Clima, ambiente e sostenibilità: ecco le tre parole chiave che per i consumatori del BelPaese caratterizzeranno il 2020, sulla scia dei nuovi valori imposti dai ragazzi della “Generazione Greta” al resto della società italiana. Per quanto riguarda il food, il salutismo è un must sempre più consolidato, sempre più a discapito dei junk food, della carne rossa e per la prima volta a discapito anche dei piatti pronti. Sono le tendenze messe in luce dal sondaggio di fine anno condotto da Coop-Nomisma, pubblicato sul sito Italiani.Coop insieme alle previsioni 2020 del “Rapporto Coop” ora in versione completa dopo l’anteprima digitale di settembre. Anche nel 2020 i consumi non avranno un exploit: si stima giusto una timida crescita, dello 0,4%, in un quadro di accelerazione del Pil altrettanto contenuta. In questa prospettiva di modestissima ripresa, la maggior parte degli italiani prevede di spendere di più nel 2020: oltre alle spese obbligate (bollette, carburante, trasporto, servizi sanitari etc.) mantengono saldi positivi anche le spese per l’alimentazione, per i viaggi e ancora la cura personale. il cibo infatti è uno degli ambiti in cui gli italiani intendono destinare maggiori risorse.
Le tinte fosche dello scenario del Paese si ravvivano qua e là dell’energia di un Meridione e un Centro che, insieme agli under 35, sono determinati a rincorrere il Nord e trascinare il Paese fuori dalla risacca, almeno stando alla loro volontà. Al Sud per esempio crescono tutti gli elementi di quegli stili alimentari che si sono ormai già affermati al Nord. La spesa per il cibo della tradizione è prevista in crescita per il 38% dei residenti del Mezzogiorno (34% in media nazionale). I prodotti bio salutistici per il 29% (vs 26%), gli integrali 31% (vs 29%) e anche i superfood 22% (vs 19%).
Una tendenza caratterizza il 2020 in fatto di cibo: l’esplosione dell’e-grocery e del meal delivery, che fanno sì che le previsioni di spesa alimentare degli italiani siano molto positive per i consumi domestici (+12% il saldo tra chi intende aumentarla e chi vuole diminuirla) e invece leggermente negative per quelle extradomestiche (-3%). Più in generale, nelle scelte di consumo alimentare degli italiani per il 2020, si afferma un nuovo connubio tra la continua attenzione ad una alimentazione salutare e di qualità e un nuovo ritorno alla tradizione (sono questi i prodotti a cui pensano di destinare maggiori risorse il 30% degli italiani). Sia in casa che nei consumi outdoor la maggioranza degli italiani immagina di lasciarsi guidare dalla tradizione e dalla naturalità facendo scelte, come accennato sopra, che penalizzano il cibo spazzatura (la spesa nei fast food scenderà secondo il 22% degli italiani), la carne rossa e per la prima volta anche i piatti pronti (in calo entrambi secondo il 20% degli italiani). Vincono ancora i prodotti integrali, i cereali alternativi, le carni bianche e i legumi, meglio se biologici. Sebbene in crescita, evidenziano invece saldi meno pronunciati i prodotti che avevano segnato gli stili alimentari emergenti alcuni anni fa. Per i prodotti etnici, vegani, gluten e lactose free la quota di coloro che prevedono di far crescere la spesa supera di poco quanti intendono ridurla.
Il carrello degli italiani nel 2020? Ecco cosa entra e cosa esce secondo il sondaggio Coop-Nomisma
Le vendite della Gdo nel 2020? Il 2019 si è chiuso con un trend di crescita del fatturato vicino al +1,5% grazie all’inversione di tendenza al Sud (+0,9% rispetto al -0,6% del 2018) e al ritorno in terreno positivo delle vendite per i prodotti freschi a peso variabile (+1,6%, dopo la brusca frenata di oltre 3 punti registrata nel 2018). Nel 2020 la grande distribuzione dovrebbe ancora giovarsi di una favorevole canalizzazione dei consumi e dovrebbe sovraperformare il mercato totale. Alla fine del 2019, infatti, lo sviluppo della rete di vendita in metri quadri è stato di circa il 3,5% per i discount e di circa lo 0,5% per i supermercati e analoghi tassi di sviluppo sono prevedibili anche nel corso del 2020. Per gli iper, il previsto calo della rete di vendita (-0,6% a fine 2019) dovrebbe essere compensato, così come accaduto già nel 2019, da un più positivo andamento a parità di rete degli altri negozi. Nelle dinamiche evolutive nel 2020 si segnala anche un lieve rialzo dei prezzi (+1%) a fronte di circa un mezzo punto registrato nel 2019.
Per la distribuzione moderna, quindi, il 2020 si conferma un anno positivo, con previsioni di crescita dell’1,4%, senza, peraltro, tenere conto della spinta del canale e-commerce: gli acquisti alimentari on line nel 2019 si sono, infatti, rivelati particolarmente brillanti (+26% rispetto al 2018, con una quota sul totale grocery prossimo al 2,5%) e continueranno presumibilmente a rafforzarsi nel 2020, con una ulteriore crescita prevista del 30%.
Font: Fruitbook Magazine