L’Assemblea dei soci di CAAB – Centro Agroalimentare di Bologna ha preso atto nella mattinata di oggi – mercoledì 13 luglio – delle nomine del sindaco Matteo Lepore dei Consiglieri di Amministrazione CAAB: Marco Marcatili, indicato come Presidente, e Sara Maldina. Terzo Consigliere di Amministrazione sarà Giada Grandi, in rappresentanza dei soci privati. Marco Marcatili, nato a Fermo nel 1981, è un economista con esperienze consolidate nella direzione e gestione di processi di sviluppo territoriale, di rigenerazione urbana e di valorizzazione ambientale. Attualmente è Responsabile Sviluppo e Sostenibilità di Nomisma e Consigliere di Amministrazione del Fondo Ambiente Italiano – FAI. Siede inoltre nel Consiglio direttivo dell’Associazione Aree Urbane Dismesse. Sara Maldina, nata a Bologna nel 1989, è Responsabile del Servizio Coordinamento Suap e semplificazione per le imprese, Area Sviluppo economico, della Città metropolitana di Bologna. Giada Grandi, Cavaliere del Lavoro, dal 2010 è Segretario Generale della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bologna. È inoltre Consigliere di amministrazione dell’Aeroporto Guglielmo Marconi Bologna S.p.A., di TecnoHolding, Bologna Welcome, Sistema Camerale Servizi S.C.r.l.
«Sono onorato del prestigioso incarico – ha dichiarato Marco Marcatili – e ringrazio il Comune di Bologna per la fiducia. Rappresentare il Centro Agro-Alimentare Bologna è motivo di orgoglio e importante sfida professionale, sia per il ruolo che il settore agroalimentare e il commercio di prossimità eserciterà nel futuro sostenibile di Bologna, sia per l’opportunità di trasformare il CAAB in una società strumentale di territorio utile a ridisegnare il ruolo della città metropolitana nella logistica evoluta e a valorizzare la vocazione di sviluppo del quadrante Nord-Est della città».
L’Assemblea dei soci CAAB ha inoltre archiviato l’esercizio 2021 con un utile netto pari a € 242.837: lo hanno comunicato il Presidente uscente Andrea Segrè e il Direttore Generale Alessandro Bonfiglioli, precisando che il bilancio annota anche la crescita del fatturato e degli utili realizzati dalle imprese insediate. Un risultato che conferma il trend costantemente positivo degli esercizi precedenti: se il 2019 si era chiuso a quota + € 581.068, il 2020 era stato archiviato con un utile di € 534.371 (registrato con esclusione delle svalutazioni delle per aree ex Barilli e le quote Fondo PAI, Comparto A). I risultati di bilancio, costantemente positivi nell’ultimo decennio, sono andati di pari passo dal 2011 con la restituzione integrale del debito pendente nei confronti del Comune di Bologna, avvenuta il 30 settembre 2019, con un anno di anticipo e con il versamento dell’ultima tranche di € 800mila.
L’agroalimentare, quindi, come volano per il rilancio economico, sociale, ambientale: la restituzione completa del debito pregresso è avvenuta contestualmente alla realizzazione, senza nessun costo per le istituzioni pubbliche, della Nuova Area Mercatale, l’attuale struttura inaugurata nell’aprile 2016, estesa per complessivi 65mila mq, completamente orientata alla sostenibilità economica ed ambientale e autosufficiente dal punto di vista energetico grazie al vasto impianto fotovoltaico CAAB. Dal primo giugno 2022 NAM dispone di un servizio di scarico delle merci deperibili operativo 24 ore su 24 e 7 giorni alla settimana, prenotabile via whatsapp. L’ortofrutta, quindi,come motore di un sistema virtuoso per lo sviluppo sostenibile, un filo rosso che ha guidato il decennio 2012 – 2022 del Centro Agroalimentare di Bologna. Dieci anni che hanno segnato una significativa svolta nella gestione della partecipata del Comune di Bologna, in cui la sostenibilità è stata insieme obiettivo portante e metodo di lavoro.
«Oggi CAAB – spiega Andrea Segrè, Presidente CAAB dal 2012 al 2022 – è riconosciuto come modello di buone pratiche fra le realtà del comparto agroalimentare a livello europeo e internazionale sotto molteplici aspetti: ci tengo a sottolineare quelli legati alla transizione ecologica ed energetica che, assieme all’impegno concreto per la sensibilizzazione sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, rappresentano una frontiera quanto mai necessaria vista la crisi globale. A conclusione di un decennio di proficuo lavoro, condiviso con entusiasmo insieme a tutto team CAAB, il mio ringraziamento va in primis a tutti gli operatori che ogni giorno operano nel mercato, ai consiglieri di amministrazione, ai soci: una squadra che ci ha permesso di cogliere risultati importanti per la città e il sistema agroalimentare regionale e nazionale, e di portare il Centro Agroalimentare di Bologna al passo con il nostro tempo, in perfetta salute sotto il profilo economico e gestionale, e insieme attrezzandolo per i tempi che verranno e gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030. Richiamo qualche dato aggiornato: CAAB è diventato capofila del progetto GECO (Green Economy Community) per una Comunità Energetica nell’area del Quartiere Pilastro – Roveri a Bologna: si tratta della prima comunità energetica italiana nell’ambito di un’area periferica interessata anche da un quartiere popolare, un percorso avviato dieci anni fa con la realizzazione dell’impianto fotovoltaico su tetto di 110mila mtq, ai vertici europei per la sua eccezionale estensione senza consumo di suolo. Con il nuovo impianto CAAB4, in fase di realizzazione all’interno della Nuova Area Mercatale, si arriverà, dieci anni dopo, ad una estensione complessiva di 130mila mtq, aumentando la produzione di una potenza pari a 6 MWp, ovvero 6.000.000 kWh. Il Centro Agroalimentare di Bologna punta così a produrre l’energia utile per alimentare oltre 1000 famiglie per un anno, evitando l’inquinamento di circa 2 tonnellate di PM10».
«CAAB è da tempo orientato alla sostenibilità economica ed ambientale attraverso un sistema articolato di iniziative – ricorda il Direttore Generale Alessandro Bonfiglioli – Ultima in ordine di tempo, nel 2021, l’istituzione della divisione CAAB Advisory per la consulenza internazionale al go to market delle start up innovative nel settore agroalimentare. Ecotransizione significa anche impulso all’innovazione per lo sviluppo sostenibile: in quest’ottica, a coronamento del “sistema sostenibilità” CAAB ha inaugurato il suo Startup Desk, un acceleratore per idee e progetti del settore: dall’agricoltura di precisione alle colture innovative, dal settore primario, declinato in chiave smart, alla sostenibilità nella filiera del food. Ad Expo 2021, a Dubai, hanno trovato spazio le startup sostenute e accompagnate da CAAB nel loro percorso di crescita. Come Field Robotics, la startup e spin off dell’Università di Bologna finalizzata allo sviluppo di un sistema di agricoltura di precisione robotizzata per i trattamenti in campo attraverso l’interazione di droni e rover. E come Edo Radici, startup e spin off dell’Università di Pisa, e Avalon Steritech, impegnata nello sviluppo di sistemi totalmente robotizzati di sanificazione e disinfezione di ambienti pubblici in ambito alimentare e nei mezzi di trasporto pubblico. CAAB Advisory ha recentemente avviato un format commerciale per prodotti agroalimentari italiani in Cina».
«Dal punto di vista della qualità – aggiunge il neo-Direttore di mercato Duccio Caccioni – oggi CAAB può contare su 4 importanti certificazioni, correlate ai servizi erogati (compresi quelli logistici), alla qualità igienico sanitaria dei prodotti, alla sicurezza sul lavoro e all’impatto ambientale. Oggi il mercato è totalmente occupato nei suoi spazi e impiega quotidianamente circa 1500 persone, rifornendo tutte le regioni italiane con una quota in crescita del fatturato in esportazione. Senza scordare l’impegno concreto per la sensibilizzazione sui temi della sostenibilità: dal 2017 CAAB ha promosso oltre 600 eventi per la sostenibilità e l’educazione al consumo, primo fra tutti l’ormai prestigioso Bologna Award concepito in occasione di Expo 2015 e diventato fiore all’occhiello per le buone pratiche della produzione sostenibile agroalimentare. Complessivamente, 1095 giorni in prima linea e 918 ore di formazione erogate gratuitamente, mettendo in rete le più importanti realtà della cultura agroalimentare locale e nazionale. Un’attività rivolta a oltre 60mila fruitori in presenza, e molti altri su piattaforma web nel biennio pandemico, attraverso un network di 170 enti e istituzioni, primi fra tutti la FAO e il Ministero dell’Ambiente».