Quale era la tua vita prima di diventare un volto noto dei social? Prima di Chef in Camicia ero un grande appassionato di cucina e, nonostante lavorassi nella società immobiliare di famiglia, la sera, insieme a Nick (Nicolò Zambello) organizzavamo dei piccoli catering per un e-commerce di food fondato da nostri amici, chiamato Lorenzo Vinci.
Mi prendevo dei pomeriggi liberi da lavoro per avere il tempo di preparare la linea con Nick e impiattare i finger food che servivano per gli eventi serali.
Facevamo anche delle lezioni private di cucina a piccoli gruppi di 4-8 persone. Da lì, una sera, io e Nick abbiamo parlato di quanto sarebbe stato bello fare qualcosa di più, e di mostrare anche in video quello che realizziamo..
Da dove nascono le ricette che presenti nei tuoi video?
Nascono da idee, da ispirazioni, ma anche da quello che ci propone il web. È bello prendere spunto da tutti questi fattori e dalle situazioni stimolanti. Certo, alla fine è fondamentale cercare di far tua la ricetta, secondo la tua idea e il tuo modo di preparare e soprattutto raccontando un po’ una storia. Si tratta sicuramente di prendere spunto da più cose, cercando di metterci un tocco personale.
Qual è il piatto al quale sei particolarmente legato?
Non voglio essere banale dicendo i panini, perché quelli sono ciò che mi dà più felicità in cucina e che riesco a raccontare probabilmente meglio. Ma devo proprio dirlo: il mio piatto preferito è la pasta al pomodoro, i primi in generale: gli spaghetti con dei sughi molto semplici sono i piatti a cui sono più legato, senza dubbio. Quindi i grandi classici.
Come hai trascorso l’ultimo anno insieme al team di Chef in Camicia e di quale progetto vai più fiero?
Sicuramente l’ultimo anno insieme a Chef in Camicia è stato molto impegnativo ma altresì molto costruttivo e bello. Ci sono sempre più persone che fanno parte di questo team, ci stiamo allargando sempre di più e quindi riuscire a trascorrere bene il tempo con tutti non è facile, perché quando si è in pochi sicuramente è semplice mantenere dei rapporti e gestire le relazioni. Diciamo che c’è grande compattezza: c’è con chi si va più d’accordo e con chi meno, ma in linea di massima l’atmosfera è molto bella, pulita e fresca. È bello vedere da fuori che i ragazzi che lavorano in Chef in Camicia sono un gruppo bello affiatato.
Per quanto riguarda il progetto di cui sono più fiero, che però non mi coinvolge in maniera troppo diretta, è sicuramente Acadèmia. Adesso, piccolo spoiler, stiamo lanciando la nostra agenzia creativa. Vedere che dalla nascita di un’idea adesso abbiamo altre due società è sicuramente una bella soddisfazione. I progetti più importanti sono le aziende che continuiamo a creare partendo comunque dalla base Chef in Camicia.
Anche i nostri clienti sono importanti, indipendentemente dalla mole di lavoro e dalla grandezza dei progetti.
Sappiamo che stai lavorando per realizzare uno dei tuoi sogni nelcassetto: puoi anticiparci qualcosa?
Questo progetto nasce dalla richiesta delle persone che mi seguono e che vedono che faccio panini. In realtà non è vero che faccio solo panini, ma le persone mi supportano e a quanto pare piaccio proprio per questo motivo.
Per questo ho deciso di cercare di creare un nuovo brand, che si chiamerà Bandito e sarà un fast food di alto posizionamento legato al mondo dei panini. Sarà un marchio molto irriverente, legato a quei cattivi che sono nell’immaginario collettivo, ma che però sono amati dalle persone. Possono essere dei banditi, quindi dei cattivi, prendono spunto da film o serie tv. Da lì partirà tutta la parte di comunicazione che andrà a raccontare questo progetto… ma non voglio dirvi di più perché stiamo cercando la location. C’è ancora un po’ da lavorare perciò non c’è ancora nulla di concreto, ma non vedo l’ora di farvi assaggiare i miei panini, così non li vedrete più solo in video ma anche dal vivo.