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Mer. Dic 25th, 2024

“Quale sarà il primo ristorante dove vorrai andare non appena sarà finita l’emergenza?”. Sarà capitato tante volte in questi giorni di fare o sentirsi rivolgere questa domanda. Lo sanno bene gli ideatori di Dinnerbond.it, il primo portale italiano per la gestione dei “dining bonds”, dove cioè poter comprare ora a un prezzo speciale un pranzo o una cena nel proprio locale preferito per goderne alla riapertura, non appena il lockdown sarà finito.

Offrire oggi una dimostrazione d’amore incondizionato investendo una cifra che consenta di assicurarsi domani un pranzo o una cena di valore superiore in quel ristorante in cui non si vede l’ora di tornare. È questa la filosofia alla base della nuova piattaforma. Un meccanismo semplice, ma virtuoso, che i promotori – Massimo Giannuzzi, Micaela Marcialis, Maurizio Rosazza Prin e Paolo Colapietro – hanno sintetizzato nel claim “Love now, enjoy later”. Lo stesso verrà declinato di volta in volta riportando il valore economico dell’investimento e quello del maggior profitto futuro ottenuto (es. Love 50, enjoy 100”).

Attraverso la piattaforma, infatti, sarà possibile acquistare, a un prezzo stabilito dai ristoratori, dei voucher alfanumerici che potranno anche essere regalati, offrendo al portatore la possibilità di beneficiare, alla riapertura, di un pasto dal valore superiore. Il voucher non sarà vincolato all’acquisto di alcun menù specifico, ma potrà essere speso alla carta, con la possibilità per il cliente di aggiungere la differenza qualora l’importo speso risultasse superiore al suo valore.

“Con questa iniziativa – spiega Maurizio Rosazza Prin – non intendiamo andare in soccorso di nessuno, ma più concretamente vogliamo dare ai ristoranti che tanto amiamo la possibilità di monetizzare in tempo reale in questo momento di crisi, ma anche di farsi pubblicità e di dimostrare ai loro clienti, sia quelli affezionati che quelli nuovi, che, nonostante la chiusura forzata imposta dall’emergenza sanitaria, non si sono mai fermati, ma anzi ci sono ora e ci saranno anche domani. Viceversa, gli appassionati di cucina potranno dimostrare concretamente il loro amore nei confronti dei propri posti del cuore con un’iniezione di liquidità e di fiducia sicuramente utile in un momento così difficile”.

Dinnerbond.it ha già fatto registrare l’adesione di innumerevoli chef, tra cui anche Luigi Taglienti, patron dello stellato “Lume” di Milano, e Filippo La Mantia, titolare dell’omonimo ristorante di Piazza Risorgimento, sempre nel capoluogo lombardo. Loro sono tra i protagonisti, in qualità di ambassador, di un divertente spot pubblicitario che sarà trasmesso in tv e diffuso viralmente attraverso i canali social del portale. “In un momento in cui diventa difficile interpretare il futuro – dichiara Taglienti – ho deciso di aderire a questa iniziativa, che trovo intelligente nei contenuti e che ci regala con simpatia un po’ di ottimismo”. “Sono sicuro che questa iniziativa – gli fa eco La Mantia – sia un buon motivo di speranza. I nostri ristoranti sono anche i vostri e insieme dovremo superare questo momento attraverso l’impegno di tutti”.

Alla piattaforma, sempre in qualità di ambassador, ha aderito anche il veneto Lorenzo Cogo, l’enfant prodige della cucina “made in Italy”, che non vede l’ora di riaprire le serrande del suo ristorante stellato “El Coq” nel centro di Vicenza. “Penso che i dining bond – afferma Cogo –rappresentino uno strumento per unire ancora di più ristoratori e clienti: è per loro che ogni giorno entriamo in cucina ed è a loro che adesso ci supportano che regaleremo ancora tante emozioni”.

In prima linea come testimonial dell’iniziativa ci sono inoltre il toscano Cristiano Tomei, eclettico chef del ristorante “L’Imbuto” di Lucca, e, in rappresentanza del gentil sesso, la “chef controcorrente” per antonomasia, Cristina Bowerman (1 stella Michelin), protagonista indiscussa del panorama gastronomico romano con il “Glass Hostaria” di Trastevere. “La libertà – commenta Tomei – è partecipazione, come cantava Gaber, e la cucina è condivisione. Torneremo a condividere le nostre vite: non è una speranza per il futuro, ma una certezza”. “Sarà impossibile – si dice convinta la Bowerman – che tutto rimanga identico al periodo pre-Covid, ma sono certa che la ristorazione, attraverso una trasformazione più o meno profonda, ritroverà nuovamente il modo di esprimersi. Ritorneranno anche la nostra passione nel coccolare i clienti e nell’amarci un po’ di più ogni giorno”.

Il progetto coinvolge non solo ristoranti stellati, ma anche trattorie, pizzerie, bistrot e grandi catene di successo del mondo della ristorazione, ovvero tutti posti caratterizzati da una forte identità e amati dal grande pubblico, che non vede l’ora di poter tornare a vivere un’esperienza al loro interno non appena il contenimento dell’epidemia da Coronavirus renderà possibile la loro riapertura. “Conditio sine qua non” per partecipare è la disponibilità dei locali a mettere in vendita sul portale 100 o più cene a un prezzo speciale in modo che i clienti possano acquistarle fin da ora e usufruirne quando vorranno, non appena sarà possibile, e comunque fino al 30 dicembre 2021.

“L’importante – conclude Maurizio Rosazza Prin – è che ci sia amore. Con Dinnerbond.it vincono tutti. I clienti abituali e le community consolidate avranno la possibilità di dimostrare il loro amore per i propri ristoranti del cuore, acquisendo una cena futura. I ristoranti, a loro volta, potranno aderire a questo movimento d’amore generando flussi di cassa e operazioni di comunicazione sui social per attivare i rispettivi follower anche in questo momento di impasse forzata”.

Intanto si sta lavorando già a una ulteriore evoluzione del progetto con l’estensione del meccanismo dell’amore ad altri settori – dai viaggi ai soggiorni vacanze in hotel e resort, dalle crociere alle esperienze sportive esclusive – attraverso la creazione di “love bond” che consentano di acquistare oggi a un prezzo speciale una serie di esperienze – in una parola “all you can love” – che potranno essere fruite in futuro secondo le tempistiche previste dalla Fase 2 dell’emergenza Covid-19.

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