Fino ai primi mesi del 2020, nonostante le abitudini dei consumatori stessero già cambiando, il pranzo al ristorante con i propri colleghi, come l’aperitivo il pomeriggio o la cena in compagnia di amici la sera rappresentavano quei momenti tanto speciali e unici, quanto estremamente scontati.
Sono bastate solo poche settimane per rivoluzionare tutto e dopo quasi un anno, secondo uno studio della Coldiretti, oggi i danni subiti a causa delle restrizioni ammontano a circa 41 miliardi di euro.
Proprio nelle situazioni più drammatiche, si concentra lo sviluppo di nuove soluzioni: sono sempre più numerose le aziende che, negli ultimi mesi, hanno iniziato a realizzare il potenziale della realtà aumentata, da sempre considerata come la tecnologia riservata a grandi aziende con elevati budget.
Aryel è la prima piattaforma di AR marketing dove anche le realtà più piccole, che costituiscono la gran parte del settore F&B, possono implementare la realtà aumentata nel loro marketing mix, offrendo ai potenziali clienti esperienze uniche.
“Grazie alla realtà aumentata ristoranti e attività del settore possono far vivere ai propri clienti situazioni ingaggianti in totale sicurezza: tramite il proprio smartphone sarà possibile consultare il menù, scoprire gli ingredienti o indagare sulla provenienza di un alimento” spiega Mattia Salvi, CEO di Aryel.
Troppe informazioni in poco spazio: AR per il packaging
La ricerca “What matters to consumers when buying food?” condotta a livello globale da DNV GL, evidenzia come l’emergenza Covid abbia in buona parte modificato le priorità dei consumatori, ponendo in primo piano i temi della sicurezza alimentare, prima preoccupazione per il 55%, insieme alla salute, per il 53%.
Uno dei punti deboli del settore è rappresentato dalla difficoltà per i produttori di inserire un gran numero di informazioni, nutrizionali e non, nel poco spazio a disposizione su packaging ed etichette, dove ingredienti, informazioni nutrizionali e contenuti pubblicitari si rubano il posto a vicenda su tetrapack, confezioni e scatole.
Le campagne marketing realizzate con Aryel danno la possibilità di ottimizzare questo spazio, regalando al consumatore finale un’esperienza del tutto nuova e coinvolgente.
Non solo immagini e informazioni statiche: con l’AR all’utente basterà inquadrare un marker posizionato sulla confezione o la confezione stessa per attivare musica, video e esperienze interattive.
AR a servizio della ristorazione
Integrare la realtà aumentata nei menù dei ristoranti permette non solo di superare le barriere linguistiche ma anche di fornire ai clienti un’esperienza phygital unica e immersiva, che migliori l’esperienza del consumatore in un contesto low-touch come quello che, a causa della pandemia di Covid-19, si sta vivendo.
Implementare dinamiche di Product Visualization nei menu è infatti un modo efficace per coniugare il mondo digitale con quello fisico ed emozionale della ristorazione, regalando ai clienti un’esperienza complessiva ingaggiante e offrendo ai clienti un’attività interattiva con cui distrarsi mentre attendono di essere serviti o mentre aspettano l’arrivo del rider comodamente a casa.
Tutto questo, raccogliendo i dati demografici dei consumatori e permettendo così ai ristoratori di conoscere meglio la propria clientela.
Grazie ad Aryel già alcuni importanti nomi della ristorazione italiana stanno arricchendo la loro offerta, permettendo ai propri clienti di consultare i menu in AR ed esplorare i piatti in 3D comodamente da casa o direttamente al tavolo.
AR: una sfida per gestire la sicurezza alimentare
Verificare l’efficienza e la sicurezza delle catene di approvvigionamento è fondamentale, anche quando è impossibile effettuare controlli sul campo o garantire la distanza, come è successo durante l’emergenza Covid 19.
La digitalizzazione dei campi di visuale e la rappresentazione digitale degli oggetti al loro interno migliorerebbe le pratiche di verifica della sicurezza alimentare: il tecnico potrebbe lavorare a distanza con un dipendente, condividendo la stessa visuale dello schermo, per rilevare le aree di miglioramento necessarie o le indagini supplementari. Ciò consentirebbe di rappresentare digitalmente l’intero processo produttivo.
Per questo è sempre più importante adottare tecnologie digitali: secondo Thomas Burke, scienziato per la tracciabilità e la sicurezza alimentare presso il Global Food Traceability Center, Institute of Food Technologists di Chicago è questa la strada che l’industria alimentare deve percorrere nell’immediato. In particolare, soluzioni come la realtà aumentata potrebbero migliorare le pratiche di sicurezza alimentare, la conformità e la verifica.
La realtà aumentata, inoltre, nel settore food and beverage può aiutare i consumatori a fare scelte più ragionate circa quello che acquistano: con regole sempre più stringenti sulle indicazioni da dare in merito alla provenienza e alla composizione dei prodotti – ad esempio la presenza di allergeni – questa tecnologia aiuta a mettere in evidenza questa informazioni fondamentali e a dare una migliore esperienza di acquisto, a partire dall’INCI.