Una quantità compresa tra il 20 e il 25% dei 5 miliardi di bicchierini da caffè che ogni anno si consumano dalla distribuzione automatica in Italia, potrebbero entrare presto in cui circuito virtuoso che permetterà il loro riutilizzo. Un risultato straordinario, che ora potrà essere raggiunto grazie anche al contributo del gruppo Illiria, azienda friulana leader in Italia nel settore della distribuzione automatica di alimenti e bevande, che proprio in questi giorni ha ufficializzato la sua partecipazione a RiVending, una nuova iniziativa che si propone di realizzare un ciclo virtuoso di recupero e riciclo di bicchieri e palette in plastica dei distributori automatici. L’adesione all’innovativo progetto è stata presentata nel corso di un convegno che lo scorso 29 novembre a Udine ha riunito alcuni fra i più autorevoli manager e imprenditori italiani del mondo della plastica, che hanno fatto il punto della situazione anche in relazione alla questione della “Plastic tax” e della attuale legislazione italiana e soprattutto europea. “Illiria crede moltissimo in questo progetto e lo ha sposato da subito – ha spiegato il vicepresidente e direttore generale del gruppo Illiria, Mario Toniutti –. Complessivamente ogni anno registriamo come azienda circa 120 milioni di consumazioni, di cui il 65% in regione: confidiamo di poter implementare RiVending su tutto il nostro territorio di riferimeto e sarebbe bello poter partire dalle scuole, anche per l’impatto educativo che potrebbe avere questa azione. La nostra è una realtà in forte crescita, con un fatturato che nel 2020 passerà da 56 a 60 milioni di euro. Il futuro però, specialmente nel nostro settore, passa dalla sostenibilità, che noi abbiamo voluto declinare in sostenibilità economica, ambientale, sociale e tecnologica”.
Un comparto, quello del vending, ancora poco conosciuto, ma tra i pochi in cui l’Italia è leader a livello globale. “Con 822 mila macchine installate, 25 milioni di consumatori, 33 mila dipendenti, quello della distribuzione automatica è un mercato importante – ha sottolineato il presidente di Confida, Massimo Trapletti, durante il suo intervento –. Il nostro Paese esporta il 70% delle vending machine nel mondo ed è leader assoluto del settore. Al di là dei problemi che la politica del plastic-free potrebbe causare, il nostro comparto sta puntando con forza su riciclo ed educazione: crediamo fortemente in questo progetto perché il PET e il polistirolo, di cui sono fatti i bicchieri e le palette della distruzione automatica, sono tra i pochi prodotti che possono superare il monouso”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il direttore dell’area Ricerca e Sviluppo di Corepla, Antonio Protopapa. “Per quanto riguarda RiVending, considerando che ogni anno vengono consumati circa 5 miliardi di bicchierini da caffè della distruzione automatica – l’osservazione di Protopapa –. contiamo di trasformare il 20-25% di questi da prodotto monouso in un materiale durevole”. Un progetto virtuoso da diversi punti di vista, quello di RiVending, e già vincente. “Ci eravamo prefissati di arrivare a 5 mila contenitori nel 2020, ma raggiungeremo l’obiettivo già quest’anno – ha spiegato il responsabile del progetto, Marco Sandro –. Oltre a permettere il recupero del materiale attraverso il riciclo, il progetto consente di risparmiare spazio perché i nostri contenitori garantiscono un impacchettamento dei bicchieri riducendo il volume del 150%. Inoltre con questo sistema si saltano dei passaggi nel percorso del riciclo, in particolare la selezione e il pretrattamento. Uno sforzo importante, che in questo caso faremo anche con Illiria, riguarderà la parte educativa, per sensibilizzare le persone all’importanza di un corretto conferimento. Per accedere alla seconda fase del progetto, e passare all’istituzione di vero e proprio ciclo-chiuso, infatti, occorre garantire quantità e qualità ottimali”.
Il progetto RiVending
Il progetto RiVending, promosso da Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica), Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta e il Recupero degli Imballaggi in Plastica) e UnionPlast (Unione Nazionale Industrie Trasformatrici Materie Plastiche – Federazione Gomma Plastica), rappresenta il primo esempio di “ciclo-chiuso” in cui la plastica da problema diventa risorsa, all’interno di un processo integrato virtuoso di recupero e produzione a “rifiuti zero”, in cui gli elementi plastici vengono reimmessi sul mercato. Un progetto che potenzialmente potrebbe riguardare volumi e quantità enormi, se consideriamo che l’Italia è il primo Paese per numero di distributori automatici, con un coinvolgimento di 25 milioni di consumatori e 35 mila posti di lavoro. L’iniziativa, testata con brillanti risultati nel corso di una sperimentazione realizzata nella città di Parma, ha già registrato l’adesione di colossi dell’industria quali Barilla ed Eni.
I vantaggi di RiVending
Ma come funziona RiVending? Nelle aziende e nelle strutture aderenti i fruitori dei distributori automatici, una volta effettuata la consumazione, sono invitati a gettare bicchierino e paletta in un apposito contenitore che permette di isolare il materiale plastico da riciclare dagli altri imballaggi in plastica, semplificando così il processo di selezione del materiale e recuperando una plastica omogenea di altissima qualità con cui si possono creare tanti nuovi prodotti. Una soluzione virtuosa, che permette anche di evitare costosi e dispersivi passaggi di separazione da altre plastiche e di lavaggio industriale spinto. Gli speciali contenitori in cui vengono raccolti bicchierini e palette sono dotati inoltre di sistemi interni che favoriscono l’impilamento, diminuendo il volume dei materiali raccolti di oltre il 150%. La parte invece di raccolta, conferimento e avvio al riciclo varia invece da territorio a territorio e viene pianificata in modo concertato con il gestore locale della raccolta dei rifiuti.