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Mer. Nov 20th, 2024
Cuba circa 200 tonnellate all’anno la domanda italiana di microalghe essiccate, per utilizzi che vanno dall’alimentare e dalla nutraceutica alla cosmesi e alla farmacopea fino ai mangimi per i pesci. Solo meno del 13% della domanda viene oggi soddisfatta dalla produzione nazionale, per i tre quarti concentrata sulla spirulina e in capo ad una decina di aziende. La catena del valore italiana comprende anche alcune realtà che producono componenti, come i fotobioreattori, o impianti completi per la coltivazione. Questi alcuni dei dati forniti in esclusiva da Alberto Bertucco, presidente di AISAM, Associazione Italiana per lo Studio e le Applicazioni delle Microalghe, e Liliana Rodolfi, docente dell’Università degli Studi di Firenze, nel corso della presentazione del nuovo progetto AlgaeFarm, nell’ambito della Digital Preview di AquaFarm e NovelFarm di Pordenone Fiere.
Il mercato italiano richiede elevata qualità, ma i nostri produttori subiscono la concorrenza di aziende europee più strutturate (Francia e Spagna) con offerte comparabili, ma soprattutto degli arrivi dall’estremo oriente, “cerficati bio” ma con prezzi che sono una frazione di quelli praticati per la spirulina bio europea.
A livello mondiale ed europeo il mercato è più sviluppato pur essendo partito, dal punto di vista della ricerca industriale. in contemporanea con quello italiano, che non è decollato se non nello scorso decennio. Le stime sulla produzione mondiale sono molto variabili, da un minimo di 25.000 tonnellate/anno ad un massimo di 130.000, suddiviso tra una ventina di generi ognuna con più specie. Dal 50 al 90% delle quantità, a seconda delle stime, si concentra su due generi, spirulina e clorella. Il valore supera abbondantemente il miliardo di dollari a livello globale ed è caratterizzato da un prezzo al kg molto elevato che lo rende rilevante sebbene in quantità non sia comparabile al contiguo comparto delle macroalghe che ogni anno produce 4,6 milioni di tonnellate. C’è da notare però che si calcola che la domanda potenziale in alcuni settori, come quello della produzione di mangimi per pesci, sia molto elevata, un milione di tonnellate solo per quello citato.

Se si compara il mercato europeo a quello mondiale, il nostro continente risulta marginale sul fronte della produzione. Il totale, secondo EABA (European Algal Biomass Association) arriva a 500 tonnellate, con poco meno della metà concentrate su spirulina e clorella. I prezzi variano molto, come la qualità, anche all’interno dello stesso genere. In totale il valore è di circa 500 milioni di euro, con una crescita media anno su anno del 10%. Le prospettive sono più rosee se si considerano gli usi finali della biomassa. Escluse le proteine, estratte da spirulina e clorella, altre sostanze ricavabili hanno prezzi di mercato molto elevati, si va dai 200-600 dollari al kg per gli acidi grassi fino ai 45.000 dollari al kg per la fucoxantina, un potente anti-infiammatorio, oggi estratto a livelli di purezza inferiori da alcune alghe multicellulari brune.

La ricerca, di base e industriale, si concentra oggi sul miglioramento della produttività delle microalghe coltivate, in particolare attraverso la maggiore efficienza del processo della fotosintesi, su cui si basa la fisiologia della maggior parte dei generi utilizzati su scala industriale. L’attenzione si appunta specialmente su sorgenti luminose che emettano le frequenze meglio utilizzate dai diversi generi. Un secondo campo di ricerca mira a ottimizzare la produttività delle microalghe in tutto il volume d’acqua in cui sono contenute le colture, evitando concentrazione che creano zone d’ombra dove la crescita degli organismi si arresta.

I temi presentati e altri ancora saranno ripresi nell’agenda di AlgaeFarm in programma i prossimi 9 e 10 giugno, iniziativa illustrata da Lucia Prosdocimo, Project manager della manifestazione.

Le registrazioni delle conferenze saranno presto disponibili sui siti web www.aquafarmexpo.it e www.novelfarmexpo.it.

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