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Sab. Dic 21st, 2024

Quinoa e sostenibilità. Chi lavora la terra ha le rughe, il viso scavato e bruciato dal sole, ma per quanto romantico sia questo stereotipo, non vale più di tanto, perché oggi l’agricoltore ha spesso il volto di un giovane con gli occhi proiettati al futuro. Soprattutto in Italia, dove sono 55 mila under 35 alla guida d’imprese agricole, numero da record in Europa e dietro al quale si nascondono storie diverse, sempre belle da raccontare.

Una di queste è quella di Sebastiano Tundo, classe 1989 che dopo un periodo di lavoro come ingegnere ha deciso di tornare alle origini di una passione e tradizione familiare che ha segnato e sta segnando la storia delle fertili Valli del Mezzano (FE).

Come spiega lo stesso Sebastiano le origini dell’azienda agricola che oggi porta il suo stesso nome ed è specializzata nella coltivazione e trasformazione della quinoa biologica italiana sono ben lontane. “Tutto è iniziato nel 1932 quando il mio bisnonno Emilio contribuì alla bonifica della Valle del Delta del Po per poi acquistarne i primi 60 ettari di terreno e dar vita all’azienda agricola. Al tempo produceva cereali e soia che venivano stoccati nei magazzini vicini a casa per poi commercializzarli durante l’inverno. Negli anni gli ettari aumentano e partire dal 1960 grazie anche all’apporto del nipote del fondatore (anche lui si chiamava Emilio) l’azienda si sviluppa eliminando l’intervento di terzisti e gestendo tutte le fasi della filiera internamente: dalla lavorazione del terreno alla semina fino alla raccolta”. Poi nel 2017 il nuovo passaggio di testimone. “Fin da piccolo seguivo mio zio nei campi e così a un certo punto ho deciso di lasciare l’attività d’ingegnere edile per dedicarmi alla mia passione. Nel 2019 ho assunto la titolarità dell’azienda dando una netta svolta a partire dal nome”.

Nasce infatti l’Az. Agr. Tundo Sebastiano che da subito si rende protagonista di un modello di agricoltura moderna, etico e sostenibile che alla tradizione ereditata unisce un’attività di ricerca e sviluppo per la sperimentazione di nuove colture con la collaborazione dell’Università di Piacenza. Sotto la guida di Sebastiano l’azienda raggiunge i 120 ettari di superficie coltivabile convertendo tutta l’azienda a coltura biologica. Un’importante evoluzione a cui si aggiunge l’attività che rappresenta il fiore all’occhiello dell’azienda: la filiera della quinoa biologica italiana nata nel 2019 con il marchio QUINR.

Il 2021 è stato l’ anno più caldo nell’ultimo secolo e questo ha determinato una resa bassa della quinoa. Tuttavia a causa del crescente trend per un’alimentazione sana e consapevole, orientata al consumo di superfood, la richiesta di quinoa continua a essere in aumento.

Una crescita di domanda a cui l’azienda è già preparata a rispondere. “Prevediamo di passare da 60 ettari coltivati con una produzione di circa 300-400 q.li del 2021, a 200 ettari con una produzione tra i 2.000 e 3.000 q.li, nel 2022. I coltivatori coinvolti sono oggi circa 20 e 5 aziende partner, con previsione di aumento”, spiega Tundo. Dunque un’estensione delle aree coltivabili, pensata per continuare a garantire lo sviluppo della linea QUINR, lanciata con successo nei più importanti eventi fieristici italiani tra cui Cibus, Sana e TuttoFood. La gamma oggi comprende 13 nuove referenze lanciate da QUINR di cui 5 novità assolute sul mercato: quinoa soffiata al cioccolato, cracker, penne riso integrale e quinoa, fusilli sorgo e quinoa e mezze maniche mais e quinoa. Tutti prodotti naturalmente senza glutine, ad eccezione dei crackers su cui l’azienda ha in corso prove e sperimentazioni.

Il futuro e lo sviluppo dell’azienda si giocheranno anche su un altro versante, quello tecnologico. Con un importante investimento di 200 mila euro nel 2022, verranno introdotti macchinari di nuova generazione in ottica Industria 4.0 per ottimizzare la lavorazione, la selezione, lo stoccaggio della quinoa anche in vista della certificazione IFS a garanzia dell’aumento degli standard qualitativi dell’azienda.

Inoltre, sempre nel 2022 verrà installato un impianto fotovoltaico da 70 KW così da rendere autosufficienti da un punto di vista energetico tutti i macchinari presenti in azienda per la lavorazione dei prodotti senza glutine, perseguire quella sostenibilità che è stato sempre uno dei capisaldi dell’azienda.

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