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Lun. Dic 23rd, 2024

E’ ormai ufficiale che le colline del Conegliano Valdobbiadene siano Patrimonio dell’Umanità Unesco. La conferma arriva da Baku, in Azerbaijaan, dove il Comitato Permanente del Patrimonio Mondiale ha riconosciuto l’eccezionale valore universale al paesaggio e conseguentemente ha iscritto il sito veneto allaWorld Heritage List.

Una sfida importante per il Paese tutto ed in particolare per il Territorio Veneto, che in questo modo potrà usufruire di tale ulteriore riconoscimento per mostrare agli occhi del mondo intero le sue bellezze, i suoi paesaggi ed i suoi valori storico-culturali.

La decisione è dunque stata ratificata al termine della 43esima sessione del World Heritage Committee, in cui sono state esaminate 36 candidature tra cui, per l’Italia, proprio quella delle ”Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene”.

Una affermazione che segue le più che concrete speranze che si ventilavano nell’aria già da giorni, dopo il parere favorevole di “Icomos” – International Council on Monuments and Sites – che aveva promosso l’iscrizione alla lista del Patrimonio Mondiale come paesaggio culturale.

Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene si inseriscono dunque tra i siti Unesco Patrimonio dell’Umanità e vanno ad aggiungersi alle 1.092 località di tutto il mondo già presenti nella lista, di cui il 47% si trovano in Europa e nel Nord America, il 23% in Asia e nel Pacifico, il 12 % in America Latina e nei Caraibi, l’8,7 % in Africa e il 7,6% nei Paesi Arabi. La Nazione con più Patrimoni dell’Umanità è l’Italia con 54, seguita dalla Cina con 53 e dalla Spagna con 47.


Abbona (UIV): il vino è cultura. Castelletti (UIV): importante ruolo delle regole di produzione e della coltivazione sostenibile
Con queste parole Ernesto Abbona, Presidente di Unione Italiana Vini, commenta la proclamazione, da parte del World Heritage Committee dell’UNESCO, riunito in Azerbaijan per la sua 43esima sessione, delle “Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” a Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
“Il Comitato – sottolinea Paolo Castelletti, segretario generale di UIV – ha voluto celebrare la sostenibilità nella sua più alta espressione. Ha infatti evidenziato l’importante ruolo delle regole di produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, che non solo garantiscono la protezione del paesaggio rurale e il mantenimento dei vigneti, dei ciglioni e delle altre caratteristiche fondamentali per la conservazione delle tradizioni locali, ma che tutelano anche la biodiversità e gli ecosistemi associati. La straordinaria capacità dei produttori del Prosecco di valorizzare questo territorio, ridisegnandolo pur mantenendone identità e peculiarità, è la vera chiave del successo che riscuote questo vino nel mondo. Non a caso, nella descrizione ufficiale dell’Unesco si celebra il lavoro di un ‘pacifico esercito di lavoratori’ che grazie all’amore per la loro terra hanno preservato queste bellissime colline, creando un forte legame tra l’uomo e la campagna”.


Etile Carpenè, presidente Carpenè Malvolti: Siamo molto felici che sia stato comunicato al mondo il valore universale di un paesaggio culturale e agricolo unico

A portare il Territorio Veneto a tale riconoscimento, ha essenzialmente contribuito la lungimirante intuizione e la visione prospettica che il Fondatore della Carpenè Malvolti – Antonio Carpenè – ha avuto nel valorizzare un ambiente inizialmente spoglio di vigneti, ma da sempre ricco di tradizione vitivinicola.

“Sarebbe certamente fiero del lavoro compiuto in 150 anni dai Viticultori del Territorio – spiega Etile Carpenè, attuale Presidente nonché Testimone storico della Famiglia e dell’Impresa – e di come essi abbiano saputo modificare le sorti socioeconomiche delle proprie famiglie rendendo queste terre, che nel 1853 contavano un solo vigneto, un orgoglio nazionale. Ancora più significativo è il fatto che tale riconoscimento arrivi nel 95° Anniversario dalla prima iscrizione in etichetta del termine Prosecco.

Una determinazione compiuta nel 1924 dalla seconda Generazione – Etile Carpenè – per conferire al vino spumante, che il Fondatore Antonio nel 1868 aveva prodotto per la prima volta con le uve del vitigno autoctono Glera, una precisa identità ed una specifica collocazione geografica”.

Un nuovo traguardo per il Territorio dunque, a cinquant’anni esatti dalla prima e di dieci anni dall’ultima determinazione con cui sono state istituite rispettivamente le Denominazioni D.O.C. – il cui riconoscimento ufficiale è avvenuto nel 1969 – e la D.O.C.G., avvenuto nel 2009.

Un processo lungo ed un sogno inseguito per anni; le basi di un cotanto ambizioso progetto vengono gettate nel 2009, quando si costituisce il Comitato Promotore e la proposta arriva per la prima volta sul tavolo di Luca Zaia, al tempo Ministro delle Politiche Agricole. Dal suo ufficio di Governatore del Veneto nel 2014 egli prenderà personalmente in mano l’operazione, dando una grossa spinta per arrivare alla prima versione del dossier a sostegno della candidatura che nel 2016 porrà un altro tassello fondamentale, ovvero la firma del Protocollo d’Intesa tra i 28 Comuni interessati.

Particolarmente significativo è stato dunque il suo ruolo nel suddetto processo ed a maggior ragione in quest’ultimo miglio verso l’inserimento nella Lista Unesco. Lo stesso Zaia a tal proposito ha in più occasioni ribadito l’importanza per questo Territorio di ottenere l’inserimento nella Lista Unesco dei Patrimoni dell’Umanità non solo per quello che rappresenta a livello formale ma soprattutto per l’impegno concreto che l’Unesco si assume al fine di aiutare il sito, in cui tale Patrimonio si trova, per proteggerlo e valorizzarlo.

Una supervisione che passa attraverso due tipi di attività; il monitoraggio della protezione ed il recupero avverranno infatti ogni sei anni attraverso le missioni di controllo – in caso di pericoli di danneggiamento e da rapporti periodici, – e verifiche approfondite sullo stato di conservazione e sugli interventi effettuati – anche col finanziamento Unesco – per la sua salvaguardia.

L’inserimento delle Colline del Prosecco tra i siti Patrimonio dell’Umanità sarà anche una importante occasione per incrementare in questo Territorio la presenza del turismo enogastronomico; un fenomeno che oggi solo in Italia fa muovere un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro (fonte Rapporto 2019 sul Turismo del Vino in Italia dell’Associazione Nazionale Città del Vino e Università di Salerno) a conferma di quanto esso rappresenti un elemento determinante al momento della scelta di una destinazione di viaggio ma ancora di più come esso si proponga come risorsa strategica per lo sviluppo del Paese.

“Il riconoscimento Unesco a Patrimonio dell’Umanità delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dopo Langhe Roero e Monferrato e la pratica agricola della coltivazione della vite ad alberello tipica dell’isola di Pantelleria, è l’ennesima testimonianza di come il vino faccia parte, a pieno titolo, del panorama culturale italiano, messaggio che da sempre Unione Italiana Vini trasmette a livello internazionale. Siamo molto felici che sia stato comunicato al mondo il valore universale di un paesaggio culturale e agricolo unico, dove una magistrale e sapiente interazione tra il lavoro dell’uomo e la natura, ha reso possibile non solo la creazione di un prodotto di successo, ma anche la salvaguardia di un territorio straordinario”.


Deflorian (Direttore Bacio della Luna): “Nostra cantina piena espressione dei valori riconosciuti dall’Unesco “

“Siamo felici che le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene siano state inserite dall’Unesco tra i siti Patrimonio dell’Umanità e che sia stato riconosciuto il particolare legame con la terra che hanno tutti i produttori di questo vino, famoso nel mondo. La nostra cantina e tutti coloro che vi lavorano quotidianamente sono piena espressione dei valori che l’Unesco ha riconosciuto essere presenti in queste zone: da tempi immemori ogni singola fase del processo di selezione e produzione in vigna, così come la vendemmia, viene realizzata manualmente, sempre in perfetta armonia con il territorio”.

Con queste parole Roberta Deflorian, Direttore Bacio della Luna, commenta la proclamazione, da parte del World Heritage Committee dell’UNESCO, delle “Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, dove ha sede la cantina Bacio della Luna (Gruppo Schenk Italian Wineries), a Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

“Siamo certi che il riconoscimento della Commissione – conclude Deflorian – contribuirà ulteriormente a valorizzare questo territorio e i suoi vini. Da parte nostra continueremo a lavorare e a investire perché i vini Bacio della Luna rappresentino appieno queste colline, non facili da coltivare, ma in grado di offrire uve eccezionali che raccontano, con i loro profumi e i loro sentori, la storia e il fascino di un connubio profondo tra uomo e natura che ha dato vita a prodotti straordinari”.

Masi e Canevel brindano al prestigioso riconoscimento: un successo che conferma la Regione come eccellenza a livello mondiale

Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono Patrimonio dell’Umanità Unesco. Un successo importante per tutta la regione Veneto che Masi Agricola, azienda vitivinicola della Valpolicella, celebra insieme alla storica cantina Canevel, alta espressione del Valdobbiadene e del Prosecco Superiore docg con le sue bollicine premium, apprezzate a livello mondiale.

Masi e la sua Fondazione sono storicamente impegnate nel territorio delle Venezie e nell’esaltarne i valori culturali e tecnici; per questo lo storico risultato assume una particolare rilevanza. Non ultimo con la sua iniziativa Masi Wine Experience la griffe del vino di eccellenza veneto ha di recente trasferito anche in Valdobbiadene il proprio modello per avvicinare e coinvolgere il consumatore. Lo ha fatto aprendo al pubblico le porte dello château Canevel, con un wine shop e con un programma di visite guidate della cantina, dei vigneti e del circostante territorio.

Canevel contribuisce così a valorizzare la rinomata regione vitivinicola anche attraverso un’attività enoturistica d’avanguardia, condotta in maniera professionale e inserita in un contesto, quello della Masi Wine Experience, che già conta sette siti in sedi prestigiose. Vino e turismo rappresentano motivi di distinzione a livello internazionale per il Veneto, infatti la regione è tra le prime d’Europa per la produzione ed export del vino. Verona inoltre rappresentare l’Italia nel prestigioso network internazionale delle Great Wine Capitals e l’azienda Masi è stata recentemente scelta per presentare in Australia il proprio modello di business enoturistico dopo essere stata premiata per il suo concetto “Wine Discovery Museum”.

Sandro Boscaini, Presidente di Masi Agricola ha commentato: “Abbiamo accolto con gioia questa strepitosa notizia e ci complimentiamo con la Regione Veneto e in primis con il Presidente Zaia. La Fondazione Masi da 38 anni, attraverso il suo Premio, valorizza la Civiltà Veneta: cultura, tradizione, vite, vino e territorio rappresentano i valori che fanno del Veneto una delle aree più vocate e prestigiose nel mondo e che trovano in questa assegnazione il meritato riconoscimento. Un orgoglio per i produttori e uno stimolo a progredire nella salvaguardia del paesaggio e dell’alta qualità e originalità dei prodotti”.

Federico Girotto, Amministratore Delegato di Masi e Canevel, ha commentato: “Quello ottenuto dalle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene è un traguardo di eccezionale valore. Masi, fedele alla sua vocazione all’alta qualità, ha acquisito Canevel per lo straordinario contesto di eccellenza dove si producono le prestigiose “bollicine”; come pure ha scelto le piste di Cortina per il suo Wine Bar “Al Druscié”. Il riconoscimento Unesco e l’assegnazione delle Olimpiadi 2026 alla conca ampezzana rappresentano un’opportunità irripetibile di visibilità e promozione internazionale”.

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