Il nome rammenta un affidabile amico di famiglia o di quartiere che porta a casa il pranzo o la cena. Ed è proprio questa la mission di Alfonsino Delivery, la startup del food delivery che mira a creare un legame umano, quasi affettivo, tra chi consegna e chi ordina e riceve il cibo a domicilio.
Nasce a Caserta nel novembre del 2016, da una necessità e dall’intuizione 3 giovani Carmine Iodice, 36 anni, Domenico Pascarella, 36 anni e Armando Cipriani 29 anni, accortisi che nella propria città mancava un servizio di consegna a domicilio tra i ristoratori e gli abitanti erano costretti ad uscire per recarsi al solito take away sotto casa.
Ma se i grandi colossi del food delivery puntano a coprire principalmente le grandi città italiane, per fornire un servizio di consegne a domicilio ai piccoli centri (dai 50.000 ai 250.000 abitanti), è Alfonsino Delivery, che permette di ordinare dai migliori ristoranti, trattorie, sushi bar dei piccoli centri in modo semplice, via chat su Facebook Messenger oppure attraverso la classica App e ricevere il proprio pasto in 30 minuti.
“Alfonsino nasce per offrire un approccio più “umano” e più vicino alle esigenze delle comunità locali e agli abitanti delle piccole città spesso non coperte da alcun servizio di delivery “in quanto le grandi multinazionali del settore hanno poco interesse ad essere così capillari” – commenta Domenico Pascarella, co-founder di Alfonsino.
“Alfonsino vuole essere un food delivery sostenibile sia nelle modalità di coinvolgimento dei rider, che sono regolarmente assunti dall’azienda, sia nel coinvolgimento dei ristoratori all’interno della piattaforma, andando a supportare una categoria, quella dei ristoratori, tra le più colpite dalla situazione attuale e che necessitano di strumenti nuovi, ma di facile implementazione, per sopperire alla perdita di clientela degli ultimi mesi.”
Ad oggi Alfonsino conta circa 943 ristoranti affiliati, numero che entro la fine di marzo 2021 dovrebbe salire a quota 1500 e copre 300 città circa e 6 regioni. Mentre i rider assunti sono 700 ed i clienti attivi sono 250.000.
“Puntiamo al digital food delivery per supportare clienti e ristoratori”
Le norme di contenimento della pandemia da Covid-19 approvate dal governo
stringono ancora una volta le maglie sul settore della ristorazione. Ed i proprietari di trattorie, pizzerie, self-service, pub, pasticcerie, gelaterie e rosticcerie non nascondono i loro timori per un ritorno al lockdown una fase che, secondo lo studio di Bain & Company, nel periodo marzo-metà maggio, ha creato nel mondo della ristorazione, una perdita di fatturato pari a quattordici miliardi di euro.
“In questo momento particolare il digital food delivery rappresenta allo stesso tempo un valido strumento per rispondere alle esigenze dei clienti dei piccoli centri, meno propensi ad uscire di casa per andare al ristorante e una soluzione ad una situazione difficile per i ristoratori che possono così continuare la loro attività, senza violare le regole imposte dai nuovi provvedimenti volti a contenere la diffusione dei contagi da Coronavirus”- aggiunge Domenico Pascarella, co-founder di Alfonsino.
Grazie ad Alfonsino pizza, kebab, hamburger, sushi e tanto altro giungono direttamente a domicilio in pochi minuti, prenotando in modo rapido ed immediato in due modi: tramite la chat di Facebook, senza credenziali, grazie al chatbot nativo sviluppato in-house dalla startup; oppure scaricando l’app di Alfonsino disponibile gratuitamente su App Store e Google Play Storedove si ha anche, la possibilità di tracciare in tempo reale il rider che consegnerà il pasto, dalla presa in carico all’assistenza dedicata post consegna.
La startup made in Sud che punta all’occupazione: 3000 assunzioni di rider entro il 2022
La particolarità di Alfonsino risiede anche nelle modalità di ingaggio dei rider che vengono assunti direttamente dall’azienda.
La startup vuole assumere entro la fine del 2022 3000 nuovi collaboratori, per un totale di 3.700 rider su tutto il territorio nazionale, che consegneranno il cibo a domicilio in scooter o auto, proprio per raggiungere anche le abitazioni più distanti, mantenendo però il raggio di copertura del servizio che è di 4 km e mezzo dal centro città.
“Una scelta in controtendenza, quella di assumere i rider, fortemente voluta per dare al servizio un forte caratterizzazione di “familiarità” umanizzando il rapporto tra il rider e il cliente. – spiega Pascarella – Tutti i nostri rider hanno regolare contratto e contributi pagati, ricevono un fisso per il turno coperto più una retribuzione per ogni consegna effettuata. E’ un grosso impegno che ci siamo presi: 3 persone del nostro team sono impegnati full time nell’attività di selezione e formazione dei rider, ma sono sicuro che questa sia la strada giusta per creare un servizio diverso, sostenibile e che possa creare un impatto sociale ed economico importante nei piccoli centri” .
In un’ottica di sviluppo del servizio, la ricerca di rider sul territorio è sempre attiva. Con Alfonsino il fattorino può scegliere data ed orario di lavoro selezionando il turno direttamente in app. I rider ricevono pagamenti settimanali, driver kit gratuito e guadagnano un fisso per ogni turno preso.
Per candidarsi basta compilare il form sul sito https://alfonsino.delivery/driver
Oltre 460mila euro raccolti tramite crowdfunding
Nel 2018, grazie alla prima campagna di equity crowdfunding, chiusa in tempi record e raccogliendo 150.000 euro, la startup casertana ha accelerato il processo di crescita, incrementando il proprio team ad oggi composto da 30 risorse e il numero di ristoranti partner arrivando a quota 700.
A luglio la startup è stata tra le vincitrici dell’edizione 2020 dell’Unicredit Start Lab per la categoria “Innovative Made in Italy”, aggiudicandosi un grant di 10.000 euro, e, poco prima, ha dato il via al secondo round della campagna di crowdfunding, sulla piattaforma 200Crowd, superando l’obiettivo di 350.000 euro prefissato e raggiungendo oltre 460mila euro ed un overfunding del 131%. Un traguardo che servirà a raggiungere più di 400 comuni serviti entro il 2022, decuplicando così il volume d’affari dell’azienda che, al termine dell’anno in corso, genererà un fatturato complessivo di oltre 3milioni di euro (+150% rispetto all’anno precedente)