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Sab. Dic 21st, 2024

La GDO italiana pensa ed agisce green. L’impegno delle insegne italiane nei confronti della sostenibilità – ambientale e sociale – era già forte prima dell’emergenza pandemica che ha confermato con ancor più enfasi l’importanza di attivare azioni (e proporre prodotti) che tutelino ambiente e società. In questo contesto, l’attributo che genera maggior attenzione è il packaging: ambito su cui stanno lavorando tutte le insegne intervistate.

È quanto emerge dall’ Osservatorio Packaging del Largo Consumo – realizzato da Nomisma in collaborazione con SpinLife – che giunto alla seconda edizione, ha dedicato un approfondimento al ruolo del packaging nelle strategie di sostenibilità dei retailer italiani.

La fase di ascolto in profondità condotta da Nomisma sui principali retailer italiani – 9 le insegne che hanno partecipato attivamente all’Osservatorio – ha messo in evidenza un costante impegno della GDO nei confronti della sostenibilità che rende le insegne pronte a rispondere alla crescente richiesta che arriva da istituzioni e consumatori.

Da un lato, infatti, l’ambiente è al centro dell’agenda politica, complice l’impegno richiesto dall’Europa per il raggiungimento degli obiettivi del Green New Deal e in particolare della strategia From Farm to Fork, unito all’attenzione posta sulla transizione verde ed ecologica dal programma Next Generation Italia per la ripresa e la resilienza del Paese.

Dall’altro, i consumatori – dall’inizio della pandemia – hanno maturato una sempre più accentuata sensibilità riguardo i temi della sostenibilità ambientale: il 27% ha aumentato gli acquisti di prodotti sostenibili ed ecofriendly rispetto alla fase pre-Covid. Per il 23% degli italiani è cresciuto l’acquisto di prodotti con pack sicuro e 1 su 5 di essi ha preferito acquistare presso punti vendita che promuovono prodotti sostenibili.

2 su 3 gli italiani che privilegiano gli acquisti fatti in punti vendita che presentano iniziative a favore della sostenibilità.

Per gli shopper italiani, infatti, la sostenibilità ambientale rappresenta oggi un driver di scelta non solo dei prodotti ma anche del punto vendita. Lo testimoniano quei 7 italiani su 10 disposti a cambiare il negozio in cui fanno la spesa alimentare a favore di punti vendita che offrono prodotti con confezioni sostenibili.

L’impegno delle insegne? Già prima del Covid le insegne GDO riconoscevano alla sostenibilità un ruolo di primo piano nelle scelte strategico-operative

Nel più ampio contesto della sostenibilità, le insegne concentrano in maniera unanime i loro sforzi sul packaging, tema affrontato dal 100% delle insegne: il 78% è impegnato nella riduzione del pack in eccesso a favorire il ricorso a confezioni sostenibili Altrettante insegne stanno lavorando per ridurre o eliminare l’utilizzo di plastica vergine.

Ma cosa comunicheranno le insegne ai consumatori nei prossimi mesi? È importante che quanto fatto in termini di sostenibilità sia conosciuto e riconosciuto dai consumatori. Verso quali aspetti della sostenibilità concentreranno la propria comunicazione le insegne della GDO? Anche quando si parla di scelte comunicative, il packaging rappresenta un punto focale. Il 44% delle insegne concentreranno la comunicazione sul tema del pack, per valorizzare le azioni di riduzione del pack in eccesso, utilizzo di plastica vergine e dei materiali provenienti da fonti rinnovabili.  1 insegna su 3 concentrerà la comunicazione sui temi della filiera e del territorio nonché sull’attenzione alla riduzione degli sprechi.

Al centro delle decisioni operative e comunicazionali, ma quando un packaging è sostenibile? I retailer italiani hanno le idee chiare quando si parla di packaging sostenibile: è innanzitutto un pack riciclabile. L’elemento più importante – con un giudizio medio di 9,3 su 10 – è la riciclabilità effettiva. Non solo, per le insegne della GDO italiana è importante che l’intero processo di produzione sia sostenibile. Non stupisce quindi l’elevata importanza attribuita anche confezioni fatte con materiali provenienti da fonti rinnovabili o vegetali e a ridotte emissioni di CO2 (rispettivamente 8,4 e 8,0 su 10). Fondamentale anche il punto di vista del consumatore – a cui spetta la scelta finale di cosa mettere nel carrello: la riciclabilità percepita un grado di importanza di 8,2/10.

Il pack green nelle azioni della GDO? Reduce & Replace. Le insegne italiane sono impegnate a limitare l’utilizzo di plastica vergine – eliminandola o sostituendola con materiali più sostenibili (fermo restando i vincoli tecnologici, e di conservabilità del prodotto). Ne è la prova l’impegno di 7 insegne su 9 a intraprendere azioni volte ad alleggerire il packaging (attraverso la sgrammatura della confezione) o a preferire pack con materiali riciclati (compresa la plastica). 6 insegne hanno invece ridotto (o sono intenzionate a farlo) l’imballaggio in eccesso o hanno preferito pack in carta; e se il 55% dei retailer ha deciso di adoperare nelle proprie confezioni pack con plastica da fonte vegetale, il 44% ha optato per pack con materiali a ridotte emissioni di CO2.

“In questo periodo caratterizzato da forti cambiamenti nelle abitudini di acquisto degli italiani, il tema dell’eco-sostenibilità deve confrontarsi con altre priorità sopraggiunte. E’ altresì vero che il suo ruolo in ambito di innovazione continuerà ad essere rilevante, bisognerà solo trovare il corretto posizionamento in una scala di valori dei clienti che è cambiata”, evidenzia Nicola De Carne, Retailer Client Business Partner Nielsen  

Per Alessandro Manzardo, socio fondatore di SPIN LIFE“L’adozione di modelli di produzione e consumo sostenibili oltre che una necessità, può essere una forte leva competitiva. Le GDO italiane potranno raggiungere questo obiettivo solo se saranno in grado di acquisire con una corretta comprensione delle problematiche ambientali e adottare una comunicazione trasparente nei confronti del consumatore. Market place Footprint nasce per favorire questo percorso con particolare riferimento al mondo dei packaging di largo consumo”.

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