La barolista Sara Vezza, 42 anni, di Monforte d’Alba (Cn), è tra i tre finalisti del premio Ue Organic Awards, nella categoria Best Organic Farmer, un concorso voluto dall’Unione Europea per dare visibilità alle aziende virtuose nel biologico. Unica italiana in finale, è stata scelta dalla giuria speciale dell’Unione Europea insieme all’austriaca Katharina Lichtmannsperger e alla spagnola Nazaret Mateos Alvarez. Il vincitore sarà annunciato il 23 settembre a Bruxelles.
«Essere contadino significa vivere la grande responsabilità della terra che abbiamo ereditato e che lasceremo ai nostri figli – dice la vignaiola – è tempo di fare scelte serie, consapevoli e volte al futuro. Oggi alla mia generazione tocca un cambio di mentalità per ritornare a scelte sostenibili e a un’economia del non-spreco: recupero delle acque utilizzate in cantina, risposte dalla genetica su cloni resistenti alla siccità, agricoltura di precisione che riduca i consumi idrici allo stretto necessario. Ai tempi dei miei nonni si risparmiava perché non c’erano soldi. Oggi è necessario risparmiare risorse perché sono limitate. E non solo l’acqua e l’energia, ma tutte le materie prime».
L’azienda Sara Vezza, anche proprietaria del brand Josetta Saffirio, ha ottenuto la certificazione dal CCPB, metodo biologico prevede l’utilizzo in vigneto solo di prodotti di copertura dalle malattie fungine che attaccano la vite, quali rame e zolfo. Non sono ammessi pesticidi, insetticidi e diserbanti.
«Coltiviamo un bosco – racconta Sara Vezza – per immettere ossigeno nell’ambiente e creare biodiversità. È un’oasi dove gli animali selvatici possano rifugiarsi, poiché la viticoltura ha preso il sopravvento soprattutto in Langa».
Idee e un progetto di cantina che sono piaciuti a Bruxelles. L’Unione Europea premia chi pensa e agisce secondo i principi della produzione agricola biologica, influendo positivamente su clima, ambiente, mantenimento della biodiversità e benessere animale. L’Ue ha anche introdotto degli obiettivi da raggiungere entro il 2030 tra cui la riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti destinando il 25 per cento della superficie agricola al biologico.