Da secoli, in Italia, la tradizione del vino si intreccia con uno straordinario patrimonio di conoscenza perché, nel nostro Paese, il saper fare tecnico si intreccia in modo speciale e indissolubile con gli aspetti culturali. “La coltura che è cultura”,sosteneva Luigi Veronelli. Chi coltiva e produce il vino lo fa con un’attenzione, una cura e una dedizione che tutto il mondo invidia: anche per questo, il vino è considerato a pieno titolo una delle grandi eccellenze del Made in Italy, complici anche le condizioni climatiche e territoriali particolarmente favorevoli.
Per tutte queste ragioni, il vino gioca un ruolo cruciale nella vita degli Italiani e nell’economia del Paese.
Secondo un report Federvini solo nei primi mesi del 2020 il mercato del vino ha registrato una perdita pari a 2 miliardi di euro ed è proprio in un momento così difficile che la grande passione per il vino, che lega tantissimi cittadini, da Nord a Sud, si è dimostrata uno dei grandi collanti della società, nonostante la convivialità tradizionale cui il vino è associato sia stata sconvolta, richiedendo nei consumatori mutamenti profondi.
L’impossibilità di partecipare a feste e momenti di convivialità ha compromesso i consumi fuori casa e messo profondamente in crisi il mondo della ristorazione, ma per non subire passivamente la crisi sono molteplici le soluzioni innovative adottate dai professionisti del settore venendo in questo modo incontro alla necessità di consumare vino, pur nel mutato contesto.
Definire quale sia stato l’impatto del lockdown sul consumo di vino in Italia è lo scopo dello studio condotto da Sommelier Wine Box, che ha indagato come il confinamento forzato ha trasformato in maniera significativa quantità, frequenza e occasioni di acquisto e di consumo del vino in Italia.
“Il
nostro lavoro si basa sul raccontare le storie di chi ogni giorno
lavora nei vigneti, portando a casa degli appassionati vini speciali.
Al tempo stesso, sapevamo che raccogliere dati e monitorare i
cambiamenti causati dalla crisi sarebbe stato cruciale, per leggere
il presente e interpretare le sfide future del settore. Questa
ricerca nasce proprio dalla volontà di comprendere i mutamenti del
presente e trovare nuove soluzioni, in grado di andare davvero
incontro alle esigenze delle persone” spiegano Sara e Luca
Menato, Co-Founder di Sommelier Wine Box.
Dalla ricerca, infatti, emerge come anche nel mondo enologico abbiano avuto una notevole importanza la digitalizzazione e tutti i nuovi servizi di interazione virtuale, utili a tenere unite le persone e vivo l’interesse verso il mondo del vino, nonostante le distanze e le mutate occasioni d’uso.
Sebbene la distanza forzata abbia causato l’isolamento fra le persone, infatti, il vino continua a farsi interprete dei momenti della socialità, vissuti a distanza.
Abitudini di consumo: cos’è cambiato con il lockdown
Elaborata su un campione di circa 700 persone, la ricerca fornisce una panoramica piuttosto completa. Il campione, le cui risposte sono state raccolte tramite questionario, è composto da una leggera maggioranza di respondent di sesso maschile (55%); inoltre, la maggior parte dei rispondenti possiede la laurea o titolo di studio superiore (57%). Il campione è stato suddiviso in 5 fasce di età: under 25, fra i 25 e i 34 anni, fra i 35 e i 44 anni, fra i 45 e i 54 e gli over 55, così da potere analizzare con un alto grado di sofisticazione il campione e dargli voce secondo i diversi punti di vista.
Il report ha permesso di confrontare le abitudini delle persone prima, durante e post lockdown. In termini di frequenza del consumo di vino, prima di marzo 2020, il 73% delle persone di età compresa fra 25 e 34 anni e il 66% dei respondent fra i 35 e i 44 anni consumava una bottiglia di vino con una frequenza compresa fra tre giorni e una settimana.
Le frequenze di consumo di vino variano con l’arrivo del lockdown: il 59% dei casi registra una variazione rispetto al periodo precedente il marzo 2020. Il 48% dei rispondenti ha dichiarato che il proprio consumo è aumentato durante il lockdown, mentre solo l’11% ha bevuto meno vino rispetto a prima. I dati indicano che chi era abituato a bere di meno ha risentito maggiormente del lockdown, avendo aumentato il proprio consumo di vino, mentre laddove i consumi erano più frequenti e stabili nel pre-lockdown, più le occasioni in cui si beveva non sono cambiate.
A conferma del fatto che meno i consumi erano frequenti nel pre-lockdown, più le occasioni di consumo di vino sono cambiate, il 61% di chi consumava una bottiglia ogni 1-2 giorni ha dichiarato che le occasioni in cui consumava vino sono cambiate, mentre nel gruppo di chi consumava una bottiglia ogni 2 settimane, è il 92% ad averle cambiate.
Accanto a questa analisi, un altro filone di indagine è stato condotto per individuare quali fossero i luoghi di consumo più gettonati per il vino prima dell’arrivo della pandemia, con l’obiettivo di capire se l’abitudine a consumarlo in un luogo piuttosto che in un altro (oppure in un’occasione piuttosto che in un’altra) sia stata rilevante nel determinare il comportamento degli individui durante il lockdown, sempre per ciò che riguarda il consumo di vino.
L’andamento delle occasioni per chi pre-lockdown consumava vino soprattutto in bar e in ristoranti si rivela piuttosto simile: si tratta degli stessi che durante il lockdown hanno iniziato a consumare molto vino soprattutto a cena. Una differenza è riscontrabile nel fatto che chi beveva al bar è stato inoltre più propenso a iniziare a bere anche a pranzo e da solo.
Acquistare vino online? Meglio tramite siti specializzati e gestiti da esperti
Il lockdown ha avuto un significativo impatto in relazione all’acquisto di vino online, che nella ricerca di Sommelier Wine Box è stato analizzato rispetto alle abitudini di acquisto precedenti: il 50% dei rispondenti ha registrato modifiche nei comportamenti di acquisto, o perché ha iniziato ad acquistare online o perché ha incrementato il proprio volume di acquisto. Inoltre, emerge un dato di genere interessante, dal momento che c’è assoluta parità, in percentuale, fra chi ha iniziato ad acquistare online durante il lockdown: si tratta del 28% dei respondent donne e del 28% dei respondent uomini. E per fornire un ulteriore dato di genere, tra gli over 40 che hanno iniziato ad acquistare vino online durante il lockdown, più donne che uomini, in percentuale, continuano con questa abitudine anche dopo.
Per quanto riguarda i canali di acquisto, in generale, è evidente una preferenza per il canale dell’e-commerce e dei wine club online, che viene utilizzato in media nel 46,8% dei casi. Basso (14%), è l’utilizzo medio dell’acquisto tramite la spesa online. Questo ultimo dato indica come il vino sia considerato un bene di consumo diverso dal normale alimento, e che molti preferiscano comprarlo separatamente, in siti specializzati, ben forniti e gestiti da esperti.
Quanto al giudizio sulla qualità dell’esperienza di acquisto online, questa viene giudicata molto positivamente dai respondent. Tra i vantaggi del canale di acquisto online, quella più importante è la possibilità di scoprire nuove cantine, seguito dall’ampio ventaglio di scelta che il canale offre. Assai interessante è anche notare che la ragione legata alla possibilità di offerte migliori riscuote un basso rating, un fatto che definisce un profilo degli acquirenti di vino online maturo e alla costante ricerca di esperienze di valore. Chi acquista online lo fa consapevole di avere ampia scelta e per scoprire nuove cantine, e l’acquisto è guidato più da un orientamento alla qualità piuttosto che alla ricerca di offerte.
L’importanza dell’esperienza, anche se virtuale
La ricerca dimostra che la principale occasione di consumo di vino degli italiani è stata costituita dal momento della cena, mentre al secondo posto compaiono gli aperitivi virtuali. L’importanza del confronto e della community si rivela quindi importante durante i lunghi mesi di isolamento e di distanziamento forzato. Il mondo del vino, storicamente fatto di condivisione e di confronto fra appassionati, ha quindi trovato nuovi canali.
A questo proposito, le piattaforme di videoconferenze o streaming rappresentano una grossa opportunità per i professionisti del vino, poiché danno la possibilità di trasferire la componente esperienziale del vino anche senza la presenza fisica nelle cantine o ad eventi.
Proprio per queste ragioni, la seconda parte del report è dedicata ai cambiamenti relativi ai canali d’acquisto e di fruizione delle esperienze online.
La categoria degli appassionati di vino apprezza il canale di acquisto online di più rispetto ai regolari consumatori. Due, le evidenze: coloro che tendevano a consumare vino presso le cantine hanno la percentuale più alta di componenti che hanno iniziato ad acquistare online e che hanno poi continuato a farlo poiché soddisfatti (33%, rispetto al 22% di media); chi ha assegnato un rating più alto al consumo di vino durante eventi enologici in presenza ha una percentuale molto più alta della media di utilizzo del canale di acquisto di vino online già prima del lockdown (58%, contro 41% di media).
“Se questa ricerca mostra che il volume di vino consumato durante il lockdown è aumentato, il dato si rispecchia nei nostri dati di vendita, che risultano incrementati per numero di box (+248% rispetto ai due mesi precedenti dello stesso anno) sia rispetto a marzo e aprile 2019 (+261%) sia per fatturato (+240% rispetto ai due mesi precedenti dello stesso anno, +217% rispetto a marzo e aprile 2019).
Se il vino si conferma un elemento cruciale dello stile di vita italiano, il cui ruolo si è anche consolidato durante i mesi di lockdown, sono interessanti l’attenzione per i canali di acquisto specializzati e l’importanza della condivisione con la community, a indicare un mercato fatto di acquirenti esigenti e alla ricerca di vere e proprie esperienze enologiche. La digitalizzazione può sicuramente aiutare gli addetti del settore a favorire la nascita di nuovi punti di incontro per gli appassionati e di prodotti personalizzati ed esperienziali ” affermano Luca e Sara Menato, founder di Sommelier Wine Box.