Per il secondo anno consecutivo Monini viene riconosciuta come una delle aziende più green ed etiche d’Italia, capace di guidare quella doverosa svolta nel modo di fare impresa che la società e il clima impongono. A stabilirlo, l’indagine promossa da Il Sole 24 Ore e Statista, che elegge l’impresa olearia umbra Leader della Sostenibilità 2022. Una conferma che testimonia la solidità del percorso avviato da Monini con A Hand for the Future, il piano di sostenibilità con orizzonte 2030 con cui l’impresa di Spoleto ha assunto l’impegno a guardare al futuro appunto, costruendo un modello di business in grado di generare valore condiviso con la collettività.
Un valore che Il Sole24Ore e Statista hanno misurato, su una platea di 1500 imprese attive in Italia e selezionate in base al fatturato, prendendo in esame ben 40 indicatori – 5 in più dello scorso anno – in grado di offrire una disamina completa del concetto di sostenibilità. Valutati aspetti ambientali – come ad esempio la gestione dei rifiuti, le emissioni di C02, i consumi energetici e idrici, le certificazioni – sociali – come la diversità, il numero di infortuni, la formazione dei dipendenti, i progetti sociali – e di governance aziendale – la trasparenza, la stabilità finanziaria e l’innovazione.
A superare la severa valutazione, 200 aziende – di cui solo una piccola quota attive nel settore agroalimentare – definite appunto Leader di Sostenibilità.
“Essere riconfermati Leader di Sostenibilità dopo un’indagine così approfondita e autorevole – commentano Maria Flora e Zefferino Monini, terza generazione alla guida dell’azienda – dimostra che la strada che abbiamo intrapreso va nella giusta direzione. La sostenibilità non è un traguardo, ma un percorso che dobbiamo continuare a perseguire e rafforzare quotidianamente con progetti concreti e misurabili. Non è un caso che quest’anno abbiamo deciso di presentare il nostro primo Bilancio di Sostenibilità, che sarà pubblicato a breve”.
Tra i progetti più significativi messi in cantiere dall’azienda umbra c’è Bosco Monini: un polmone verde che sta nascendo tra Umbria e Toscana da oltre 1 milione di nuovi olivi piantati prevalentemente in aree abbandonate e che rappresenta il modello di olivicoltura moderna e sostenibile che l’impresa vuole condividere. Attualmente sono state messe a terra 411 mila nuove piante coltivate ad agricoltura biologica, che entro la fine dell’anno diventeranno 600 mila, con l’obiettivo di raggiungere, se non superare, il milione di olivi entro il 2030. Un’impresa dalla valenza ambientale, ma anche strategica, poiché consentirebbe di produrre, in maniera sostenibile e rispettosa delle risorse, più olio 100% italiano, biologico e di alta qualità. Un sostegno alla produzione domestica che mai come in questo periodo storico si rivela cruciale.
Il tema del Bosco si intreccia con quello della tutela delle api: dopo aver raggiunto e superato l’obiettivo di adottarne 1 milione, Monini ha scelto di sostenere la ricerca scientifica in campo, con un progetto sperimentale che la vede al fianco di LifeGate e dell’Università di Bologna per studiare la vita delle api negli oliveti biologici del Bosco, habitat capace di garantire la tutela della biodiversità. Rimanendo in ambito ricerca si rafforza per il secondo anno la collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi per indagare, tramite il finanziamento della ricerca scientifica italiana d’eccellenza, le proprietà dell’olio extravergine di oliva. Prosegue inoltre l’impegno sull’educazione alimentare, con il progetto “Monini per la Scuola” che ha già permesso di raggiungere 900 mila bambini e ragazzi in Italia e Polonia. Attenzione al contenuto, ma anche al contenitore: sono numerosi i progetti che vedono impegnata l’azienda a ridurre, se non compensare integralmente, l’impatto ambientale delle sue bottiglie.