Riciclo, riduzione della chimica ed energie rinnovabili, ma anche mobilità elettrica, selezioni mirate dei fornitori e certificazioni riconosciute: fare il vino è sempre più un green deal per le nuove generazioni, che fanno della propensione alla sostenibilità un modus operandi nel quotidiano e un fattore di competitività. È quanto emerge da un sondaggio di Agivi, l’Associazione giovani imprenditori vinicoli italiani under 40 di Unione italiana vini che ha indagato l’attitudine green dei suoi associati.
“Da tempo in Associazione registriamo una sensibilità diffusa e crescente su questi temi – spiega la presidente di Agivi, Violante Gardini Cinelli Colombini –, per questo abbiamo deciso di provare a misurare quanto il rispetto per l’ambiente influenzi le scelte aziendali, anche in un’ottica di nuove chance commerciali. Ne è emerso un quadro interessante: quasi 7 intervistati su 10 hanno dichiarato di selezionare i fornitori in base alla sostenibilità delle loro proposte, e sono l’83% le aziende che dichiarano di avere progetti o piani sul tema della sostenibilità, già ultimati o in corso di realizzazione in 8 casi su 10”.
Stando al sondaggio, la quasi totalità dei giovani imprenditori vinicoli intervistati (94,3%) ritiene che la sostenibilità possa rappresentare un fattore decisivo per la competitività nei mercati nazionale ed estero, e sono il 64,7% quelli che hanno optato per dei packaging a ridotto impatto ambientale. E se 7 aziende su 10 dichiarano di avere delle certificazioni green¸ rappresentano circa un terzo quelle che propongono vini certificati biologici. Meno attraente il biodinamico, grande assente tra le pratiche degli associati rispondenti al questionario. Sul fronte della mobilità, interessante anche in un’ottica di promozione enoturistica, il 57% degli intervistati pensa di dotarsi di colonnine di ricarica o di mezzi commerciali ad alimentazione ibrida o elettrica.
Il sondaggio esplorativo ha coinvolto associati in 3 casi su 4 appartenenti ad aziende di famiglia. L’età dei rispondenti spazia dai 25 ai 39 anni, il fatturato medio aziendale è di 7,9 milioni di euro con una produzione media di circa 1,6 milioni di bottiglie l’anno.