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Ven. Dic 27th, 2024

Il mondo come una giostra impazzita: prima correva troppo veloce e volevamo solo scendere, ora continua a fermarsi e vorremmo solo ripartire. Il problema è “come” ripartire e soprattutto per andare “dove”. Intanto la vita continua, ma nulla è come prima, né lo sarà dopo. La pandemia ha amplificato la coscienza della nostra vulnerabilità. Ci ha insegnato che tutto può cambiare in un istante, scatenando l’effetto domino sull’intero Pianeta. E che la nostra salute è legata a doppio filo a quella della Terra. La transizione ecologica verso la piena sostenibilità non è più rinviabile. Anche per questo il biologico continua e continuerà a crescere.Raccontare ciò che è emerso in un anno “normale” come il 2019 quando ancora siamo immersi nella scia di un anno fuori dalla norma come il 2020: ecco il compito del Rapporto Bio Bank 2020, giunto alla 14a edizione. Anche per questo lo schema cambia: il campo si concentra su sei tipologie di attività, con un set di dati ancora più ricco. Si aggiungono lo scenario del bio in Italia e nuove elaborazioni sul mercato. Infine, le più autorevoli fonti di dati sul biologico si completano con riferimenti chiave sulla sostenibilità. Tutto in 74 pagine liberamente consultabili su issuu.com/biobank.


Il mercato del bio 2011-2020

Nel 2020 il totale del mercato bio in Italia ha raggiunto 6,9 miliardi di euro (dati Nomisma per Osservatorio Sana). Il mercato interno, pari a 4,3 miliardi di euro, è più che raddoppiato in dieci anni (+118%). Ma è stata soprattutto la grande distribuzione a generare e intercettare la crescita, con vendite di oltre 2 miliardi di euro (+279%). Tutti gli altri canali distributivi, con vendite pari a 2,3 miliardi di euro, sono cresciuti del 58%. E l’export ha raggiunto 2,6 miliardi di euro (+131%). In crescita anche le aziende bio, oltre 80mila nel 2019 (+34,5% in 10 anni) e le superfici bio, quasi 2 milioni di ettari (+33,5% in 10 anni), pari al 15,8% dell’area coltivata in Italia (dati Sinab). Un cambiamento di scenario avvenuto in pochi anni, che rappresenta una sfida enorme per il biologico. Chi è bio da sempre, oggi che il bio lo fan tutti, deve essere ancora più bio. Chi è stato pioniere allora, oggi deve essere pioniere di un modello sociale valoriale. Non solo il prodotto, ma tutto quello che c’è prima e dopo e tutto quello che si muove intorno. Chi è autenticamente bio ha sempre una storia vera da raccontare… non un semplice prodotto da vendere. Che avanzi pure il bio per tutti. Ma su tutti, che emergano con forza la missione originaria e la visione del bio.

Trend attività bio 2015-2019

Cuore del Rapporto la fotografia di 3.476 attività bio censite da Bio Bank nel 2019. Significativo il turnover: oltre 500 le attività uscite dal censimento, quasi 650 quelle entrate. Nell’arco degli ultimi cinque anni è cresciuto del 7,3% il numero totale di attività bio delle tre tipologie alimentari monitorate. Al primo posto ancora i siti di e-commerce di alimenti bio, arrivati a quota 405 (+41,6%), trend già positivo accelerato ora dalla pandemia. Al secondo i ristoranti bio, a quota 543 (+20,7%), situazione destinata purtroppo a cambiare nel 2020 per la drastica riduzione del giro d’affari dovuto alla chiusure forzate. Scendono invece a 1.339 i negozi bio (-4%), che soffrono la concorrenza della grande distribuzione e reagiscono puntando sull’aggregazione.Continua la fase propulsiva della cosmesi bio, dove le attività sono cresciute del 121,4%. In testa gli e-commerce di cosmesi bio arrivati a 347 (+147,9%). Seguono le profumerie bio a quota 328 (+114,4%). A ruota le aziende di cosmesi naturale e biologica e detergenza ecologica arrivate a 514 (+110,7%). Il mercato chiede sempre più prodotti naturali e biologici certificati. Ma aumenta anche l’offerta di prodotti verdi solo a parole. Occorre spiegare la differenza, offrire criteri di scelta, aumentare la consapevolezza.

Regioni leader 2019

Ai primi due posti della classifica per numero assoluto di attività bio anche per il 2019 si confermano Lombardia ed Emilia-Romagna, mentre al terzo entra il Veneto. In queste tre regioni si concentrano 1.379 attività sul totale di 3.476, in pratica quattro su dieci. Alla guida della classifica per densità (numero di attività per ogni milione di abitanti) restano le Marche, al secondo posto entra il Trentino-Alto Adige, seguito dall’Emilia-Romagna. Tra le regioni leader in Italia solo l’Emilia-Romagna è presente sia nella classifica per numero, sia in quella per densità. Sul Rapporto sono presentate inoltre le regioni che primeggiano in ogni tipologia di attività, per numero assoluto e per densità. Un affresco dell’Italia del bio, tra capacità imprenditoriali e vocazioni dei territori.

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