Le Marchesine, cantina storica della Franciacorta, ha realizzato un restyling grafico completo della propria immagine. Un rinnovamento a 360°, che parte dal logo, passa per le etichette e arriva fino ai nomi dei vini. A volerlo è stata la Famiglia Biatta, fondatrice della cantina oggi alla quinta generazione, con il chiaro obiettivo di comunicare al mercato italiano come a quello internazionale il raggiungimento di una maturità e una crescita più consapevoli, che si dispiegano in due differenti, ma egualmente fondamentali direzioni: da una parte il desiderio di restare al passo con i tempi e dall’altra il forte legame con il proprio passato e il proprio territorio.
QUANDO E DOVE: TRADIZIONI E TERRITORIO DISEGNANO LE NUOVE ETICHETTE
A fare da collante a queste due anime complementari è la storia. La cantina ha voluto infatti riportare alla luce i colori originari delle prime etichette, donando però a ciascuna di esse un volto più moderno. Anche i nomi dei vini affondano le proprie radici nel tempo, per dare più forza all’indissolubile legame che Le Marchesine hanno con la Franciacorta.
Dopotutto, è la stessa famiglia Biatta che dal XII secolo ha fatto del territorio franciacortino la sua casa. Il capostipite, Biatta da Palazzo, è stato eroe bresciano che nella battaglia di Rudiano del 1191 ha scongiurato il tentativo di Bergamo di sottomettere la città.
Da allora la connessione tra i Biatta e la Franciacorta si è intensificata, concretizzandosi tanto nella cura della terra quanto nella conoscenza del suo passato, fortemente influenzato da popolazioni celtiche come i Camuni prima, dall’Impero Romano dopo. Proprio a questi due popoli e al loro retaggio, parte integrante dell’identità della Franciacorta, Le Marchesine hanno voluto rendere omaggio nelle due linee Classici e Millesimati.
I MILLESIMATI E LE DIVINITÀ CELTICHE
Nonostante i secoli che li separano, i proprietari de Le Marchesine hanno un elemento in comune con i Celti: la devozione e il rispetto per la natura. Ecco perché proprio loro sono stati scelti per caratterizzare la nuova veste grafica dei Millesimati Le Marchesine: a ciascun vino è stato dato il nome di una divinità celtica, presente anche sull’etichetta con la sua iniziale in alfabeto camuno (runa).
Brigantia (Satèn)
È la divinità della primavera e della fertilità, rappresentata con un fuoco in mano a simboleggiare calore e accoglienza: queste stesse sensazioni rivivono nelle bollicine del Satén Le Marchesine, capace di dare conforto a ogni calice.
Artio (Rosé)
Divinità della caccia, la sua rappresentazione è specchio degli elementi caratterizzanti del Rosé Le Marchesine: la dea, femminile e delicata, proprio come lo Chardonnay, accompagnata da un orso, forte al pari del Pinot Nero.
Esus (Blanc de Blancs)
Il Blanc de Blancs è il primo vino che ha permesso a Le Marchesine di distinguersi per qualità, ne ha costruito le basi. Immediato il nesso con Esus, divinità parte dell’Olimpo dei Celti, l’Albios, ma anche dio dei costruttori.
Nodens (Blanc de Noir)
Il dio della notte, quel momento in cui il buio cela qualcosa di magico e sorprendente. Proprio come fa la bacca scura del Pinot Nero, in questo vino che regala emozioni inaspettate.
I CLASSICI E L’IMPERO ROMANO
Per i Classici la cantina è tornata ai colori storici delle etichette anni ‘90. Quindi bianco e verde con richiami oro per il Brut (indietro fino al 1994) e la versione negativa della stessa combinazione per il Dosaggio Zero. L’opposizione cromatica rispecchia sia i due vini che i due nomi scelti.
Nitens
Elegante, proprio come il Brut Le Marchesine, un vino fine, capace di conquistare i palati grazie alla sua raffinatezza e alla sua piacevolissima beva.
Audens
Letteralmente, audace, come il Dosaggio Zero, un vino che, forte del suo residuo zuccherino nullo, si presenta mordace e tagliente.
Uno step importante per la realtà franciacortina, che in occasione del lancio ha deciso di mettere in vendita una box a tiratura limitata numerata, l’Albios Selection, che include i nuovi millesimati.