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Lun. Dic 23rd, 2024
Prosek

Si è svolta oggi a Venezia l’ultima riunione del tavolo di coordinamento tra Ministero delle Politiche Agricole, Regione Veneto, Regione Friuli-Venezia Giulia, consorzi di tutela e organizzazioni della filiera vitivinicola. L’incontro aveva il compito di definire la strategia e la posizione italiana da assumere per contrastare la richiesta croata di riconoscere “Prošek” come menzione tradizionale, un atto che minerebbe il sistema di tutela delle denominazioni protette europee e comporterebbe un grave danno al Prosecco.

“La battaglia contro il Prošek non è solo un confronto tra Croazia e Italia, tra chi intende approfittare del successo della denominazione italiana per ritagliarsi un angolo di mercato e chi, come il nostro Paese, intende difendere con le unghie e con i denti la legittimità dei propri diritti – dichiara Vittorio Cino, direttore generale di Federvini – è questo, ma è anche una questione di principio che dovrebbe allarmare non solo l’Italia ma tutti i Paesi europei che hanno un patrimonio di denominazioni da difendere”.

Il tentativo croato arriva solo dopo otto anni dalla presentazione ufficiale della domanda, quando il 22 settembre scorso la Commissione Europea ha sorprendentemente consentito l’avvio dell’iter formale di ricevimento.  “Abbiamo già posto la questione a Bruxelles con la nostra associazione di categoria europea, chiedendo e ottenendo una presa di posizione forte nei confronti della richiesta croata – continua Cino – adesso intensificheremo il dialogo con i nostri omologhi francesi, spagnoli, portoghesi e tedeschi, affinché anche la pressione politica sulla Commissione Europea sia massima. È necessario che, oltre alla predisposizione di una completa ed esaustiva memoria tecnico-giuridica, il Governo eserciti il suo sforzo politico per cercare alleati a Bruxelles, trasformando il confronto italo-croato in una battaglia a tutto campo per la tutela della politica europea di difesa e valorizzazione dei prodotti di qualità”.

L’opposizione italiana dovrà essere dovrà essere inviata agli uffici della Commissione Europea entro il 21 novembre.

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