La Grande Distribuzione Organizzata Food è da tempo interessata da importanti trasformazioni, in atto ancora prima dell’emergenza pandemica, con un impatto significativo su alcune funzioni organizzative specifiche che hanno aumentato la loro strategicità e ottenuto un ruolo sempre più di rilievo all’interno degli ecosistemi di valore GDO – in particolare HR, logistica e IT. Con la loro aumentata rilevanza, queste funzioni e le loro attività offrono nuove sfide e opportunità per le organizzazioni e le persone.
Per questo, Gi Group, la prima multinazionale italiana del lavoro, in collaborazione con ODM Consulting, la società di consulenza HR di Gi Group, ha ritenuto importante realizzare un’analisi strategica di questa industry volta a individuare le principali evoluzioni organizzative in atto nel settore, che occupa oltre 300.000 persone (dato MISE, 2019) e che ha registrato un fatturato di circa 120 miliardi (2020).
Come emerge dallo studio, sono 5 le professioni più ricercate nel settore. Nel dettaglio,
- Professionalità di lavorazione merce e servizio al cliente (macellai, pescivendoli, fornai…) – particolarmente difficili da reperire anche perché solo pochi centri a livello nazionale offrono formazione di qualità.
- Professionalità per gestione ciclo di vita prodotto private label – profili che in alcuni casi sono già stati cercati e inseriti, in altri casi professionisti che le aziende hanno in previsione di andare a inserire nel loro organico.
- Figure di responsabilità per i Punti Vendita – figure sempre più importanti e preziose sia per l’aumentata complessità che la gestione del punto vendita richiede sia per il progressivo ricambio generazionale. A questa criticità di recruitment si cerca di ovviare principalmente con percorsi di formazione e sviluppo interno, nel caso in cui si abbiano dei candidati adatti.
- Analisti e data scientists in senso ampio e figure con competenze digital (marketing, social, eCommerce…) – professionalità non specifiche di industry, per cui la loro scarsità è spesso ricondotta alla competizione non solo interna alla GDO, ma anche con altri settori considerati più appealing.
- Figura dedicata a iniziative per il no profit/sostenibilità – seppur in un numero limitato, potrebbe essere il segnale di un possibile fenomeno che si rafforzerà.
Questa evoluzione delle competenze e dei profili è strettamente legata a fattori di contesto che stanno influendo sul settore della Grande Distribuzione Organizzata Food:
- In primis, la rilevanza che la sostenibilità ha acquisito nelle scelte delle persone e il forte legame con il comparto alimentare, considerato come uno dei settori maggiormente implicato nella possibilità di effettuare scelte sostenibili. Ciò ha un impatto sull’assortimento, e i connessi processi di acquisto e di tracciabilità, con implicazioni anche con il territorio e il “Made in Italy”, e sulla trasparenza.
- Altro elemento è quanto concerne la customer experience e la personalizzazione dell’esperienza. Sebbene la GDO sia un settore che ha visto più limitate capacità di investimento in tal senso, secondo gli intervistati l’esperienza omnicanale abilitata dalle tecnologie avrà profonde implicazioni sulle organizzazioni. Inoltre, la maggiore competizione sul tema sta arrivando da due tipologie di competitor ormai consolidate ma sicuramente diverse dal tradizionale operatore della GDO, e cioè dai discount e dagli operatori di delivery.
- Non ultima, la transizione digitale. In primis, la crescita dell’eCommerce in ambito food&grocery: l’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano mostra infatti come nel 2020 il volume generato dai canali online sia cresciuto dell’84% rispetto all’anno precedente raggiungendo quasi 3 miliardi di EUR, per crescere ulteriormente nel 2021 e arrivare a circa 4 miliardi. A fianco dell’eCommerce, vi è una serie di altre innovazioni e tecnologie sia di back-end sia di front-end su cui gli operatori GDO si sono attivati o stanno riflettendo. Queste le principali priorità rilevate nello studio:
• Tecnologie per il punto vendita: tecnologie di pagamento veloce, di check-out veloce, di riordino automatico di alcuni prodotti e in generale di automazione di una serie di processi;
• Soluzioni per personalizzare l’esperienza, sia fisica sia digitale, facendo leva sulla centralità del dato: CRM, loyalty cards, apps, interfacce uniche, tutto quanto possa facilitare – lato UX/UI e marketing – la proposta di un’esperienza personalizzata e unica;
• attenzione per la cybersecurity e la formazione di tutti i dipendenti su questo aspetto;
• automazione dei magazzini e della logistica, tema su cui c’è consapevolezza ma che non risulta essere in modo diffuso nelle priorità di investimento di breve termine degli operatori GDO.
“Anche la GDO Food, come evidenzia lo studio, ha affrontato le grandi trasformazioni degli ultimi anni, oltre ad essere stata in prima linea durante la pandemia e ad aver scoperto, o creato, nuove integrazioni e collaborazioni con una serie di servizi e canali innovativi – commenta Maurizio Canessa, Division Manager Retail di Gi Group – Sono identificabili evoluzioni organizzative comuni di organigramma: una sempre maggiore consapevolezza per processi decisionali veloci, che responsabilizzino, e una struttura organizzativa che possa abilitare percorsi di crescita e di sviluppo delle persone interne. Ciò ha un impatto anche sulle funzioni HR, che diventano più centrali, legate a doppio filo al business e integrate nelle sue principali sfide, dato che in molti casi le sfide della GDO diventano sfide legate alle persone: nel servizio, nella qualità, nell’esperienza, nella fidelizzazione di consumatori e collaboratori”.