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Lun. Dic 23rd, 2024
da sx Stefano Berni, Direttore Consorzio Grana Padano - Renato Zaghini, presidente Consorzio Grana Padano - Giancarlo Giorgetti Ministro per lo Sviluppo Economico (1) (1)

Il Grana Padano ha consolidato il suo primato di formaggio DOP più consumato nel mondo anche in due anni difficilissimi per gli effetti della pandemia, superando la soglia di 5,2 milioni di forme prodotte e con un export in costante crescita. E lo ha fatto nonostante il perdurare di difficoltà ed ostacoli. Pesa inoltre anche sul piano economico la drammatica situazione provocata dall’invasione dell’Ucraina, con un’emergenza umanitaria che ha già visto il Consorzio Grana Padano confermare il suo impegno costante nella solidarietà, con un contributo di 200mila euro alla Croce Rossa Italiana.

Da questa analisi il presidente del Consorzio Tutela Grana Padano Renato Zaghini è partito stamane nell’incontro tenutosi nella sede di Desenzano del Garda (BS) tra il CdA consortile ed il Ministro allo Sviluppo Economico, on. Giancarlo Giorgetti, invitato all’evento.“Le imitazioni del Grana Padano come di tutti i marchi DOP e IGP più conosciuti nel mondo sono una piaga antica, che supera in valore sui mercati esteri quello dei prodotti autentici – ha sottolineato ZaghiniQuindi, aumenta l’esigenza di una maggior tutela e di una decisa difesa non solo dalle contraffazioni, ma soprattutto dalle evocazioni e dalle imitazioni ingannevoli che in Italia e nel mondo sottraggono rilevanti spazi di mercato ai prodotti ad indicazione geografica”.

Il ministro Giorgetti a margine del CDA del Consorzio Grana Padano

Se al di fuori della UE vanno cercati accordi bilaterali con i paesi dove più forte è l’export, sul mercato italiano si deve estendere la tracciabilità, anche a tutela del consumatore. “Chiediamo che nella distribuzione i prodotti DOP siano separati dai similari e proposti in modo riconoscibile – ha ribadito il presidente del Consorzio – e insistiamo perché nei menù degli esercizi che offrono ristorazione siano indicati con chiarezza gli ingredienti usati in cucina con il loro marchio. Parliamo di un settore importante, visto che il 36% dei pasti è consumato fuori casa”. Questo fenomeno dell’italian sounding è cresciuto anche attraverso Internet. “Il modo in cui ICAAN attribuisce i domini non è pienamente compatibile col rispetto delle norme internazionalmente accettate sui diritti di proprietà intellettuale e pertanto le indicazioni geografiche risultano esposte a notevoli sfide e rischi di contraffazione e appropriazione indebita e anche WIPO, l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, potrebbe fare di più e di meglio per favorire un allargamento del riconoscimento e della tutela delle indicazioni geografiche” ha sottolineato Zaghini.

Per il Consorzio Grana Padano va inoltre ridotto il costo della burocrazia dell’Unione Europea, che pure ha voluto nel 1996 la denominazione d’origine protetta. “Sui procedimenti che riguardano le DOP, Bruxelles impone dei tempi quasi biblici, che vanno snelliti. I prodotti DOP e IGP rappresentano il 20% dell’intera produzione agroalimentare italiana e crediamo meritino una maggiore attenzione, perché ben più alto è il contributo che danno alla valorizzazione della cultura, delle tradizioni e della vitalità di un territorio, in particolare all’estero. La mole di esportazione del Grana Padano, con un fatturato dell’export vicino al 50% del totale, insieme a quello di altri importantissimi prodotti DOP ed IGP molto diffusi in tutto il mondo, la dicono lunga sull’importanza, sul prestigio e sulla visibilità che danno all’Italia intera oltre confine”.

La guerra in Ucraina rallenterà la ripresa e costringerà istituzioni e imprese a rivedere le prospettive di crescita e le tempistiche dei sostegni indicate nel PNRR, come lo stesso ministro Giorgetti ha sottolineato nella recente audizione alle commissioni parlamentari. “Il piano di ripresa e resilienza ha messo in secondo piano le DOP, ma il Consorzio Grana Padano è comunque capofila di 4 progetti con 60 aziende consorziate coinvolte e 185 milioni di interventi previsti – ha aggiunto il Direttore Generale, Stefano Berni – Condividiamo quindi l’indicazione del ministro sull’esigenza di introdurre flessibilità nell’applicazione del PNRR”.

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