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Dom. Dic 22nd, 2024
Alessandro UtiniAlessandro Utini

Continua attivamente l’impegno del Consorzio del Prosciutto di Parma per cogliere le nuove sfide della politica europea sui temi della sostenibilità.E lo fa avviando il Progetto per la Transizione Ecologica, in collaborazione con Politecnico di Milano ed Enersem.

Presentato in occasione di Cibus alla presenza del Senatore e Sottosegretario Gian Marco Centinaio, il Progetto ha l’obiettivo di porre le basi per la definizione di una politica ambientale consortile utile alle imprese del comparto per migliorarsi anche nell’ottica dei mercati di destinazione, diffondendo cultura e pratiche dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile. A partire dalcalcolo certificato dell’impronta ambientale del comparto, si affrontano diverse aree tematiche allo scopo di cogliere le opportunità nell’ambito della certificazione dello sviluppo sostenibile: con l’efficienza energetica ad esempio, elemento chiave per i prosciuttifici per il quale verranno proposte misure funzionali al miglioramento delle performance ambientali in stabilimento; e con il packaging, sia per la sua materialità sia come presidio della qualità del prodotto, identificando soluzioni in grado di favorire la riduzione dello spreco alimentare da parte del consumatore.Appena iniziato, il progetto avrà una durata di due anni e vedrà in una prossima fase anche la partecipazione di CSQA Certificazioni.

Dal 1963, anno di costituzione del Consorzio, abbiamo fatto molta strada per tutelare e promuovere il Prosciutto di Parma, ma oggi la sfida più complessa è quella di portare avanti un modello di gestione e di fare business capace di coniugare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica rispettando le norme di autenticità del prodotto.

Con questo progetto vogliamo stimolare le nostre aziende al miglioramento continuo delle loro prestazioni ambientali e rendere il Prosciutto di Parma competitivo sui mercati internazionali anche su questi temi. Promuovendo modelli di produzione e consumo sostenibili, ci poniamo ambiziosamente come apripista anche per le altre DOP del settore, per contribuire ad attuare le indicazioni della strategia Farm to Fork definita dalla Commissione Europea.

Siamo consapevoli che il percorso è lungo e impegnativo, ma abbiamo partner affidabili e qualificati che ci aiuteranno a portare a termine i nostri obiettivi, ha dichiarato Alessandro Utini, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma.

La sostenibilità e l’efficienza energetica sono la nostra missione. Le aziende che vogliono abbattere emissioni e costi in bolletta sono i nostri partner ideali. È un onore e una sfida professionale che siamo stati felicissimi di cogliere quella di supportare una realtà così importante e attenta al proprio operato, mettendo al suo servizio tutta l’esperienza acquisita nell’ambito di precedenti progetti europei nel settore agroalimentare come VIDA e LIFE TTGG, ha affermato Matteo Zanchi, socio fondatore e Ceo di Enersem.

La prima fase del progetto riguarda il calcolo dell’impronta ambientale del comparto attraverso l’applicazione della metodologia PEF – Product Environmental Footprint, un metodo basato sul Life Cycle Assessment (LCA) utilizzato al fine di quantificare la performance ambientale di un prodotto o di un servizio lungo il suo intero ciclo di vita. Un numero statisticamente significativo di prosciuttifici è coinvolto per la raccolta dei dati necessari alla quantificazione dell’impronta ambientale, in base ai quali saranno individuate le soluzioni più efficaci per migliorarne le performance ambientali.

La fase di lavoro successiva prevede, attraverso la stesura delle Regole di Categoria di Prodotto (RCP), l’attivazione dello schema Made Green in Italy per il comparto, il primo schema certificativo nazionale volontario sull’impronta ambientale di prodotto, promosso dal Ministero della Transizione Ecologica, che nasce per rendere riconoscibili sul mercato i prodotti Made in Italy di alta qualità ambientale. 

L’ultima fase si concentra sulla creazione di un software per il calcolo e la riduzione dell’impronta ambientale che consenta l’adozione di soluzioni e tecniche per ottimizzare le prestazioni dell’intero ciclo produttivo rendendo inoltre lo strumento compatibile con l’utilizzo nell’ambito del processo di certificazione Made Green in Italy. Il software sarà accessibile ai produttori che, dopo aver inserito dati e informazioni specifiche della propria realtà, riceveranno come risultato una relazione sulle proprie prestazioni ambientali; il confronto con dati di benchmark di realtà comparabili; indicazioni di miglioramento personalizzate per la riduzione dell’impronta ambientale di prodotto e per il risparmio energetico.

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