Da sempre TUTTOFOOD si pone come hub internazionale per l’intero comparto enogastronomico e agroalimentare, due settori che rappresentano indiscutibilmente un asset strategico anche in chiave di promozione del territorio. Grazie a espositori, buyer, partnership strategiche e alla presenza di propri ambassador, TUTTOFOOD può vantare un forte legame con alcuni dei Paesi d’oltreoceano, come USA e Canada, di cui è in grado di intercettare usi e consumi del mondo food&beverage. TUTTOFOOD monitora gli scambi con un mercato così rilevante che vale, insieme con le filiere di HostMilano dedicate al settore horeca e hospitality, oltre 6,5 miliardi di euro.
I numeri che fanno la differenza
Fiera Milano punta sul Nord America per promuovere l’interscambio dei comparti Food e Beverage. La mostra B2B per l’ecosistema agroalimentare è ormai presente da diversi anni in USA e Canada con l’obiettivo di supportare il business degli operatori su questo mercato strategico facendo networking con le associazioni di categoria e incontrando le aziende. I numeri evidenziati dai dati di ExportPlanning supportano la centralità di una manifestazione come TUTTOFOOD: tra Italia e USA nel 2021 gli scambi sfiorano i 5 miliardi di euro (4.976 milioni), dei quali oltre il 96% di export dall’Italia per un valore record di 4,8 miliardi.
Pari a circa 1 miliardo (943 milioni) invece l’interscambio con il Canada e anche in questo caso più del 97% è rappresentato da esportazioni italiane. Nel 2025 i due valori cresceranno rispettivamente a 6,4 miliardi per gli Stati Uniti, con un aumento medio annuo (CAGR) del +6,6%, e 1,3 miliardi con il Canada (CAGR +8,3%). Riguardo alle importazioni, dagli Stati Uniti il valore si è attestato l’anno scorso attorno ai 182 milioni di euro.
Le star dell’interscambio tra l’Italia e il Nord America
Interscambio tra l’Italia e Nord America? Le vere star, dopo il vino, sono i dolci e l’olio EVO. Lo confermano i dati di ExportPlanning elaborati in esclusiva per TUTTOFOOD. I prodotti preferiti provenienti dagli USA e dal Canada sono le bevande alcoliche, carne e pesce. Per quanto riguarda il mercato degli USA si assiste a una crescita a doppia cifra per le bevande alcoliche, che passeranno dagli attuali 400 milioni di euro a 700 milioni nel 2025 e per i prodotti da forno che cresceranno da 350 a 510 milioni di euro. Il prodotto food più esportato in termini assoluti, secondo i dati riportati da TUTTOFOOD, è l’olio, che valeva oltre 824 milioni di euro nel 2021 e raggiugerà i 978 milioni nel 2025 (+4,4%). A seguire l’acqua e le bevande analcoliche con 441 milioni di euro, proiettate a 561 milioni nel 2025 (+4,8%). Rappresentando circa un terzo del mercato USA (32,2%; 36,9% nel 2025), i salumi italiani spiccano in termini di quote di mercato con circa 125 milioni di euro in valore.
Le bevande alcoliche rimangono il best performer delle esportazioni anche in Canada e passeranno dai quasi 34 milioni di euro del 2021 a oltre 62 milioni nel 2025 (+12,2%). Importante l’incremento anche dei prodotti da forno con quasi il 10%, da 88 a oltre 125 milioni di euro. Come gli USA, il Canada è un ottimo importatore di olio con 97 milioni di euro che raggiungeranno 126 milioni nel 2025 (+6,7%). E anche qui i salumi italiani sono i re delle quote di mercato e rappresentano oltre un quinto del totale (20,5% nel 2021, 21,7% nel 2025).
Import Italia: balzo per bevande alcoliche e settore ittico
Le bevande alcoliche importate in Italia dagli USA, che valgono circa 90 milioni di euro secondo i dati elaborati da TUTTOFOOD su analisi diExportPlanning, passeranno a 114 milioni nel 2025. A seguire spicca l’importazione del pesce, con un valore di 37,5 milioni di Euro che arriveranno presto a 47 milioni. Sono previste inoltre forti crescite entro il 2025 per latte, latticini, riso e pasta.
Le importazioni dal Canada hanno sfiorato i 26 milioni di euro nel 2021 e per il 2025 si prevede un significativo rafforzamento fino a raggiungere quasi 110 milioni. Il prodotto più importato è il pesce, che da solo vale 18 milioni di euro. E dall’osservatorio privilegiato di TUTTOFOOD emerge per il futuro un grande balzo in avanti per i prodotti da forno e per le carni.
Italia: il valore dell’export
L’internazionalizzazione resta una traiettoria fondamentale da seguire per le strategie di molte aziende italiane che vedono crescere i propri fatturati grazie all’export. Dall’Italia, come già affermato in precedenza, trionfano olio, prodotti da forno e bevande alcoliche, ma non mancano esempi virtuosi che rivelano la conquista di alcune fette di mercato con prodotti innovativi. L’esempio viene dal mondo dei legumi, cereali e semi che con la proposta degli healthy snacks, ha fatto registrare all’estero una crescita negli ultimi 5 anni, con focus in particolare in Nord America. Alcune realtà dello stivale reinterpretano infatti la categoria “legumi e semi” attraverso soluzioni vegetali pensate per rendere questi alimenti fruibili a tutti, nei diversi momenti della giornata, con linee a rapida cottura e ready-to-eat. Tra i prodotti che maggiormente rappresentano l’Italia non poteva non essere citata la pizza. In generale, tra i produttori di surgelati interpellati da TUTTOFOOD, è emerso un rialzo dei consumi, in particolare proprio delle pizze. La richiesta di nuovi formati, ricette e ingredienti è continua, perché i gusti in fatto di pizza sono molto diversificati e i consumatori richiedono la stessa varietà di proposte che trovano in pizzeria. È quindi necessario fare ricerca, sia negli impasti sia nei gusti, intercettando le richieste di quel mercato specifico per lanciare nuove farciture, valorizzando materie prime e ingredienti tipici italiani. Il tutto con un occhio attento a chi segue particolari regimi alimentari (veg, gluten free, lactose free). Per alcune realtà italiane del settore, l’export vale infatti più del 70% del fatturato e si concentra soprattutto in USA.
Turismo enogastronomico italiano: volano per la crescita del comparto agroalimentare
Un altro ambito di possibile crescita per l’export del Food e Beverage italiano viene dal turismo enogastronomico. Secondo l’ultimo Rapporto dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, l’Italia vanta il primato europeo per prodotti certificati (IG) – 814 a novembre 2021 – e il valore economico delle produzioni certificate ha toccato i 16,6 miliardi di euro nel 2020. La rete agrituristica italiana conta oltre 25 mila aziende, con vino e olio come prodotti che muovono il maggior interesse, anche grazie alle “strade” dedicate. La novità degli ultimi anni è il forte orientamento al biologico dei turisti enogastronomici, ma anche i micro-birrifici e i “musei del gusto” che attraggono un turismo internazionale sempre più legato al contesto, alla conoscenza del territorio e dei suoi prodotti. Il patrimonio agroalimentare e vitivinicolo italiano diventa dunque portavoce del made in Italy nel mondo, veicolando quella ricchezza di culture e tradizioni che caratterizza il nostro Paese nell’immaginario collettivo. Le eccellenze food sono i veri ambasciatori dei territori, aumentando la soddisfazione del turista che cerca sempre più quello che viene definito “specialty food”, ovvero un prodotto gourmet realizzato con metodi tradizionali artigianali che incontra il gusto del consumatore USA. Un elemento che ha caratterizzato il post-pandemia è infatti una nuova consapevolezza del consumatore, che non si limita più a cercare il prodotto che gli piace, ma vuole che questo provenga da aziende che rispecchino i valori e la tradizione del bello e ben fatto. Negli Stati Uniti aumenta dunque l’interesse per i singoli ingredienti prima sconosciuti. Tra questi spiccano gli aceti che stanno vivendo un momento di popolarità, soprattutto i balsamici italiani, fino ad ora poco presenti sul mercato americano.
Il tema dell’interscambio mondo su mondo sarà uno dei focus trattati a TUTTOFOOD, dall’8 all’11 maggio 2023 a fieramilano.