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Mer. Nov 13th, 2024

Più di un italiano su due (55%) ha diminuito o annullato gli sprechi alimentari adottando nell’ultimo anno strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza. E’ quanto emerge dai risultati di un sondaggio condotto sul sito www.coldiretti.it diffuso in occasione della presentazione del primo Rapporto globale sullo spreco, Food&waste around the world di Waste Watcher International.

Food&waste around the world di Waste Watcher International – FOCUS “IL CASO ITALIA”

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Non si tratta solo di un problema etico ma che determina anche – precisa la Coldiretti – effetti sul piano economico ed anche ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. La pandemia ha impresso una vera e propria svolta green nei comportamenti degli italiani proprio a partire dalla tavola, spinta dal fatto che le misure anti contagio – sostiene la Coldiretti – portano la gente a stare di più a casa con il recupero di riti domestici come il cucinare che diventa oltre che necessità quotidiana anche un momento di aggregazione familiare più sicura di un pasto o di un aperitivo in mezzo a estranei o a persone che vivono fuori dal proprio nucleo domestico.

Il risultato è che quasi due italiani su 3 (64%) si sono improvvisati chef tra le mura domestiche per sperimentare vecchie e nuove ricette con un trend in crescita iniziato nella fase più acuta dell’emergenza ed alimentato dallo smart working. Una tendenza proseguita anche con la ripresa del lavoro, dove è tornata la gavetta per più di 1 italiano su 2 (53%), magari recuperando gli avanzi della sera prima.

Il nuovo rapporto degli italiani con i fornelli ha portato a un più efficiente utilizzo del cibo che si traduce in una maggiore attenzione agli sprechi. Sulle tavole degli italiani – continua la Coldiretti – sono così tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come – prosegue la Coldiretti – la ribollita toscana, i canederli trentini, la pinza veneta o al sud la frittata di pasta.

Nonostante ciò il problema resta però rilevante se si considera che nel 2020 – conclude Coldiretti sono 5,2 milioni le tonnellate di alimenti finiti nella spazzatura tra quello che si getta tra le mura domestiche e ciò che riguarda tutta la filiera, per un valore complessivo di circa 9,7 miliardi di euro.

I più virtuosi sembrano essere gli spagnoli, con il 71% degli intervistati che dichiara di gettare il cibo meno di una volta alla settimana. Seguono russi e tedeschi con il 70%, quindi a una incollatura gli italiani con il 69%.

Sono i dati del primo report globale sul rapporto fra cibo e spreco, un’indagine firmata da Waste Watcher, International Observatory on Food Sustainability, realizzata in 8 Paesi del mondo: Italia, Spagna, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Cina. In occasione della seconda Giornata internazionale di consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari, il 29 settembre 2021, la campagna Spreco Zero di Last Minute Market ha promosso con Ipsos e con l’Università di Bologna-Distal il primo Cross Country Report dedicato a ‘Food&Waste around the World’. Un confronto incrociato sulle abitudini di acquisto, gestione e fruizione del cibo a livello planetario, realizzato in collaborazione con Unitec, Natura Nuova, Electrolux, Conai, Unioncamere e Agrinsieme. L’indagine è stata realizzata con un campione statistico di 8mila cittadini di 8 Paesi del mondo, sono state realizzate 1000 interviste per ciascun Paese.

Tornando ai dati, i cittadini cinesi, dichiarano di gettare nel 75% dei casi il cibo una o più volte alla settimana, dietro di loro ci sono i cittadini statunitensi: il 55% spreca almeno settimanalmente. In generale si evidenzia quindi la dicotomia tra Paesi europei e Paesi nordamericani/Cina: in termini di frequenza dello spreco gli intervistati europei segnalano livelli più bassi (una media del 68% degli intervistati dichiara di sprecare meno di una volta alla settimana) mentre i nordamericani segnalano livelli più alti di spreco alimentare (una media del 57% degli intervistati dichiara di sprecare meno di una volta a settimana). In valori assoluti la forbice diventa ancora più evidente: gli italiani guidano la ‘hit’ dei popoli più virtuosi del pianeta, con 529 grammi di cibo sprecato a testa nell’arco di una settimana. I cittadini statunitensi autodenunciano lo spreco di 1453 grammi di cibo settimanali. Subito dopo ci sono i cinesi con 1153 grammi, quindi i canadesi con 1144 g, seguono i tedeschi con 1081 g, e quindi, sotto il kg, arrivano i cittadini inglesi (949 g), spagnoli (836 g) e russi (672).

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