“Si parla tanto del Ministero della Transizione ecologica, affidato a un ministro-tecnico. Per ora è soltanto un nome nuovo, scelto per far credere che sapremo spendere i fondi europei destinati alla ripresa dopo la pandemia. Purtroppo dietro, a livello politico, c’è il nulla: mancano del tutto un pensiero, un’elaborazione, qualcosa che vada al di là dell’aria fritta”.
Non usa mezzi termini il presidente internazionale e fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, mentre, con SenzaFiltro (magazine dedicato alle tematiche legate al mondo del lavoro, https://www.informazionesenzafiltro.it/), discute del presente e del futuro, dopo più di un anno di emergenza sanitaria mondiale.
Aggiunge Petrini: “Se manca una visione d’insieme, è difficile ricostruire. Anche in Italia, per realizzare la transizione ecologica, serve una mobilitazione politica, culturale, empatica. Decine di milioni di persone devono cambiare stile di vita. Occorre conciliare la ripresa con le buone pratiche di una società che si trasforma”.
Possono farlo i partiti?
“Su questi temi i partiti di sinistra non sono aggiornati, tentennano, non hanno argomenti forti. Il M5S sembrava avere argomenti, ma, una volta arrivato al governo, non ha saputo interpretarli. I Verdi di fatto in Italia non esistono. Per non parlare degli altri… Ho poco fiducia nella politica di questi partiti, se l’obiettivo è quello di giungere a un vero cambiamento. Occorre avviare una mobilitazione in modo capillare”.
In quale modo?
“Io penso che si debba iniziare dal basso per arrivare in alto. Dai movimenti, incluso il nostro. E poi dai Comuni, da sindaci, dalle amministrazioni locali. Ecco, credo molto nel ruolo dei sindaci come interpreti del loro territorio, della loro gente e delle esigenze reali”.
L’intervista qui https://www.informazionesenzafiltro.it/carlo-petrini-presidente-slow-food-dietro-il-ministero-per-la-transizione-ecologica-ce-il-nulla/