La ricerca di Netcomm, realizzata con MagNews, mostra come siano cambiati i comportamenti d’acquisto in ambito food nell’anno della pandemia: i consumatori che fanno transazioni esclusivamente digitali passano dal 2 al 9,9%
Un consumatore su dieci acquista generi alimentari in Italia ricorrendo quasi esclusivamente al canale digital. Un anno abbondante di pandemia ha modificato radicalmente le nostre abitudini di acquisto imponendo una vigorosa accelerazione a un processo che, con tutta probabilità, avrebbe richiesto passaggi più graduali.
A dare un’idea dello scenario che va profilandosi nell’ambito del settore food è la ricerca realizzata da Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, in collaborazione con MagNews, azienda attiva nel campo della comunicazione integrata, del marketing digitale e della gestione dei processi, che da anni monitora le abitudini dei consumatori italiani.
La ricerca, presentata durante la sedicesima edizione del Netcomm Forum, l’evento di riferimento in Italia sui temi dell’e-commerce, del digital retail e della business innovation, confronta gli attuali comportamenti con quelli adottati dai consumatori poco prima dello scoppio della pandemia (gennaio 2020). Emerge così un dato particolarmente interessante, che evidenzia come, dal 2020 al 2021, il comportamento d’acquisto “tutto digitale” in ambito food sia quintuplicato, passando dal 2% al 9,9%.
LO SCENARIO PANDEMICO HA ACCELERATO IL CAMBIAMENTO
«Attraverso questa ricerca riscontriamo come la “Customer Revolution” emerga non sugli strumenti o canali fortemente influenzati dalle restrizioni – sottolinea Florida Farruku, General Manager di Diennea, la società a cui fa capo MagNews –, ma anche nella maturità digitale e nell’accelerazione che ha cambiato abitudini e modalità dei consumatori, costringendoci a vivere esperienze e necessità che probabilmente avremmo raggiunto solo tra un po’ di anni e forse non tutti. Si tratta di un passaggio di valore importante, facilitato e potenziato dalla Rivoluzione Digitale che sta interessando ogni settore industriale».
Sulla stessa lunghezza d’onda il parere di Roberto Liscia, Presidente di Netcomm: «I comportamenti di acquisto ad oggi dei consumatori italiani sono molto più orientati all’utilizzo dei punti di contatto digitali con le insegne e i brand, fenomeno evidentemente accentuato dall’attuale pandemia ma allo stesso tempo identificativo di una confidenza e di una piacevolezza nell’utilizzare le modalità di relazione messe a disposizione dal digitale che era già in atto da tempo. Considerando l’elevata soddisfazione che da anni i consumatori dichiarano nell’acquistare online, è ipotizzabile che il ruolo dei punti di contatto digitali all’interno dei diversi percorsi d’acquisto intrapresi dagli italiani rimarrà elevato e che questo si ripercuoterà in maniera sempre più evidente nella necessità delle imprese di offrire esperienze di relazione e di shopping con i propri clienti che siano interconnesse».
I “CONSUMATORI DIGITALI” SONO CLIENTI AD ALTO VALORE PER LE AZIENDE
Come dire, indietro non si torna. La pandemia verrà superata prima o poi, ma le aziende dovranno imparare ad aver a che fare con nuovi comportamenti d’acquisto che andranno consolidandosi. In particolare ci sarà una fascia di acquirenti, quella formata dai cosiddetti “consumatori digitali”, esplosa quest’anno, che dovrà essere attentamente seguita nei suoi sviluppi futuri. Il suo identikit? Si tratta prevalentemente di uomini trentenni e/o over 55 che vivono in grandi centri, con un ottimo livello di istruzione e una buona dotazione tecnologica. Il loro approccio agli acquisti è molto articolato ed è prevalentemente online. Si tratta di clienti ad alto valore, che spesso riacquistano.
IN QUESTO MOMENTO LA METÀ DEGLI ACQUISTI FOOD È FATTA ONLINE
L’ambito food è d’altra parte un settore nel quale il digitale si è già fatto largo da tempo, si consideri che in questo momento poco meno della metà delle spese è effettuata online. Il percorso d’acquisto inizia spesso offline, ma per riuscire a garantirsi una forte fidelizzazione della clientela è necessario che i canali fisici e digitali collaborino tra loro. Quindi, a momenti come l’assaggio o l’analisi della qualità delle materie prime e della provenienza, si devono integrare servizi digitali di direct marketing (principalmente email o notifiche) che possono segnalare quando un prodotto torna disponibile o ricordano al consumatore un bene verso il quale aveva mostrato interesse in precedenza.
Anche la comunicazione via social, va da sé, è uno strumento di relazione con il cliente il cui utilizzo si è intensificato durante la pandemia. Il mercato online di prodotti enogastronomici rimane tuttavia piuttosto concentrato: il 56% degli acquisti è effettuato infatti presso i primi dieci retailer.
IL DIGITALE CORRERÀ ANCHE DOPO L’EMERGENZA COVID
Ma a emergenza sanitaria finita cosa succederà? Con tutta probabilità l’utilizzo dei canali digitali nel suo complesso registrerà una leggera flessione, provocata dal desiderio di ritornare a vivere le esperienze di consumo offerte dai canali fisici. Tuttavia, la percentuale di consumatori che continuerà a utilizzare i canali digitali all’interno dei propri percorsi di acquisto rimarrà più elevata del periodo pre-pandemia. A confermarlo è anche il dato relativo alla soddisfazione che le esperienze online offrono ai clienti: il valore raggiunto a settembre 2020 è pari a 8,5 su una scala da 1 a 10.