«Secondo gli ultimi dati di Coldiretti e Censis, quasi 4 italiani su 10 ordinano il cibo dalle piattaforme di consegna a domicilio. In provincia c’è una forte domanda per questo servizio, ma le multinazionali non sono interessate a lavorare al di fuori delle grandi città e dei loro dintorni – sottolinea Damiano Vassalli, Ceo e co-founder di TvbEat. Si tratta di un problema non da poco per i ristoranti che operano nelle province, costretti a organizzarsi da soli per le consegne (quando riescono) o a rinunciare, perdendo clienti. Ecco perché abbiamo fondato TvbEat: un franchising che permette di portare il delivery ovunque, creando nuova ricchezza e posti di lavoro nei territori lontani dai grossi centri».
Un business in forte espansione
Quello del digital food delivery è un mercato in forte espansione. La Pandemia da Covid-19 ha dato una spinta incredibile al settore, che nel 2020 è arrivato a coprire una quota compresa tra il 20 e il 25% dell’intero mercato delle consegne a domicilio, diventando un servizio essenziale per molti italiani (dati Osservatorio Nazionale di Just Eat).
Secondo l’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, il mercato del digital food delivery nel suo complesso vale 1,5 miliardi e nel 2021 ha registrato una crescita del +59% rispetto all’anno precedente. Le conseguenze del nuovo coronavirus pesano ancora sull’economia mondiale, ma anche quando finalmente tutto sarà superato, il delivery non perderà terreno, al contrario. Le consegne a domicilio, soprattutto quelle di cibo, sono qui per restare.
Le grandi aziende multinazionali non operano in provincia, c’è quindi una forte domanda che resta inevasa. Quando Vassalli si è reso conto che tanti ristoranti della sua zona (quella bergamasca) durante il lockdown non potevano lavorare, perché non avevano nessuno che consegnasse i loro piatti, ha deciso di correre ai ripari.
TvbEat nasce nel 2020 proprio per aiutare i locali di provincia a fare delivery. Dopo Lodi e Cremona, sono appena partite anche Tortona e Alessandria. Nel complesso la startup serve oltre 150 ristoranti e 50 comuni.
Circa il 67% degli italiani ha potenzialmente accesso si servizi di food delivery ma spesso si tratta di un accesso parziale (pochi ristoranti). C’è ancora tanto spazio per lavorare e raggiungere quel 33% di clienti potenziali che non vedono l’ora di ordinare da casa. Stiamo parlando di oltre 18 milioni di persone disseminate sul territorio. «La nostra idea è quella di coinvolgere altri giovani imprenditori come noi, che abbiano voglia di impegnarsi e creare posti di lavoro proprio lì dove sono cresciuti, vicini ai propri affetti, partendo dai ristoratori e dagli esercenti che conoscono di persona e di cui si fidano, per poi espandersi. Aprendo una sede TvbEat si valorizza il territorio, lo si fa vivere e crescere. Ecco perché abbiamo deciso di mettere il nostro modello di business e il nostro know-how a disposizione di altre persone che come noi amano l’Italia» racconta Andrea Togni, co-founder della startup.
Perché salire a bordo di TvbEat
TvbEat è un progetto made in Italy, che non ha alle spalle grandi multinazionali. Chi apre una nuova sede in franchising può farlo con un investimento minimo (meno di 10.000 euro) e in tempi molto rapidi. Sono davvero poche le occasioni di mettersi in proprio di questo genere, che combinano un modello di business solido e validato dal mercato con una fee d’ingresso alla portata di tutti o quasi.
Il lavoro, nelle zone decentrate, è spesso una chimera. Con TvbEat si dà la possibilità di lavorare di più e meglio ai ristoranti e ai loro dipendenti e si creano dal nulla nuovi posti di lavoro, per i rider e per i gestori della filiale. Si tratta di un business altamente scalabile e sostenibile, gestito da persone del posto per le persone che quel posto lo abitano.
Ad oggi TvbEat è l’unica piattaforma di delivery che opera nei comuni al di sotto dei 30mila abitanti e in pochi mesi i locali che si sono associati al suo servizio hanno generato oltre 800mila euro di ordini. «A ottobre 2021 abbiamo lanciato un nuovo sito e una nuova app per un servizio ancora più efficiente. Oltre al cibo i nostri rider possono consegnare anche altri beni, come farmaci, fiori e prodotti di elettronica. Gli strumenti per arrivare ovunque ci sono tutti» conclude Vassalli.