Ad un anno dal primo lockdown come sono cambiati i comportamenti dei consumatori nella GDO? E quali sono stati i trend in crescita?
Secondo un’indagine condotta da Youthquake (https://www.youthquake.it) agenzia di data-driven marketing con sede a Milano e Londra il processo di digitalizzazione in atto in tutti i settori ha inciso anche sulle modalità di acquisto, decretando una crescita esponenziale del 45% della spesa online, sia che si tratti di consegna a casa o di ritiro in negozio.
Questa nuova attitudine sta comportando un’attenzione all’implementazione di sistemi di e-commerce che offrano una customer experience fluida, ma soprattutto attenta alle necessità del cliente. Un dato interessante si riscontra anche nell’aumento del 45% delle spese abbondanti, un trend dovuto alle limitazioni imposte dalle misure di contenimento della pandemia e che oggi continua a guidare anche l’acquisto fisico del cliente all’interno dei supermercati.
Le abitudini di acquisto non potevano che risultare influenzate anche dalle variazioni di reddito degli italiani. In molti casi l’indebolimento del potere di acquisto ha comportato per il 34% delle persone una maggior attenzione al prezzo dei singoli prodotti. Un dato che riporta sempre più in auge l’utilizzo di strategie di email marketing. L’efficacia di un simile tool si riflette anche in un altro dato rilevato da Youthquake, secondo il quale il 75% degli utenti preferisce un tipo di comunicazione con messaggi diretti come email ed sms, per rimanere sempre informato su promo, offerte e informazioni generali. In tal senso è utile quindi inserire questa modalità di comunicazione all’interno di una strategia omnicanale più ampia, fondamentale per guidare il processo di acquisto che abbatta le distanza tra negozio fisico e online a vantaggio di una prossimità digitale sempre più centrale nel retail del futuro.
“È interessante notare come stia anche cambiando la fedeltà dei clienti ai singoli brand. Oggi infatti gli elementi vincenti sono una crescente attenzione verso il cliente e i vantaggi offerti” – spiega Matteo Milione, Managing Partner di Youthquake – “Il customer care diventerà sempre più nevralgico anche per il settore della GDO, anche perché in un momento storico come quello che stiamo vivendo, il consumatore ricerca maggiormente empatia, oltre che rapidità e velocità rispetto alle sue richieste.”
I comportamenti dei consumatori si diversificano anche in base al canale di comunicazione che viene utilizzato e comprendere le esigenze dell’utente che si ha di fronte è sempre fondamentale per adeguare la propria comunicazione.
Il pubblico femminile risulta essere quello maggiormente attivo nelle ricerche e nelle interazioni, con il +6% rispetto agli uomini. Un divario che si registra maggiormente su Google, dove il CTR, ovvero la cosiddetta percentuale di click, dell’utenza femminile registra un +9%.
Sempre Google è lo strumento prediletto, in termini di interazioni, dagli utenti di età compresa tra i 18-24 anni, mentre Facebook rimane maggiormente presidiato dalla fascia 45-65+. Un chiaro segnale che conferma il progressivo abbandono del noto social network da parte delle generazioni più giovani, che prediligono altre piattaforme.
Sperimentazione in cucina e lotta allo spreco alimentare
Per quanto riguarda le nuove abitudini degli italiani in cucina l’indagine di Youthquake, condotta sia sui dati di vendita di alcuni importanti player del settore della GDO per i quali l’agenzia ha curato la strategia digital che sui comportamenti degli utenti sul web, ha evidenziato che il 49% cucina di più rispetto al periodo pre pandemia e in generale il 35% delle persone ha dichiarato di mangiare di più, contro il 13% che ha affermato di aver consumato meno cibo.
Tra giugno e dicembre 2020 sono inoltre calate del 40% le consegne a domicilio, aspetto dovuto ad una riscoperta della sperimentazione in cucina, soprattutto da parte della fascia 18-35 anni. Un trend già in crescita negli ultimi anni, complice il boom di programmi televisivi e di influencer legati al food&beverage, che durante la pandemia ha segnato un ulteriore aumento dovuto alla maggior disponibilità di tempo da trascorrere in casa. L’80% degli utenti si è cimentato in prima persona quotidianamente con la cucina, in particolar modo il 30% ha dichiarato di aver trascorso molto tempo ai fornelli nel corso di quest’anno.
Come noto la maggior parte degli italiani si sono soprattutto dedicati a lievitati come pizza e focacce, il 52%, oltre ad altre pietanze. Il 50% si è messo alla prova con i dolci, perfezionando le proprie ricette, sperimentando soprattutto ricette di torte classiche (50%) e a seguire biscotti (42%) e infine l’intramontabile tiramisù (37%).
Il 49% si è cimentato nei primi piatti e nello specifico provando a preparare sushi e pesti (il 61%) seguiti da pasta fresca e gnocchi (40%) e lasagne (34%).
Il 34% ha provato con i secondi piatti, dove le ricette più seguite e replicate sono state polpette di vario genere (54%) seguite da frettate (49%) e piatti a base di pollo o tacchino (47%). Infine il 19% ha provato la strada della panificazione, uno dei trend gastronomici maggiormente seguiti e replicati nei primi mesi di lockdown.
Non è mancata la voglia di sperimentare anche piatti provenienti da cucine etniche, le ricette maggiormente ricerca e riprodotte sono state quelle cinesi (46%), messicane (44%) e infine arabe-mediorientali (44%).
Il lockdown è stato anche l’occasione per avvicinarsi e dilettarsi nello urban farming, la coltivazione di frutta, ortaggi ed erbe aromatiche in città. Il 19% ha approfittato dei balconi, l’11% ha provato con piccole colture direttamente tra le proprie mura mentre il 10% ha iniziato a coltivare un proprio orto fuori casa.
Una maggiore attenzione alla provenienza dei prodotti usati in cucina ha comportato anche una maggior cura da parte del consumatore verso un’alimentazione sana che si è tramutata in forte attenzione alla filiera dei prodotti alimentari e, più in generale, in un rinnovato interesse verso i prodotti bio e a km0.
Infine si è anche assistito ad una rinnovata attenzione al tema della lotta allo spreco alimentare. Ad oggi nel 95% delle case italiane quasi nulla o comunque poco cibo finisce nella pattumiera (rispettivamente nel 66% e 29% dei casi). C’è stato un aumento delle corrette abitudini anti-spreco come ad esempio pianificare i pasti grazie ai cosiddetti meal plan sempre più utilizzati e in generale la lista della spesa è tornata ad essere utilizzata più spesso in fase di acquisto dal 39%. Inoltre il 33% conferma di riutilizzare con maggior frequenza gli avanzi.
In generale le coppie tendenzialmente sprecano meno cibo rispetto a chi vive da solo e alle
famiglie più numerose: il 77% di chi vive in due ritiene di non sprecare quasi nulla di quanto presente in casa, contro il 65% di chi vive solo e il 66% dei nuclei più numerosi.