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Mer. Nov 20th, 2024

Ortofrutta: servizio pubblico, rischio privato. ma ne vale la pena.

É necessario dare un senso a ciò che ci sta accadendo, altrimenti questa drammatica situazione scivolerà via come un brutto ricordo, senza insegnarci nulla. Invece, se si vuole, dalle esperienze si imparano molte cose.

Nella vita privata, dalle limitazioni a cui ci costringe il virus, impariamo quanto è importante poter vedere e abbracciare i nostri affetti, e quanto è importante farlo ogni volta che è possibile. Perché quando non è più possibile, la distanza è dolorosa da sopportare.

Nella vita lavorativa, dalla fatica per i cambiamenti e dall’incertezza a cui ci costringe il virus, impariamo quanto sono importanti i nostri collaboratori e i nostri clienti; quanto può essere prezioso, fragile e fortissimo allo stesso tempo, il legame che si crea tra le persone quando si impegnano per un progetto comune, qualsiasi esso sia.

Nel mondo dell’ortofrutta, che è il nostro mondo e che coinvolge ogni aspetto della nostra vita, dalle rinunce e dalle restrizioni a cui ci costringe il virus, stiamo tutti imparando quanto sono importanti certi meccanismi, certe figure e certi lavori che, in altre situazioni, vengono praticamente ignorati.

Stiamo imparando a chiederci se le persone che lavorano nei campi – anche in questo momento

  • sono regolarmente assunte, se sono pagate in modo congruo, se sono attrezzate in modo adeguato a lavorare in sicurezza.

Stiamo imparando a considerare il ruolo delle persone che lavorano nei magazzini, che preparano, confezionano e spediscono i prodotti, che poi ognuno di noi troverà ordinatamente disposti nei supermercati. E a chiederci se i luoghi in cui lavorano sono salubri, se i loro datori di lavoro rispettano tutte le norme, se possono contare su contratti in grado di dar loro garanzie.

Stiamo imparando a tenere presente il lavoro fondamentale dei trasportatori, che fanno arrivare i prodotti in ogni città, paese e quartiere d’Italia, dei commessi, degli addetti allo scarico merci; e a chiederci – anche per loro – se sono dotati dei DPI necessari, se vengono tutelati come previsto, se ricevono ciò che gli spetta.

E, alla fine, abbiamo tutti imparato nuovamente una cosa che sapevamo, ma che forse avevamo dimenticato: l’ortofrutta italiana c’è, c’è sempre stata e ci sarà ancora. Nonostante le crisi del settore, le difficoltà economiche, la sofferenza degli agricoltori, i margini sempre più esigui, le logiche di un mercato sempre più spietato.

Perché il nostro lavoro è a tutti gli effetti un servizio pubblico, di fondamentale importanza, che deve andare avanti ad ogni costo.

Nonostante un impegno fuori dal normale, che ci tiene molte ore in azienda, lontani dalle nostre famiglie. Nonostante ritmi ancora più serrati, per i quali è necessario tenere duro, più del solito. Nonostante i rischi, che in questo momento sono davvero tanti, spesso concentrati su poche persone.

E passata l’emergenza ci dovremo ricordare che la gestione corretta degli addetti del settore non deve limitarsi a questo particolare momento; la regolare assunzione, la sicurezza sul lavoro e il pagamento congruo sono diritti dei lavoratori che vanno tutelati sempre, non solo ai tempi del Coronavirus. E che esistono prezzi congrui per ogni prodotto, perché dietro ai prodotti ci sono le persone, ci sono gli investimenti, c’è un lavoro enorme, che forse qualcuno ha scoperto solo oggi, quando si è accorto che non era così scontato trovare ciò che desiderava sui banchi dei supermercati.

Questo momento passerà; in qualche modo, passerà. E quando ce lo saremo lasciato alle spalle, oltre a tanti piccoli eroismi quotidiani, a tante piccole sfide combattute e vinte in silenzio, a tanti sospiri e a qualche lacrima, ci resterà la consapevolezza di aver fatto la nostra parte fino in fondo. E dimenticheremo la fatica e la paura. Perché sapremo che, dopo tutto, ne è valsa la pena.

Laura Damiani, Responsabile di Produzione
Alessandra Damiani, Responsabile Commerciale e Responsabile Qualità e Controllo

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