Più che come una scelta nutrizionale, il bio si configura sempre più come uno stile di vita con forti risvolti non solo “lifestyle”, ma anche etici e sociali. È quanto emerge dall’osservatorio privilegiato di TUTTOFOOD, la fiera B2B per l’intero ecosistema agro-alimentare e punto di riferimento nel mondo per i produttori e distributori dei prodotti di qualità dell’intera filiera del food and beverage, che esamina i diversi dati delle più autorevoli voci in campo. L’emergenza dovuta alla pandemia ha senza dubbio posto ancora più in evidenza la stretta relazione tra la salute dell’uomo e quella dell’ambiente. Anche quando si tratta di alimentazione. Il mercato del bio muove miliardi di euro l’anno solo in Italia e stimola l’innovazione in tutti gli attori della filiera. Ma è anche un fenomeno culturale e sociale di ampia portata che si estende in tutto il mondo e che è destinato a rimanere e a evolversi.
Il valore del settore bio in Italia
Secondo i dati dell’Osservatorio SANA a cura di Nomisma, intercettati e studiati da TUTTOFOOD, nel 2020 le vendite di biologico in Italia hanno superato i 4,3 miliardi di euro. Di questi, 3,9 sono riferibili ai consumi domestici (+7% rispetto all’anno precedente) e poco meno di 500 milioni all’away-from-home, che ha risentito delle chiusure dei pubblici esercizi durante i lockdown. Le abitudini di consumo premiano sempre più l’e-commerce, che l’anno scorso ha registrato un incremento a tre cifre (+143% rispetto al 2019) per un valore di 43 milioni di euro. Ma qual è l’identikit del consumatore-tipo di prodotti biologici? È giovane, con un elevato livello di istruzione e più attento, informato e consapevole, e soprattutto presta grande attenzione all’origine delle materie prime, prediligendo il made in Italy. Tende ad evitare gli sprechi e oltre alle materie prime bio preferisce un prodotto totalmente sostenibile nel packaging e nel metodo di produzione. L’attenzione alla sostenibilità ambientale si accompagna spesso anche a scelte etiche e sociali, scegliendo quindi prodotti certificati al fine di sostenere e rispettare il lavoro umano in territori o situazioni complesse.
…e nel mondo
Ancora più marcato è l’incremento dell’export, che sempre secondo Nomisma è stato pari al 149% nel periodo 2010-20 raggiungendo i 2.619 milioni di euro. La crescita prossima del bio guarda all’estero, dunque. Soprattutto alle aree emergenti come l’Asia, ma anche il Sudamerica che rappresenta un mercato ormai maturo ora in fase di consolidamento. L’attenzione ai cibi salutistici e naturali era già molto alta prima della pandemia, ma ciò che ha raccolto TUTTOFOOD dalla voce dei buyer rivela che questa attenzione si sta ampliando anche ad altre categorie merceologiche, come il fresco e i piatti pronti, la cui richiesta è cresciuta molto durante i lockdown. Per questo si punta ad incrementare i volumi di vendite di prodotti naturali e bio aggiungendo nuove referenze in queste categorie merceologiche. Anche nel settore Sweets sta crescendo l’attenzione verso prodotti più salutistici e con caratteristiche funzionali, ad esempio prodotti senza zucchero o a basso contenuto di zuccheri. Nel segmento del cioccolato questo si traduce in cioccolati con percentuali più elevate di cioccolato che, essendo anche più amari, attraggono target più attenti anche alle tendenze in fatto di gusto.
Export per continuare a crescere
L’Organic Food non finisce di sorprendere: entro 5 anni il valore del mercato mondiale raggiungerà i 620 miliardi di dollari, come illustra una ricerca ripresa da TUTTOFOOD dell’analista internazionale Facts & Factors. Il mercato mondiale di cibi e bevande bio assisterà a una crescita esponenziale: il valore pre-pandemia di circa 220 miliardi di dollari è destinato a quasi triplicarsi in cinque anni, raggiungendo i 620 miliardi nel 2026 grazie a un tasso di crescita composto pari al 16% l’anno. Saranno soprattutto i mercati emergenti a trainare questo boom: in quelli più maturi, la vera esplosione si è avuta negli anni scorsi.
Da antica abitudine a fenomeno lifestyle: la lunga parabola di cibi naturali e superfood
Cibi naturali, biologici. Cibi salutari. Alimenti che diventano quasi supereroi e che dettano mode anche nel piatto: sono i “superfood”, cibi ricchi di antiossidanti o altre sostanze salutari che sono stati portati alla ribalta dai nuovi trend nutrizionali, come le bacche di goji, l’avocado e il kale o i semi di chia. Ma ci sono anche i grandi classici della tradizione che sono dei superfood ante litteram, come l’olio d’oliva. Oggi nel mondo esistono oltre 700 varietà di olive da olio le cui qualità nutrizionali sono migliorate nei secoli, man mano che l’uomo creava nuovi cultivar. L’olio d’oliva è da sempre parte integrante della dieta mediterranea e possiede dimostrate proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Alcuni studi lo associano anche a una migliore salute cardiovascolare e addirittura a una minore incidenza della depressione. Spesso “superfood” non è che un modo nuovo di chiamare antiche abitudini salutari, da recuperare. Grazie all’innovazione, oggi possiamo farlo in maniera contemporanea tramite prodotti a etichetta corta, naturali e anche biologici e biodinamici.
Dai dolci al vino, dai surgelati ai piatti pronti, il bio è un mercato sempre più diversificato e internazionalizzato. L’appuntamento per scoprire le opportunità di business offerte da tutte le sue sfumature è TUTTOFOOD 2021, in contemporanea con HostMilano, a fieramilano dal 22 al 26 ottobre prossimi, dove il mondo bio sarà protagonista dell’area TUTTOHEALTH insieme a prodotti erboristici e vegani, oltre a cibi funzionali, free-from, novel food e nutraceutica. Anche in questa edizione TUTTOFOOD si avvarrà della preziosa partnership con FederBio, che porterà in manifestazione contributi e contenuti di elevato profilo sul tema.