Gli studenti, appartenenti ai famosi millennials e alla generazione Z, sono tra i più assidui fruitori del digital food delivery, soprattutto dopo una lunga giornata di lezioni o studio. Nella Giornata Internazionale dello Studente, l’Osservatorio di Just Eat (www.justeat.it), app leader per ordinare online cibo a domicilio in tutta Italia e nel mondo, e parte di Just Eat Takeaway.com, ha analizzato gusti, preferenze, abitudini e il rapporto con il food delivery degli studenti in questo 2020 tra lockdown e nuova normalità.
Quest’anno infatti gli studenti hanno trascorso le giornate studiando spesso da soli o a distanza con i compagni di università e seguendo le lezioni grazie a nuove modalità permesse dalla tecnologia. In questo contesto il food delivery si è confermato un partner utile e ancora molto utilizzato, rappresentando una coccola speciale e offrendo un momento di piacere al termine dello studio (52%), supportandoli nella gestione dei pasti principali durante lo studio evitando di cucinare (32%), e facendogli compagnia nei momenti di break (16%).
Secondo l’Osservatorio di Just Eat, attivo sui temi del digital food delivery dal 2016, le preferenze degli studenti prima e dopo il lockdown ruotano intorno a una passione per il food delivery che si è confermata anche nel corso del 2020. Durante il lockdown infatti l’abitudine di ordinare cibo a domicilio è proseguita con il 41% degli studenti che ha ordinato con la stessa frequenza, mentre il 34% ha ordinato di più. C’è poi anche un 12% di studenti che ha iniziato a ordinare per la prima volta in questo periodo, creando una nuova abitudine.
I trend generali anno su anno, a fine 2019, facevano emergere il ruolo del food delivery come un servizio pratico a cui ricorrere per un pasto veloce e gustoso (46%) e momenti di socialità da trascorrere con gli amici (40%). È inoltre la scelta migliore per mangiare i piatti preferiti dopo una giornata intensa di studio o di lezioni (21%) e quando il frigo è vuoto (21%).
Il legame tra food delivery e socialità, protagonista di tutto lo scorso anno, si è tradotto nel 2020 in un’esperienza da condividere con familiari, coinquilini o partner per vivere un momento di normalità e concedersi un piacere a casa (68%). Si è consolidato anche nel ruolo di salva pasto con il 63% degli studenti che lo ha scelto in assenza di cibo in frigo, in quello di celebratore di successi (14%) come il superamento di un esame, e compagno di break per staccare durante lo studio individuale o di gruppo a distanza (13%). Il momento perfetto per gli studenti per ordinare cibo a domicilio resta invece la cena (92%), il pranzo (16%) per gustare i piatti preferiti, e le ore notturne passate sui libri (12%).
Il re del food delivery per gli studenti italiani è la pizza che sbaraglia la concorrenza, seguita da hamburger, sushi, panini, kebab, cinese, ma non mancano nella classifica cucina italiana, pollo, gelato, poke e indiano. Durante il lockdown gli studenti hanno ordinato i loro piatti di fiducia, veri comfort food a cui sono ricorsi nel momento del bisogno (70%), ma hanno anche sperimentato cucine e piatti nuovi (22%). Nei prossimi mesi hanno dichiarato che ordineranno ancora la pizza, ma anche hamburger, sushi e cucina giapponese, affiancate dalla new entry healthy food e pokè che si confermano come nuove tendenze.
Ad ogni facoltà il suo delivery
I percorsi di studio tuttavia influiscono sulle scelte, distinguendo in modo netto frequenza e gusti delle diverse facoltà. I più appassionati di food delivery sembrano gli studenti di informatica (31%) che ordinano almeno una volta a settimana, seguiti da chi studia medicina (23%) e ingegneria (21%). Masono dei food loversanche gli studenti di management (36%) quelli di psicologia (27%) ed economia (25%), ordinando 2 o 3 volte al mese. Chi invece non rinuncia al food delivery una volta al mese sono gli studenti di chimica (58%). Proprio chi studia chimica ama ordinare pizza e sushi, gli studenti di geologia cucine etniche come cinese e indiano, quelli di psicologia le cucine orientali: cinese e pokè. Gli studenti di informatica invece sono street food lover, ordinando kebab e panini, quelli di legge sono divisi tra cucina esotica e tradizionale scegliendo il poké e la cucina italiana, quelli di lingue sono appassionati di pokè e pizza, quelli di letteratura di sushi e panini e gli studenti di economia di cinese e panini. Per gli studenti di management vince l’hamburger come prima scelta ma ordinano anche indiano. I più tradizionalisti sono invece gli studenti di discipline artistiche che preferiscono la cucina italiana e il pollo, ma anche gli studenti di ingegneria che non possono fare a meno dei grandi classici pizza e hamburger e quelli di agraria con hamburger e cinese. Chi si concede anche qualche coccola dolce è chi studia architettura e medicina ordinando gelato accanto, rispettivamente, a sushi e cinese.
Una curiosità riguarda gli spuntini notturni prediletti dai futuri architetti e designer e informatici (17%) mentre terminano i loro progetti, ma anche dagli studenti di economia, letteratura e filosofia (14%) persi tra i libri.
Identikit degli studenti food lovers
Tra uomo e donna si notano delle differenze: i ragazzi amano l’hamburger (37%) e i panini (21%) molto più delle ragazze che preferiscono invece il sushi (25%) e la cucina cinese (16%). Gli studenti amanti del food delivery risiedono principalmente nel Nord Italia (51%), la parte della penisola dove troviamo infatti più studenti fuorisede, seguito dal Centro (30%), Sud e Isole (21%) e sono soprattutto studentesse (54%).
Il sabato è il giorno della settimana preferito dagli studenti per ordinare cibo a domicilio, con il 61% delle preferenze, seguito dal venerdì per il 43%, per aprire il weekend in bellezza.
A conferma del fatto che la tecnologia è il fedele alleato dei giovani, gli studenti per ordinare cibo a domicilio hanno sempre usato principalmente l’app che a seguito del lockdown è cresciuta come utilizzo, con il 75% deigiovani consumatori che preferisce il servizio via app. Pur restando nativi digitali, tra gli studenti universitari il pagamento preferito è quello in contanti (53%), anche in relazione alla giovane età, per i pagamenti digitali invece spicca l’uso di paypal, mentre il 30% utilizza invece la carta di credito. Durante l’emergenza sanitaria i pagamenti digitali hanno però visto un grosso incremento nelle fasce di età a cui appartengono gli studenti: 18-24 anni del 18% e per quella 25-34 anni del 13%.