È il matrimonio felice tra fotografia, cinematografia e tecnologia d’avanguardia. Si chiama visual engineering e, in poche parole, serve a fare pubblicità spettacolari. Soprattutto quelle sui cibi, che richiedono ogni volta idee più moderne per titillare le papille gustative degli spettatori, inventando combinazioni di colori e movimenti che suggeriscono sapori e fragranze.
Per esempio, le immagini di un hamburger, con gli ingredienti che cascano, uno sopra l’altro, non sono realizzate in CGI: nonostante l’avanzato livello raggiunto dalle simulazioni digitali, sarebbe ancora troppo costoso farlo, con risultati più deludenti di quanto si immagini. Molto meglio farlo davvero, cioè riprodurre nella realtà una cascata di ingredienti di un hambuger, con una telecamera che, in gran velocità, registra tutti i movimenti.
Per farlo, servono macchinari appositi, un team di persone specializzate e una grande disponibilità di tempo.
Questo video racconta il dietro le quinte di una serie di pubblicità, con trucchi meccanici nascosti che, a prima vista, sembrano sorprendenti. Abituati a pensare che, orma, “tutto è fatto al computer”, ci si stupirà di vedere l’ampio lavoro artigianale, tecnologico e ingegneristico messo in campo per pochi secondi di spot commerciali.
Esagerano? Forse no. Ormai lo spettatore è abituato: immagini fantasiose, complicate, sono presenti in tantissime pubblicità. La differenza è nella qualità e, soprattutto, nell’originalità dell’idea. Con l’avanzamento tecnologico al galoppo, tutto questo appare ormai necessario. Quasi, addirittura, scontato. (Testo Linkiesta)