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Dom. Dic 22nd, 2024

In conformità ai “Global Reporting Initiative Sustainability Reporting Standards”

Il Pastificio Garofalo è orgoglioso di annunciare la pubblicazione del suo primo Report di Sostenibilità (scaricabile qui), redatto in collaborazione con Lifegate, in conformità ai “Global Reporting Initiative Sustainability Reporting Standards” definiti nel 2016 dal Global Reporting Initiative (GRI), il riferimento più diffuso a livello internazionale che promuove lo sviluppo di una rendicontazione volontaria delle performance economiche, ambientali e sociali.

Il report è il secondo nella storia dell’azienda, che però ha scelto di prendere l’edizione 2019 come momento di consapevolezza interna dei propri punti di forza e di debolezza, per poi rendere pubblica la rendicontazione 2020, una volta affrontati i temi più rilevanti emersi dal primo assessment.

“Il 2020 è stato un anno fuori dal comune che ha lasciato un segno nella vita di tutti noi. Ed è proprio in questo anno così particolare che abbiamo deciso di pubblicare il nostro primo Report di Sostenibilità che, in qualche modo, rappresenta una sfida per noi stessi: in virtù dei valori che dalle nostre origini ci contraddistinguono, ovvero la qualità, l’innovazione, la trasparenza, il rispetto delle diversità e la passione, abbiamo infatti voluto rispondere con gesti concreti alle richieste dei nostri consumatori, sempre più consapevoli e attenti a ciò che portano in tavola”, commenta Massimo Menna, Amministratore Delegato del Pastificio Garofalo. “Tutto ciò coerentemente con il nostro impegno quotidiano di portare una pasta unica e inconfondibile sulle tavole dei nostri consumatori.”

Attraverso un processo di analisi di materialità, che ha permesso di identificare le tematiche di sostenibilità più rilevanti per Garofalo e i suoi stakeholder, sono stati individuati i 3 principali ambiti di azione per la sostenibilità di Garofalo:

  • Prodotti sicuri e di qualità grazie a una materia prima di elevatissima qualità che viene selezionata con la massima cura e seguita e controllata in ogni fase della lavorazione, secondo un processo produttivo che fa tesoro di esperienze antiche, frutto dei risultati di continue ricerche e di un’interpretazione originale del gusto.
  • Centralità delle persone in termini sia di una continua dedizione ai propri dipendenti, che rendono possibile ogni giorno, con il loro impegno, lo svolgimento delle attività nel rispetto dei valori aziendali, sia di una grande attenzione per la collettività, con cui il pastificio dialoga costantemente per creare relazioni di valore durature nel tempo.
  • Rispetto dell’ambiente da cui il pastificio trae le sue risorse essenziali, mediante l’impegno a ridurre il proprio impatto ambientale, prestando attenzione ai consumi energetici, alle emissioni e ai materiali che vengono utilizzati e ad una gestione virtuosa dei rifiuti.

COME SI FA GAROFALO

Per Garofalo, l’attenzione a qualità, tracciabilità e sicurezza alimentare si concretizza in continui controlli su prodotti e processi, sia nel proprio stabilimento sia presso i fornitori, attenzione che viene valorizzata con attività di informazione e sensibilizzazione verso i propri consumatori con un progetto trasparenza lanciato nel 2018 con il sito “comesifagarofalo.it”.

La semola di cui è fatta la pasta Garofalo è fornita da mulini che, oltre a essere garanzia di qualità, siano anche il più possibile di prossimità, al fine di rendere più efficiente il trasporto e minimizzare gli impatti ambientali. Inoltre, nel 2020 Garofalo si è dotata di una struttura di silos di stoccaggio situata in Puglia, che gli consentirà una migliore selezione di partite di altissima qualità di grano italiano. Oggi, infatti, la politica di approvvigionamento della materia prima si concentra principalmente su grani provenienti dall’Italia e dall’Arizona, le due aree geografiche che in questo momento garantiscono la qualità Garofalo, il rispetto dell’ambiente e i livelli di sicurezza alimentare più elevati.

Ma Garofalo predilige per tutte le sue attività i migliori produttori italiani e vicini il più possibile allo stabilimento: infatti, nel 2020 i fornitori italiani rappresentano l’89,1% (contro l’85,3% nel 2019) della spesa complessiva con circa un 15% di fornitori campani.

LE PERSONE

Garofalo è da sempre impegnata ad adottare tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza sul luogo di lavoro, promuovere un ambiente inclusivo (negli ultimi 2 anni Garofalo è stata tra i 20 finalisti al premio Diversity & Inclusion Brand Award) e favorire la conciliazione vita-lavoro.

Al 31 dicembre 2020, i dipendenti di Pastificio Garofalo erano 215, in aumento del 6,4% rispetto al 2019, grazie al continuo sviluppo del business. Le donne impiegate in Garofalo sono 32, pari al 14,9% dell’organico (+33,3% rispetto al 2019), con ruoli anche importanti e decisionali nel laboratorio e nella produzione, nonostante si tratti di settori storicamente a prevalenza maschile.

Nonostante l’anno difficile, nel 2020 le assunzioni sono aumentate del 35,7% rispetto all’anno precedente: sono 19 i nuovi assunti di cui 16 persone, pari all’84% delle assunzioni, hanno meno di 30 anni, a conferma della volontà di Garofalo di dare spazio ai giovani e di riconoscere il valore aggiunto che questi possono portare in azienda.

L’AMBIENTE

La qualità dei prodotti Garofalo è una priorità imprescindibile che va di pari passo con l’attenzione per l’ambiente. Il Pastifico Garofalo è continuamente alla ricerca di misure appropriate per ridurre i propri consumi energetici e per incrementare l’utilizzo di fonti di energia alternative e rinnovabili. Nel 2020lo stabilimento ha assorbito energia per 26.684.746 kWh, di cui circa il 71% è stata autoprodotta tramite l’impianto di cogenerazione e l’1,1% prodotta tramite l’impianto fotovoltaico. In seguito all’aumento di produzione registrato nel 2020 per far fronte alla crescente domanda di beni di prima necessità come la pasta, la quota di energia elettrica acquistata è aumentata al 28% da una quota inferiore al 20% nel 2019. Di conseguenza, sono state avviate le pratiche amministrative per aumentare la capacità di autoproduzione dell’energia in modo da addiratura superare le quote precedenti, che vedevano il cogeneratore coprire fino al 90% del fabbisogno di energia elettrica. I progetti previsti riguardano l’installazione di un nuovo impianto di trigenerazione e l’ampliamento del parco fotovoltaico che garantiranno tutto il fabbisogno di energia elettrica ed una consistente quota dell’energia termica

Inoltre, consapevole dell’importanza anche dei materiali utilizzati per il packaging dei prodotti in un settore come quello alimentare, da quasi 15 anni il Pastificio Garofalo ha scelto per gli imballaggi secondari carta riciclata, ottenuta dal macero della raccolta differenziata delle aziende e dei cittadini del territorio campano. Questi materiali sono sottoposti a un’analisi del ciclo di vita (LCA) e certificati dal Forest Stewardship Council (FSC), associazione che identifica il legno proveniente da foreste gestite in maniera responsabile. Nel 2020, sono state così evitate emissioni di CO2 equivalente per 350 tonnellate.

Per l’imballaggio primario, invece, la scelta è ricaduta sulla plastica, nell’ottica della trasparenza senza compromessi firmata Garofalo. La plastica rappresenta inoltre un materiale ottimale per garantire e preservare le caratteristiche chimico-fisiche della pasta e di sicurezza alimentare e quindi assicurare che al consumatore arrivi un prodotto inalterato rispetto al momento in cui è uscito dallo stabilimento. Tuttavia, nella consapevolezza dell’impatto che la plastica ha sull’ambiente, seppure quella impiegata da Garofalo sia al 100% riciclabile, l’azienda non si ferma nella continua ricerca di soluzioni alternative. Nel frattempo, il pastificio si impegna a facilitare il percorso del consumatore finale al riciclo, grazie a una comunicazione facilmente comprensibile relativa al metodo di smaltimento.

Infatti, Garofalo riconosce l’importanza di una gestione responsabile dei rifiuti prodotti in tutte le attività e cerca di favorire, se possibile, il riciclo dei rifiuti, per diminuire i quantitativi da conferire in discarica. La quota principale di rifiuti è costituita da scarti di materiali di imballaggio (plastica e cartoni), che sono prevalentemente inviati a riciclo.

La pasta non genera grandi quantitativi di rifiuti e anche gli scarti di lavorazione possono essere recuperati, indirizzandoli per esempio alla filiera della mangimistica o del petfood come sottoprodotti a uso zootecnico. Nel 2020, sono così state recuperate 10.778 tonnellate di scarti, contro le 5.475 tonnellate del 2019. Altri virtuosi progetti di circular economyche vanno in questa direzione sono le cannucce di pasta che Garofalo produce dal 2015 rifornendo bar e ristoranti, insieme ad una scatola di carta riciclata in cui raccogliere le cannucce utilizzate. Dal 2019 Garofalo collabora inoltre ad un progetto rivoluzionario di food innovationI’mpasta, una sorta di lievito madre realizzato con grano duro o gluten free proveniente dagli avanzi di lavorazione della pasta che dà vita a impasti di vario tipo.

“Siamo consapevoli che quello che abbiamo fatto finora è solo l’inizio di un percorso di continuo sviluppo e miglioramento: raccogliamo questa sfida come un’opportunità, nella consapevolezza di poter contribuire, con le nostre semplici azioni quotidiane, alla costruzione di un futuro migliore per le generazioni che verranno”conclude Menna.

Pasta Garofalo

Pasta Garofalo è una realtà imprenditoriale dalla storia ultra centenaria. Dopo una serie di riassetti, nel 1997 passa sotto il controllo della famiglia Menna, nel capitale sociale già dal 1952. Nel 2001 il Pastificio, che negli ultimi decenni aveva concentrato il proprio business all’estero e nella produzione per conto terzi, decide di ripartire con la produzione di una linea a marchio Garofalo destinata anche all’Italia. Nel 2002 lancia la linea Garofalo e da allora cresce esponenzialmente in un contesto molto competitivo raggiungendo una posizione di leadership nel segmento della pasta premium, a livello nazionale e internazionale, e generando un vero fenomeno di affezione al brand grazie alla qualità del prodotto, valorizzata da un sapiente mix di marketing e politiche commerciali. Nel giugno del 2014 entra nel capitale sociale dell’azienda con una partecipazione del 52%, il Gruppo Ebro Foods (EBRO.MC), multinazionale che opera nei settori del riso, della pasta e dei condimenti, quotato alla Borsa di Madrid. Il restante 48% è controllato dell’Amministratore Delegato Massimo Menna, alla guida dell’azienda.

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