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Ven. Nov 22nd, 2024

Carboidrati, odio e amore degli italiani, soprattutto ad agosto quando la prova costume è ormai una realtà. Demonizzati da molti e irrinunciabili per i più, prodotti come gallette, grissini, cracker oggi si affiancano al pane negli scaffali dei supermercati e spesso lo sostituiscono nelle tavole degli italiani alla ricerca di alternative pratiche e salutari. Ma sono davvero una scelta healthy? Quando si consumano questi prodotti, perché e cosa preferiscono i consumatori tricolore? Everli – il marketplace della spesa online – ha voluto approfondire il rapporto degli abitanti dello Stivale con i carboidrati, in particolare con i cosiddetti sostituti del pane. Per farlo, ha realizzato una survey rivolta ai consumatori e ha coinvolto la Dott.ssa Manuela Nobile, nutrizionista di MioDottore, per offrire consigli nutrizionali sull’argomento.

Gallette e cracker sono i preferiti dagli italiani, soprattutto quelli realizzati con cereali misti

In base ai dati raccolti da Everli, quasi la totalità degli italiani (98%) ha consumato almeno una volta prodotti alternativi rispetto al pane. Sono soprattutto le donne (74%) e gli under 40 (65%) a preferirli, in particolare quando si parla di gallette (38,6%) e cracker (33,7%). Tra i prodotti maggiormente consumati, al primo posto quelli con cereali misti (25,7%), seguiti a pari merito dai sostituti del pane realizzati con farina integrale, segale o riso (21,8%).

Ormai parte integrante della dieta per molti consumatori tricolore, più di 3 rispondenti su 10 consumano quotidianamente le alternative del pane e circa la metà (45,5%) li porta in tavola tra le 3 e le 4 volte a settimana. Apprezzati principalmente come fonte di carboidrati durante i pasti principali (48,5%), questi alimenti accompagnano anche i brindisi estivi, inserendosi di diritto tra gli stuzzichini più amati agli aperitivi domestici per il 35,6% degli intervistati. Versatili e pratici, sono particolarmente usati anche per un pranzo al sacco quando si è in vacanza (29,7%), magari proprio da gustare sotto l’ombrellone, oppure come “schiscetta” da portare in ufficio (9,9%), poiché semplici da preparare e avere con sé.

3 italiani su 10 hanno rinunciato al pane per i suoi sostituti, ma è davvero una scelta salutare?

L’indagine di Everli mostra che il 31% degli abitanti del Belpaese ha eliminato il pane dalla propria dieta, in favore dei suoi sostituti, eppure “rimane un’ottima scelta nutrizionale, se fatto con farina di grano duro integrale e biologico, acqua, sale e pasta madre”, spiega la nutrizionista. A rendere le alternative del pane così irrinunciabili è principalmente il loro essere facilmente digeribili (34,7%) e salutari (19,8%), ma anche la soluzione prediletta da chi segue una dieta dimagrante (21,8%). Ma è davvero così? Come spiega la dottoressa Nobile, “molti di questi prodotti sono arricchiti di zuccheri, sciroppo di glucosio o fruttosio, grasso vegetale e olio di palma. È necessario sfatare il mito che i cibi dichiarati ‘light’ aiutino a dimagrire o siano più salutari. Spesso prodotti che riportano diciture come ‘a basso contenuto di grassi’ sono in realtà particolarmente ricchi di zuccheri o dolcificanti, che hanno conseguenze peggiori a livello gastrointestinale”.

Una buona alternativa per chi preferisce non consumare il pane – per scelta o per problematiche legate alla salute, come la sensibilità al glutine, al frumento o la celiachia – sono le gallette soprattutto quelle di riso integrale, grano saraceno, quinoa, miglio, amaranto. E lo sanno bene gli Italiani, che le preferiscono anche ai più golosi grissini e taralli (38,6% vs 10,9%). Da un punto di vista nutrizionale, le gallette sono un valido alleato per un pasto rapido e bilanciato, in particolare se consumante insieme a proteine e grassi. A tal proposito, la nutrizionista coinvolta da Everli consiglia di arricchire le gallette con un filo di olio di oliva Evo, della bresaola e pomodoro o dell’avocado e salmone, in quanto “abbinare tali fonti di carboidrati a verdure, proteine e grassi evita che gli zuccheri vengano assorbiti troppo velocemente e che, dopo poco, la fame torni ancora più forte di prima”.

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