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Lun. Dic 23rd, 2024

Un biodinamico, dalla A alla Z, che parli 100% italiano e si rifaccia a tradizioni e metodi di produzione della penisola da combinare con altre modalità più ancestrali. Modalità che escludano o limitino l’uso di sostanze chimiche, con l’obiettivo di ritrovare la giusta armonia tra uomo e ambiente e diventare produzione autenticamente made in Italy e non nata su teorie e pratiche derivanti da influenze straniere. È questa la sfida, con la missione di fare anche da apripista in Italia nella direzione di una biodinamica più autoctona, che lancia la “Fondazione Quid Novi”, madre del progetto enogastronomico Molisefood,con il fine di creareun soggetto volto a regolamentare e convogliare produttori biologici che utilizzino non tecniche di biodinamica generale, riconducibili nel particolare al filosofo e scienziato tedesco Rudolf Steiner e alla disciplina da lui fondata negli anni Venti e basata sull’interconnessione tra terreno e cielo per accrescere la fertilità della terra e migliorare il suolo per produrre piante e alimenti sani.

Fondazione Quid Novi e MoliseFood, sulla base della realtà complessiva del biologico molisano, intendono quindi, nella speranza di essere modello per il Paese e di poter fare da traino al resto d’Italia, riportare alla luce il valore delterritorio molisano non eccessivamente antropizzato, ricco di eccellenze e frutto di una tradizione solida che ancora resiste. Numeri alla mano, oggi il biologico del Molise può contare su11.964 ettari, con una variazione in positivo del 6,7% in relazione al rapporto 2018-2019 dell’ultimo report dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) e del Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica (Sinab).

MoliseFood, progetto enogastronomico imprenditoriale, nato due anni fa con il coinvolgimento di circa 20 aziende agricole e artigiane in costante aumento e un paniere di prodotti di eccellenza enogastronomica e identitari della regione – per un attuale piano di sviluppo che vede tre store enogastronomici aperti a Roma e un quarto in dirittura di arrivo nella zona Parioli della Capitale, e un punto vendita a Siviglia (Spagna) -, ha in particolare il compito di provvedere alla selezione degli operatori, in funzione nel territorio, per l’adesione all’Hub Internazionale Bio e Dinamico, nato sotto indicazione del comparto estero che ha raccolto le istanze dei numerosi Italiani espatriati che identificano nella produzione di eccellenza italiana un’opportunità di crescita economica e personale.  Hub Internazionale Bio e Dinamico ha la finalità di aprire una Farm dedicata in Molise, dove poter applicare le buone prassi individuate all’interno dell’Hub e la successiva disseminazione e replica, delle azioni e dei risultati ottenuti, su scala planetaria.

MoliseFood ha preso a cuore il progetto – spiega il direttore generale dell’iniziativa enogastronomica, Francesco Caterina perché nella più piccola regione a statuto ordinario del Paese, certe cose accadono più in fretta ed il patrimonio materiale ed immateriale del territorio rischia di deteriorarsi più rapidamente che altrove”. “L’Hub è Bio – aggiunge Caterina – perché si occupa di elementi vivi ed è dinamico perché non vuole solo incentivare tecniche agricole o di allevamento che escludano o limitino l’uso di sostanze chimiche, ma intende esplorare nuove modalità produttive, per combinarle con altre più ancestrali, per ritrovare la giusta armonia tra uomo e ambiente portandoci a produrre in maniera sostenibile alimenti di qualità e salutari per l’organismo. Una vera opportunità per il Molise, territorio non eccessivamente antropizzato e ricco di eccellenze, frutto di una tradizione solida che ancora resiste”.

Caterina ricorda inoltre che all’intero progetto si lavora insieme all’avvocato Enzo Iacovino, che sta lavorando alla Regolamentazione e istituzione Nazionale e Regionale di biodistretti alimentari, anche con attenzione alla
Legge regionale n. 10 del 19 10 2020 Biodiversità e con la Cim dell’onorevole Angelo Sollazzo. A questo va aggiunta l’associazione di Michele Tanna, che ha già individuato dal 2009 ad oggi oltre 170 varietà autoctone solo di meli e peri oltre ad altro biologico, biodinamico, biodistretti alimentari, biodiversità.

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