Una rete mondiale che riunisce tutti i protagonisti della filiera per mettere in atto una rivoluzione del vino all’insegna di sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita sociale e culturale delle campagne
l primo grande meeting della Coalition è a Bologna, dal 26 febbraio al 1° marzo 2022. Sana Slow Wine presenta la Slow Wine Fair, l’incontro internazionale tra vigneron, operatori e appassionati con dibattiti, Laboratori del Gusto e walk around tasting
Si propone di tracciare la via per una nuova rivoluzione del mondo vitivinicolo, riunendo tutti i protagonisti della filiera intorno alla consapevolezza che il ruolo del vino non può essere più solo quello edonistico legato al piacere della degustazione, ma seguirà sempre di più la via di un’autentica sostenibilità ambientale, della tutela del paesaggio e della crescita culturale e sociale dei territori del vino. È la Slow Wine Coalition, la nuova rete mondiale di Slow Food nata grazie all’esperienza e ai principi che si sono evoluti, edizione dopo edizione, intorno al progetto della guida Slow Wine.
Il Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto
La Slow Wine Coalition ha l’obiettivo di riunire gli attori della filiera del vino – dai produttori agli importatori e distributori, dagli enotecari ai ristoratori, dai sommelier ai comunicatori e giornalisti, sino agli appassionati – ispirati dall’idea di un vino buono, pulito e giusto per tutti. Si riconosce intorno al Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto, un decalogo che fissa alcuni punti fermi sul mestiere del vignaiolo, sull’agronomia e sull’enologia, allargando il discorso anche ad altri ambiti quali la biodiversità, il valore del territorio e il rapporto con chi lavora in vigna e in cantina.
«Il manifesto, presentato in anteprima a Bologna l’11 ottobre 2020 nel corso di Sana Restart, è frutto di un lungo percorso che attraversa tutta la storia di Slow Food. Si ispira alle riflessioni di centinaia di vignaioli riuniti a Montecatini e Firenze nel 2009 per la seconda edizione di Vignerons d’Europe e non vuole essere un documento chiuso, ma un punto di partenza intorno al quale confrontarsi e discutere» sottolinea il coordinatore della Slow Wine Coalition, Giancarlo Gariglio. «Le radici della nostra associazione, all’inizio degli anni ‘80, affondano tra le vigne. In questi 40 anni l’associazione è cresciuta e ha allargato i propri orizzonti, mantenendo il legame con il vino grazie a Slow Wine. Ma per quanto questo progetto abbia raccolto successi e unito tanti appassionati sotto la bandiera del vino buono, pulito e giusto, la guida, il sito, gli eventi e il nutrito gruppo di collaboratori non bastano a creare una comunità. In questa fase storica abbiamo compreso che nessuna sfida si vince da soli. Per questo è fondamentale creare una comunità unita intorno a valori riconosciuti e condivisi.
I tre pilastri della Slow Wine Coalition: sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita culturale e sociale delle campagne
Inquinamento, depauperamento della biodiversità a causa dell’utilizzo di diserbanti e disseccanti, monocoltura nelle aree di maggior pregio, sfruttamento della manodopera… Queste sono alcune delle piaghe di cui purtroppo si macchia ancora il mondo del vino, retaggio di una vecchia cultura agricola cui molti produttori stanno rinunciando a favore di una vera e propria rivoluzione che sta rimodellando lentamente il volto di questo settore. La strada è lunga e soprattutto all’inizio è necessario uno sforzo collettivo guidato da chi si è già messo in cammino.
Sono molte infatti le cantine che, nel solco di un generale rinnovamento agricolo, hanno avviato la sperimentazione e il ricorso a sistemi di coltivazione sostenibili, praticando l’agricoltura biologica e biodinamica. In futuro, soprattutto alla luce della lotta ai cambiamenti climatici, questo comparto dovrà per forza di cose accelerare e offrire un esempio virtuoso per tutte le altre coltivazioni, spesso meno fortunate dal punto di vista del margine economico.
Non solo: molto spesso le vigne più vocate sono collocate in collina o in montagna, in zone in forte pendenza, spesso in territori dove l’uva è l’unica opportunità per creare valore e mantenere un presidio umano. Ecco quindi che la moderna azienda vitivinicola assume un ruolo centrale nella difesa del paesaggio, tutelandone la bellezza e l’integrità, e incoraggiando lo sviluppo di un sistema di turismo attento all’ecologia e alla gastronomia.
Infine, le cantine sono luogo di integrazione di molti lavoratori stranieri che oggi offrono manodopera fondamentale nei campi e che al contempo diventano nuovi abitanti delle colline e dei borghi che vivono di viticoltura. Un rapporto teso a valorizzarne le competenze e se possibile ad aggiungerne sempre di nuove.
Le alleanze, una risposta alle crisi del nostro tempo
Alleanze, reti tematiche e coalizioni sono il modello individuato da Slow Food fin dalle prime edizioni di Terra Madre per rispondere alle crisi che stiamo vivendo. Reti trasversali e collaborative che uniscono tutti gli attori di una determinata filiera intorno a valori condivisi, abbandonando il modello di società basato sulla competitività. Ultima nata è la Slow Food Coffee Coalition, che riunisce tutti gli attori della filiera del caffè, dai produttori ai torrefattori, dai distributori agli appassionati, accomunati dall’amore per questa bevanda.
Le tappe della Slow Wine Coalition
Fitto il calendario della Slow Wine Coalition per i prossimi mesi. Già a partire da luglio Slow Food contribuirà a organizzare momenti di incontro tra i primi protagonisti della Coalition in Italia e all’estero che firmeranno il Manifesto e racconteranno i princìpi a cui si ispirano.
L’appuntamento più importante per tutti i vigneron, i professionisti del settore e gli appassionati – che in tutto il mondo si riconoscono nei dieci punti indicati dal Manifesto – si terrà a Bologna, dal 26 febbraio al 1° marzo 2022, con Sana Slow Wine che presenta la Slow Wine Fair, l’evento internazionale dedicato al vino buono, pulito e giusto. La manifestazione, organizzata da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food ospiterà, infatti, il primo incontro internazionale della Slow Wine Coalition, occasione di confronto e dibattito tra tutti gli attori della rete, nel solco della quasi ventennale esperienza di Terra Madre. Durante i quattro giorni della Slow Wine Fair si riuniranno centinaia di produttori da tutto il mondo in conferenze, dibattiti, degustazioni e con l’esposizione di migliaia di etichette provenienti da ogni parte del globo. Quest’ultima parte sarà impreziosita dalla collaborazione con la Società Excellence, che riunisce le diciotto aziende leader nella distribuzione in Italia, e vedrà la giornata di domenica aperta agli appassionati, mentre lunedì e martedì saranno dedicati ai professionisti.
La Slow Wine Coalition è un’alleanza internazionale, basata sulla volontà di confrontarsi su temi cruciali per il futuro del nostro pianeta, che trova terreno fertile su cui attecchire a Bologna e in Emilia Romagna, grazie alla volontà di tutti gli attori impegnati in questa iniziativa. La Slow Wine Fair nasce infatti dall’intesa tra Slow Food e BolognaFiere avviata tra le edizioni 2020 di Sana Restart e di Terra Madre Salone del Gusto: due manifestazioni che, a partire dalle difficoltà del momento pandemico, hanno saputo costruire e realizzare un fruttuoso percorso di cooperazione, a partire dai valori che li accomunano.
La Slow Wine Fair vedrà la partecipazione di FederBio, storico partner di BolognaFiere con Sana e attivo anche in collaborazioni con Slow Food, che curerà una sezione dedicata ai vini certificati bio.