La sesta generazione rifà il look a Nonino
Se la chiamate “influencer della grappa” lei sorride, «ma mi hanno definita anche la Piero Angela», confessa. Francesca Bardelli Nonino, 31 anni, sesta generazione della dynasty udinese dei distillatori – il fondatore, nel 1897, fu il suo quadrisavolo Orazio Nonino – ha unito l’alfa e l’omega, la tradizione di un prodotto antico («non chiamatelo vecchio, vecchia ne è solo la percezione», dice) con la modernità della comunicazione social fatta di video nell’orto della nonna, ricette per i cocktail a base di grappa, effetti speciali e alambicchi che “esplodono”. E il boom è quello dei contatti: da marzo ad oggi li ha più che triplicati, da 9 a 27 mila, su Linkedin, piattaforma che sembra l’ideale – meglio di Instagram, dove pure ha oltre settemila follower – per valorizzare questo mix tra la riconoscibilità di un marchio storico e l’impronta di freschezza e vitalità che Francesca sprigiona. La storia della Nonino, oltre 120 anni impossibili da distillare in poche righe, è comunque molto femminile, con Silvia Milocco Nonino (bisnonna di Francesca) e Giannola Bulfoni Nonino (nonna) protagoniste nel secolo scorso della crescita di un marchio che oggi è riconosciuto come eccellenza mondiale e fattura 12, 9 milioni di euro.
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Come hai iniziato in azienda prima di diventare l’influencer della grappa? «La accetto volentieri come definizione – ride – questo ruolo nasce casualmente. Sono entrata in azienda nel 2016 facendo gavetta, “tappabuchi” negli eventi e nelle fiere. Dopo i miei studi in ambito finanziario ho dato spazio alla mia passione per il comunicare: ho visto che la gestione dei canali social di Nonino poteva essere seguita in modo diverso, con più cuore. Ho studiato, continuato a viaggiare e imparare. E poi è arrivata la pandemia». E ha cambiato tutto. «Non si poteva più viaggiare. Ho iniziato le dirette su Instagram, dovevo trovare il modo di comunicare che comunque Nonino c’è. La svolta è stata una masterclass online con kit degustazione a domicilio, subito 80 contatti: ho fatto un video per festeggiare ed è diventato virale. Era ottobre 2020. Da lì il boom». Questo successo social si traduce in nuovi clienti? «Sicuramente abbiamo intercettato nuovi appassionati. C’è stata una riscoperta per la grappa, spinta anche dalla vittoria come miglior distilleria del mondo, prima e unica azienda italiana a ottenerlo, assegnato a gennaio 2020». Obiettivi da raggiungere? «La trasparenza dell’etichetta della grappa: non è chiara la distinzione tra distillerie artigianali e industriali. Voglio che ogni italiano sappia scegliere con consapevolezza la grappa, e tutelare il distillato italiano per eccellenza. La grappa è ambasciatrice della cultura italiana nel mondo, è la nostra storia».
Fonte Messaggero Veneto