Mai dare nulla per scontato a MasterChef Italia. In un’edizione già ricca, fin qui, di colpi di scena, gli episodi di ieri sera sono stati sorprendenti ed elettrizzanti, con sfide complesse, capaci di mettere alla prova tutti gli aspiranti chef e di sconvolgere totalmente gli equilibri all’interno della Masterclass. Al termine della serata del cooking show prodotto da Endemol Shine Italy per Sky, i grembiuli rimasti sulle postazioni erano quelli di Valeria e Cristiano, i due concorrenti a cui i giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo, Giorgio Locatelli hanno comunicato di dover abbandonare ufficialmente la gara.
L’appuntamento di ieri, su Sky Uno/+1 e on demand, conferma gli ottimi ascolti della scorsa settimana con 1.125.521 spettatori medi col 4,02% di share; nel dettaglio, il primo ha raggiunto 1.194.764 spettatori medi e il 3,67% di share, con il 74% di permanenza e 1.603.817 contatti; il secondo, ha totalizzato 1.056.278 spettatori medi e il 4,48% di share, con il 76% di permanenza e 1.394.176 contatti. Durante la messa in onda, anche questa settimana Sky Uno è stato il canale più visto dagli abbonati Sky.
Sui sette giorni, gli episodi della scorsa settimana hanno raggiunto una media serata di 2.247.745 spettatori, ancora una volta in crescita del +20% rispetto alla scorsa stagione e stabile rispetto ai livelli record della puntata precedente (quando aveva segnato il risultato più forte delle ultime 4 edizioni).
Sky Brand Solutions, dipartimento di Sky Media, insieme a Endemol Shine Italy ha portato a bordo dei nuovi episodi di “MasterChef Italia” Hotpoint, Voiello, Regina Asciugoni, Cirio, Acqua Minerale San Benedetto, Amadori, KitchenAid, Olio Filippo Berio, Molino Spadoni, Siggi, Zwilling Ballarini Italia, Ubena Spezie, NH Hotel Group, Hopla’, Mazzetti l’Originale, Eurovo, So Wine So Food, Tagliabene, Riserva San Massimo.
Da subito, gli 11 concorrenti ancora in gara a inizio serata hanno scoperto il tema delle sfide, i quattro elementi naturali, e si sono trovati di fronte a una scelta. Sulle postazioni c’erano infatti due Mystery Box: una “classica”, con ingredienti a sorpresa coperti nascosti sotto di sé, a simboleggiare l’aria; l’altra trasparente, per l’acqua, con dieci ingredienti ben visibili, tra i quali bottarga di muggine, fegato di pescatrice, lattuga di mare, cannocchie, percebes, uno scorfano, l’umibudo (detta “uva di mare”) e delle uova di seppia. Scegliere una sicurezza o l’ignoto? I soli a prendere la Mystery trasparente sono stati Eduard e Jia Bi, tutti gli altri hanno provato l’azzardo della box misteriosa con dentro aghi di pino, carrube, castagne con riccio, colombaccio, farina di olmo rosso, foglie di moringa, cachi, rambutan, rigaglie di volatile e uova di anatra. 45 minuti per trasformare in un piatto queste due liste incredibili di ingredienti, e alla fine della prova all’assaggio di Barbieri, Cannavacciuolo, Locatelli sono arrivate le creazioni di Maxwell (“Due anatre”, omelettes con petto di colombaccio e fegato saltato, salsa agrodolce alla frutta e salsa di castagne e burro), Eduard (“Gli opposti si attraggono”, brodo di mare con scorfano e percebes, accompagnati da alga fritta e salsa di fegato al prezzemolo) e Francesco “Aquila” (“Colombaccio curioso”, filetto di colombaccio con salsa di cachi e castagne e spuma di albume d’anatra su fegato saltato alla veneziana). Il migliore in assoluto è stato proprio quest’ultimo, che ha ricevuto grandi complimenti dai tre giudici.
Il suo primo Invention Test da vincitore gli ha permesso di conoscere l’ospite di questo appuntamento: Terry Giacomello, una stella Michelin con il suo ristorante Inkiostro, talento fra i più creativi, avanguardisti e tecnici della scena non solo italiana. L’obiettivo della prova era capire come mettere assieme ingredienti molto particolari: Giacomello, infatti, ha portato tre gruppi di alimenti davvero estremi, e per Aquila il vantaggio della vittoria alla Mystery consisteva nei fondamentali suggerimenti dello Chef stellato su come abbinarli. I tre gruppi di ingredienti erano: il primo, fagioli cotti al vapore e poi cosparsi con un batterio a formare una muffa commestibile, caprino, aceto di rosa, succo di prugna, colla di pesce, polvere di olive nere, un amido; il secondo, carne di alce, cicerbita alpina, bacche di quercia australiana, grano saraceno soffiato, pigne cotte commestibili, sciroppo di pigna, erba fungo, xantana, resina di larice, amido e burro chiarificato; infine, la “mission impossible”, 40 ingredienti, una selezione incredibile di erbe sott’olio, sott’aceto e sotto sale, e alcuni condimenti che spaziavano dal lampone artico a un miso fatto coi semi di papavero. Altro vantaggio per “Aquila”, la possibilità di assegnare a ogni avversario il gruppo di ingredienti da utilizzare: il primo e più “facile” è finito tra le mani di Jia Bi, Max, Eduard e Monir; il secondo, di media difficoltà, lo ha assegnato a Valeria, Cristiano e Irene; il terzo, complicatissimo, lo ha consegnato ad Antonio, Azzurra e Federica, oltre a sceglierlo per sé. Per tutta la Masterclass, la prova è stata molto complicata se non addirittura estrema: tra chi ha deluso le aspettative e chi invece ha mostrato qualche guizzo geniale, i giudici accompagnati da Giacomello hanno premiato Jia Bi; i tre piatti peggiori invece sono stati quelli di Azzurra, Valeria e Cristiano, e ad abbandonare la gara è stata proprio la determinata Valeria, 24enne di Vasto.
Per la prova in esterna, giudici e concorrenti si sono trasferiti sulle rive del Lago d’Iseo, dove una piccola comunità di pescatori si tramanda di padre in figlio le antiche tecniche di pesca e di conservazione dell’agone, anche conosciuto come sardina d’acqua dolce. Dopo essere stato pescato, questo pesce viene sottoposto a salatura, essiccato all’aria e torchiato: un procedimento che ne ha fatto un presidio Slow Food. La sfida per le due brigate era quella di rendere onore a questa tradizione con un menu a tre portate in cui la sardina essiccata fosse protagonista insieme al pescato di lago di giornata, per un pranzo giudicato proprio dai pescatori del luogo. L’antipasto della brigata blu prevedeva un filetto di sardina essiccata avvolto in una foglia di verza con un cremoso di patate affumicate e una riduzione di melograno, con un crumble di farina di castagne; per i rossa, invece, un menu con, come antipasto, un filetto di sardina essiccata con verdurine agrodolce, lingue di gatto al ginepro e ricotta di capra, altra eccellenza del luogo; per il primo, libertà di scelta per entrambe le brigate: i cuochi incaricati di preparare i piatti di pasta potevano anche parlare con i pescatori, ascoltarne i preziosi consigli e poi raccogliere il pescato del giorno, prima di scegliere una sola specie; per la terza portata, infine, le brigate dovevano rivisitare la tradizionale sardina essiccata cotta sulla brace e servita con polenta.
La vincitrice dell’Invention Jia Bi ha scelto il menu rosso, prendendo con sé Antonio per l’antipasto, Eduard per la pasta del primo, Max per la terza portata, insieme al “jolly” Azzurra. Tutti gli altri sono finiti nella brigata blu e hanno eletto capitano Monir, ma anche i loro compiti sono stati assegnati da Jia Bi: antipasti per il leader e Cristiano, la pasta per “Aquila”, terza portata per Federica e Irene. La prova ha regalato la vittoria alla brigata rossa, mentre i 5 componenti della brigata opposta sono stati costretti ad affrontare il Pressure Test.
Come prima mossa, i tre giudici gli hanno dato la possibilità di salvare uno di loro: la scelta è caduta su Monir, giudicato da tutti un buon leader. Per i restanti 4, ultima prova a base di carne, con 13 tagli diversi su ognuna delle postazioni: come primo passaggio, dovevano riconoscere il maggior numero di tagli possibile, associando nomi e pezzi di carne. A seguire, divisi a coppie, chi dei due aveva riconosciuto più tagli poteva scegliere per sé e per l’altro cosa cucinare: Federica ha preso per sé la lombata di agnello e per Irene la milza, stesso ostico taglio, quest’ultimo, scelto da “Aquila” per Cristiano, mentre per sé ha scelto le costine di agnello. I due vincitori del primo step hanno avuto un altro vantaggio: da un vassoio con sopra diversi ingredienti (pelati, funghi shiitake, cardi, ananas, friselle, aglio nero, melograno, puzzone, spinaci, zucca) potevano tenerne alcuni per sé e lasciare il resto all’altro membro della coppia. La prova si è rivelata fatale per Cristiano, operaio 46enne di Ravenna, autoironico ed emotivo durante tutto il suo percorso: il suo piatto con la milza era squilibrato e a questo punto della gara conoscere gli ingredienti è fondamentale, quindi i giudici non hanno potuto far altro che fargli togliere il grembiule.
Cristiano sin da subito si è messo in gioco, sfidando uno a uno tutti i suoi limiti, al punto da rendere celebre la sua “Trattoria Cavolini”. La stessa cosa che gli altri aspiranti chef sono chiamati a fare anche nei prossimi episodi – attesi per giovedì 11 febbraio alle 21.15 sempre su Sky e NOW TV – per poter continuare a cucinare ai fornelli di MasterChef Italia. Il traguardo si avvicina, manca sempre meno alla conclusione del percorso: va avanti solo chi si mette in gioco senza mai dare nulla per scontato.