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Lun. Dic 2nd, 2024

Il 2020 è stato l’anno che ha visto la crescita esponenziale del food delivery. Secondo l’Osservatorio The World After Lockdown Nomisma-Crif lo scorso anno 7 italiani su 10 hanno ordinato piatti pronti da locali chiusi, come i ristoranti e le pizzerie, per l’asporto o con consegna a domicilio. Il 28% ha fatto questi ordini tramite piattaforme di consegne e il 12% ha prenotato dal sito, dalla app, dai canali social o da WhatsApp dell’esercizio commerciale. Rispetto al 2016, il meal delivery – un servizio che denota la rinnovata esigenza di farsi consegnare pasti pronti direttamente a casa, non potendo consumarli nei locali – ha quasi quintuplicato le sue vendite con un giro d’affari che in Italia ha raggiunto i 706 milioni di euro e un incremento del +19% rispetto al 2019 (Fonte: Rapporto Coop 2020). E il trend nel 2021 pare non cambiare, con l’82% degli italiani che prevede di utilizzare i servizi di food delivery e take away.

Feat Food è una startup food tech che fa parte di una nicchia del mercato del food delivery, quella del meal planning market, e che, in linea con questo trend, solo nel 2020 ha acquisito 2.000 nuovi clienti (+240%), consegnato 50.000 pasti in tutta Italia e triplicato il suo fatturato rispetto al 2019. Feat Food sfrutta le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale per mettere a dieta le persone, consegnando direttamente a casa pasti sani e bilanciati. Il sistema permette agli utenti di inserire sulla piattaforma digitale le proprie caratteristiche fisiche e gli obiettivi di forma, sulla base dei quali viene studiato un menù tagliato su misura. La particolarità è che le combinazioni di alimenti e le giuste grammature sono elaborate non da uno chef in carne e ossa, ma da algoritmi di Machine Learning. La brigata di cuochi poi assembla i piatti nei laboratori di Milano, che sono consegnati in tutta Italia entro 24/48 ore.

Ma come si promuove un business customer centric di nicchia come Feat Food, che ha un target ben preciso di sportivi, appassionati di fitness e chiunque voglia seguire un regime alimentare sano – passando da 600 pasti preparati in un giorno a 3.000 (per un totale di 200.000 in 6 anni di attività)? Ne parla Kristina Ghali, Marketing Manager della startup.

La strategia di Feat Food in 4 passaggi

1. Il cliente al centro: ascolto e azione

Il prodotto di Feat Food è molto personalizzato perché ogni dieta è unica nel suo genere. In tutti i casi di business incentrato sul prodotto customizzato l’ascolto del cliente è fondamentale per l’azienda per evolvere e migliorarsi. Tanto che Feat Food organizza delle interviste periodiche con i suoi clienti, instaurando un rapporto autentico e trasparente con loro: “Oltre al supporto del nostro customer service, abbiamo deciso di organizzare almeno due volte al mese delle vere e proprie chiacchierate con i nostri clienti, con l’obiettivo di renderli parte attiva dei nostri processi decisionali. In queste occasioni emergono non solo le loro esigenze, ma anche eventuali problemi riscontrati con l’utilizzo della nostra piattaforma, che per noi sono molto utili per migliorare il nostro servizio. Ad esempio, seguendo i ‘gusti’ dei nostri clienti abbiamo deciso di introdurre alcuni nuovi ingredienti, come la zucca nella stagione autunnale, o snack tra cui brownies proteici e pancakes”.

2. Un approccio data-driven

Al giorno d’oggi per le aziende è sempre più importante saper usare strategicamente gli hard data e i soft data, che aiutano a identificare il comportamento del consumatore e a indirizzare le scelte di business. Una corretta strategia data-driven aiuta le imprese a creare punti di contatto con i propri clienti e a crescere più velocemente. “Viviamo in un mondo in cui il cambiamento è all’ordine del giorno e i mercati sono in costante evoluzione, soprattutto in ambito tech, dove i ritmi in tal senso sono altissimi. Uno dei vantaggi del lavoro all’interno di una startup è avere un timing di reazione dinamico per muoversi rapidamente. Essere capaci di stare al passo con i tempi, adattandosi al cambiamento, è una prerogativa importante anche perché ogni decisione che prendiamo ha un impatto sull’azienda. E, se si osservano dati attendibili e si confrontano le variabili, è possibile ridurre al minimo il margine di errore“.

3. Avere una forte attitudine al cambiamento

Il terzo passaggio, strettamente collegato al precedente, è l’attitudine al cambiamento: si parte dall’osservazione dei cambiamenti del mercato e delle esigenze del cliente per reinventarsi e riproporsi. “Questo dinamismo e la flessibilità del business sono diventati ingredienti fondamentali dei nostri pasti: negli anni i piatti si sono personalizzati e l’offerta si è ampliata: quando siamo partiti, proponevamo piatti pronti sani standard, ora invece, oltre al piano alimentare creato dal Machine Learning, il cliente può crearsi un pasto al 100% personalizzabile per grammature e ingredienti, con combinazioni infinite”.

Ci sono stati poi eventi eccezionali, come la pandemia che nel 2020 ha portato la startup, che prima seguiva la logica della distribuzione multicanale, a puntare solo sul suo e-commerce per soddisfare le nuove esigenze degli utenti, soprattutto Millennials e Generazione Z, di ricevere cibo direttamente a casa.

4. Il fattore umano: l’importanza di un team coeso

Penso che la base della strategia giusta per scalare il mercato sia essere parte di un team coeso, sia all’interno della propria area di competenza, per lavorare in un clima di positività e fiducia, sia dialogando con le altre divisioni, per avere supporto su ogni aspetto che coinvolge il business. La guida dall’alto, come nel nostro caso Andrea Lippolis, fondatore e CEO di Feat Food, deve avere una visione lungimirante per poter guardare al futuro, prevedendo cambiamenti e coinvolgendo il team nel processo di adattamento“.

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