cercata come destinazione turistica, anche se il numero di turisti che arrivano nel nostro Paese sono meno che
in altre destinazioni, situandosi quinto in classifica dopo Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina.
Il cibo italiano si conferma quelli più cercato su Google tallonato da quello messicano, thai, giapponese e francese. Africa, Asia e una parte di Sud America sono i continenti in cui il food Made in Italy viene googlato maggiormente.
Tra le specialità gourmet nel periodo natalizio: il tartufo si conferma primo in classifica a livello mondiale, seguito da caviale, foie gras e funghi. In generale, il formaggio italiano più googlato è il Gorgonzola, che viene però superato dal Camambert su Google Shopping.
Per la categoria vini il Prosecco è il vino italiano più cercato nel mondo, con una rilevanza maggiore a livello stagionale in estate, seguito da Barolo, Barbaresco e Dolcetto. La nazione che cerca di più il Prosecco è il Regno Unito, mentre il Barolo è più googlato in Danimarca, il Barbaresco in Norvegia e il Dolcetto in Bosnia Erzegovina.
L’86,6% dei clienti di ristoranti che hanno pubblicato recensioni sul web hanno espresso un sentiment di soddisfazione per la qualità del cibo,
quota che sale al 90.5% negli agriturismo. E’ il dato diffuso da Travel Appeal, una start up nata cinque anni fa specializzata nell’analisi dei big data.
“Si tratta – ha precisato Lalli il fondatore- di un dato di soddisfazione generale che risulta dalle analisi semantiche delle varie frasi e parole usate in oltre 17 milioni di recensioni online. Dall’80% di soddisfazione in su, il sentiment può considerarsi positivo. Ai primi posti ci sono Umbria, Toscana e Trentino, all’ultimo il Lazio, con un 85% che è comunque abbondantemente al di sopra della soglia di criticità”. (Fonte Food24)