Riflettori puntati sul Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina (DAQ) al Forum “Food&Beverage” organizzato da The European House – Ambrosetti, in programma oggi Bormio, all’interno della sessione “Regione Lombardia: l’agroalimentare territoriale al centro della strategia di ripresa” (ore 19.30). Alla sessione partecipano, assieme al presidente del DAQ, Claudio Palladi, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e l’assessore Agli Enti Locali della Regione Lombardia Massimo Sertori.
Un’occasione per fare il punto sul ruolo strategico dell’agroalimentare e del Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina come asset chiave per l’economia e la ripartenza della Valle. Con un impatto economico di 289,5 milioni di euro sulla provincia di Sondrio e 5.200 addetti, il DAQ promuove e valorizza infatti nove denominazioni a Indicazione Geografica simbolo della Valtellina con un forte impatto sul territorio: si va dalla Bresaola della Valtellina IGP, consumata da 38 milioni di italiani e che esprime un valore di 240 milioni di euro alla produzione, ai formaggi Dop Bitto e Valtellina Casera (con un valore alla produzione di 14,5 milioni di euro), dai vini Valtellinesi DOCG, DOC e IGT (circa 3,2 milioni di bottiglie prodotte per un valore di 24 milioni di euro) alle mele della Valtellina IGP (8550 tonnellate per un valore di 8 milioni di euro) agli inimitabili Pizzoccheri della Valtellina IGP (1867 tonnellate prodotte per un valore di 3 milioni di euro). (vd. Focus 1 per i dettagli delle singole eccellenze).
Un ruolo strategico quello dei distretti agroalimentari, che contribuiscono a creare valore economico e qualitativo, che viene trasferito indirettamente alle imprese locali, anche in scenari difficili come quello pandemico. Grazie agli investimenti in promozione realizzati dal DAQ e dai Consorzi nell’ultimo triennio (in totale quasi 3 milioni di euro dal 2019 al 2021) il valore alla produzione dei cinque comparti è cresciuto complessivamente del 3,1%, passando da 280,8 milioni a 289,5 milioni di euro. Tutto questo in un contesto a forte vocazione agroalimentare, come la Lombardia, terza regione in Italia per valore economico generato da cibo e vini Dop e Igp con 2 miliardi e 73 milioni di euro per il 2020 (rapporto Qualivita – febbraio 2022) e in un territorio come Sondrio, prima provincia lombarda per prodotti agroalimentari tradizionali.
“I dati dimostrano come i distretti possano fare la differenza nella tenuta economica dei territori, restituendo valore in termini di indotto, agevolando la tenuta sociale e dando stabilità ancor di più in un periodo economico difficile come quello attuale – dichiara il presidente del Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina, Claudio Palladi -. In questo periodo, dove per la prima volta affrontiamo in contemporanea cinque fattori di crisi congiunturali come pandemia, aumento dei costi energetici, inflazione, disruption delle catene di approvvigionamento, guerra in Ucraina occorre fare squadra per promuovere il territorio e il Made in Italy, utilizzando in maniera efficace i fondi UE e del PNRR. Ciò vale ancora di più in un territorio montano come la Valtellina, dove favorire lo sviluppo delle eccellenze agroalimentari e del turismo è condizione prioritaria per sostenere l’economia. Fare squadra per valorizzare il territorio è fondamentale. Volano per la Valtellina – conclude Palladi – saranno naturalmente anche le prossime Olimpiadi invernali, un’occasione da non perdere per valorizzare sinergicamente asset fondamentali come produzione Made in Italy, territorio, sport e turismo”.
Elementi, questi che si sposano pienamente con una “beautiful valley” quale la Valtellina, ricca di borghi e dalla natura selvaggia. Un territorio lungo 200 km, al centro delle Alpi, caratterizzato da un susseguirsi di paesaggi vivi e sospesi: prati coltivati, meleti di mezza costa, vigneti terrazzati, boschi, alpeggi, praterie d’alta quota, ghiacciai in cui ogni prodotto enogastronomico è espressione di una specifica realtà e frutto di una tradizione secolare. In particolare “l’arte di costruzione dei muri a secco” è stata riconosciuta dall’Unesco nel 2018 “Patrimonio Immateriale e Culturale dell’Umanità”.
Tra gli obiettivi del DAQ, anche promuovere un’agricoltura sostenibile, che usi sempre più energia rinnovabile e sappia valorizzare la biodiversità, mantenendo un giusto equilibrio tra sostenibilità economica, sociale e ambientale. Molti i passi fatti avanti dal territorio su transizione ecologica e custodia dell’ambiente, a partire dalla produzione dei pizzoccheri, certificata “green energy 100%” dal 2009 dall’ente di controllo REECS e annoverata tra le best practice della Lombardia, fino ai vini, sempre più vicini a pratiche di agroecologia, ai formaggi Bitto e Valtellina Casera Dop, dove i produttori fungono da custodi degli alpeggi e di un intero sistema produttivo a valle, conciliando tutela della biodiversità alpina e obiettivi economici. La Bresaola della Valtellina Igp, sempre più sensibile al tema, ha puntato all’efficientamento energetico, packaging sostenibile, benessere animale e welfare, mentre il Consorzio di Tutela Mela di Valtellina si è indirizzato soprattutto su lotta integrata e riduzione dei trattamenti fitosanitari, con il 15% dei soci che ha scelto il metodo biologico.