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Ven. Nov 22nd, 2024

Per il settore del food, il lascito della pandemia è stato lo sviluppo del canale e-commerce: nel 2021, anche a lockdown esaurito, le vendite online hanno continuato a crescere del 17%. Secondo l’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, in collaborazione con Netcomm, se negli ultimi cinque anni la crescita media degli acquisti online è stata del 22%, quella del solo comparto alimentare è stata del 40%. Il grocery online oggi vale 1,62 miliardi di euro: soltanto nel 2019, il suo valore era di 464 milioni. E’ quanto scrive Il Sole 24 Ore.

Per crescere ancora, però, l’e-commerce alimentare deve risolvere alcune criticità nella logistica: dallo stoccaggio alle giuste temperature alla necessità di consegnare i prodotti in 24/48 ore dall’ordine, fino alle difficoltà di gestire piccoli numeri, magari meno di 10mila pezzi al mese. «Fino a qualche anno fa l’e-commerce era appannaggio di pochi grandi gruppi – racconta Vito Perrone, fondatore e Ceo di Yocabè, che assiste le aziende alimentari a sbarcare online – ora invece anche le piccole e medie imprese sono sbarcate sul Web, con un portale di vendite proprio: la sfida per loro è riuscire ad offrire un servizio di evasione degli ordini e delle spedizioni comparabile a quello di Amazon o Zalando».

Alcune di queste aziende devono affrontare il problema della catena del freddo: «Per le Pmi – dice Perrone – le criticità cominciano dalla mancanza di operatori, come corrieri e magazzini, abituati a gestire le vendite su scala. I costi della logistica, inoltre, incidono in maniera significativa sui margini dei venditori. a fronte di un costo medio dei prodotti piuttosto basso, non è raro che i costi di spedizione arrivino a erodere l’intero margine».

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