“Cerco almeno 20 persone, ma nessuno si presenta nonostante la disoccupazione sia ad oltre l’8%: manutentori, magazzinieri, mulettisti, autisti, anche enologi e distillatori, soffiatori, impiegati di segreteria, operai semplici o specializzati”. E’ il grido d’allarme – ripresa da Ansa – lanciato dall’imprenditore Sandro Bottega, patron dell’omonima azienda vinicola di Bibano di Godega di Sant’Urbano, alle porte di Treviso. “La ricerca di personale – spiega, con una nota – dà risultati disarmanti: mesi e mesi per trovare persone che abbiano competenza, volontà di lavorare, disponibilità a rimboccarsi le maniche e, nel frattempo, si perdono ordini e i clienti scelgono altre strade in altri Paesi, dove le aziende riescono a consegnare con puntualità e dove il rispetto per il lavoro è maggiore. In questi primi sei mesi dell’anno abbiamo dovuto rinunciare a oltre 10 milioni di euro di ordini che avrebbero portato tasse nelle casse dello Stato, diminuito le uscite da reddito di cittadinanza e generato lavoro per altre imprese”.
Chi può lavorare “ma preferisce percepire il reddito di cittadinanza è un ladro”, attacca l’imprenditore veneto. “Certo – commenta – bisogna aiutare chi non ce la fa, ma non si deve accettare l’assistenzialismo: sicuramente va mantenuto il reddito di cittadinanza o il sussidio alla disoccupazione che è giusto ed è sempre esistito, ma al tempo stesso chi lo riceve, se la condizione fisica glielo permette, deve studiare per imparare un lavoro e deve accettare ogni opportunità che gli si presenta. Oggi siamo costretti ad assumere persone – per lo più immigrati perché altro non si trova – con esperienze e preparazione ben inferiori a quelle degli italiani, ma purtroppo questi ultimi spesso non hanno convenienza a lavorare perché mantenuti dal reddito di cittadinanza”. E aggiunge: “E non mi si venga a dire che gli imprenditori pagano poco, perché se anche può essere vero in alcuni casi, non lo è nella maggior parte delle aziende d’Italia che hanno un costo del personale di poco inferiore alla media Ue, con la differenza che il maggior cuneo fiscale italiano provoca un netto in busta paga dei dipendenti ben inferiore a quello degli altri Paesi. I politici italiani dovrebbero entrare nelle aziende e capire che cosa vuole dire fare impresa, dovrebbero aggiornare leggi obsolete che risalgono a 100 anni fa e che noi dobbiamo rispettare con conseguente perdita di efficienza, devono sapere, promuovere e tutelare il Made in Italy”; “Quando anche l’ultimo degli imprenditori sarà costretto a chiudere perché non trova personale che lavora, chi pagherà il reddito di cittadinanza?”.