Abbandonare la logica dell’economia fine a se stessa, l’idea che le scelte degli individui non condizionino la vita dell’intera comunità. E diventare, al contrario, cittadini consapevoli che prendono decisioni di consumo e di investimento orientate al bene comune. Persone, cioè, che non guardano solo al proprio profitto ma all’impatto che il proprio agire ha sugli altri e sul pianeta. Nella consapevolezza che ciò che genera un guadagno individuale oggi non è detto che sia davvero un guadagno per tutti domani. È in quest’ottica di economia civile che nasce il progetto innovativo per il biologico di NaturaSì: l’emissione di un prestito obbligazionariodi 10 milioni di euro che prevede un tasso di interesse netto del 3% annuo, remunerato in buoni spesa, per diventare consapevoli che il denaro può trasformarsi in cibo attraverso progetti di sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica, tra i principali alleati per la tutela dell’ambiente, per la lotta contro i cambiamenti climatici e per la sovranità alimentare.
Il prestito obbligazionario è stato presentato oggi a Torino, nel corso di Terra Madre Salone del Gusto 2022, in un evento dal titolo “E se l’economia fosse al servizio della Terra?”, con Leonardo Becchetti, economista e direttore scientifico della rete Next Nuova Economia Per Tutti; Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì; Nazzareno Gabrielli, direttore generale di Banca Etica e Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia. A moderare l’incontro la giornalista di Radio 24, Rosanna Magnano.
“Da più di trent’anni la nostra azienda opera nel settore del biologico e del biodinamico perché per noi l’unica economia immaginabile è quella che tiene conto dell’equilibrio dell’ecosistema in tutti gli anelli della sua catena. Non c’è benessere dell’uomo senza cura della comunità e non c’è cura della comunità senza rispetto per la terra. Noi viviamo di pane, non di denaro ed è necessario generare consapevolezza sulle scelte che facciamo quando riempiamo il carrello della spesa e quando dobbiamo gestire i nostri risparmi. Noi diamo per scontato che il cibo sia sempre a nostra disposizione quando abbiamo del denaro, ma gli ultimi eventi geopolitici e finanziari ci stanno chiamando ad occuparci oggi del nostro cibo di domani, affidando consapevolmente ad agricoltori virtuosi almeno una piccola parte dei nostri risparmi”, commenta Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì.
Il progetto si inquadra perfettamente in quella che ormai viene definita “economia generativa”. “Si tratta di un nuovo filone della finanza che rappresenta una vera e propria rivoluzione perché presuppone che l’obiettivo dell’investimento non sia più soltanto ottenere il massimo profitto senza preoccuparsi delle conseguenze. L’obiettivo, invece, è generare un impatto sociale e ambientale positivo. Questo tipo di finanza ha prodotto quelle che chiamo emissioni di scopo: possono essere, ad esempio, green bond o social bond, emissioni nelle quali si prende un impegno con i finanziatori affinché i soldi raccolti siano investiti in progetti con un ampio impatto sociale o ambientale. Questo settore sta crescendo moltissimo e producendo risultati importanti: continuare a lavorare lungo questa strada, trovando anche nuovi obiettivi da porsi, ritengo sia molto molto importante”, spiega l’economista Leonardo Becchetti.
Le somme raccolte con il prestito obbligazionario, infatti, saranno impiegate da NaturaSì per sostenere le aziende agricole e quelle di trasformazione nel migliorare le proprie strutture e fare investimenti a medio termine. Una parte del prestito verrà destinata alla ricerca e alla formazione di agricoltori, oltre ad accompagnare i più giovani a svolgere la propria attività nell’ambito dell’agricoltura biologica. Si tratta, insomma, di uno strumento finanziario che dà la possibilità agli investitori di essere protagonisti attivi di un processo economico più equo, più sano e, soprattutto, in grado di garantire il cibo di oggi e di domani, creando una vera e propria comunità del cibo che parte dall’impegno e dalla volontà dei consumatori.
“Siamo in una fase di cambiamento, che lo vogliamo o no, esso avverrà: a noi la decisione di essere parte della soluzione o del problema. Abbiamo bisogno di una politica che esca dalla logica del XIX secolo per entrare pienamente nel futuro che vogliamo: ispirato a valori di giustizia sociale, democrazia, eguaglianza e libertà.
Anche l’economia e la finanza, così resistenti ad un profondo cambiamento, dovranno fare i conti col futuro: incentivare le capacità di ciascuno affinché a tutti sia data la possibilità di un pieno sviluppo delle proprie potenzialità, abilità e aspirazioni. Il paradigma che applichiamo al cibo, buono pulito e giusto per tutti, può applicarsi ad ogni aspetto della vita umana perché ha in sé il germe di un umanesimo ecologista, si ispira alle origini della vita stessa: la madre Terra, fonte di nutrimento e vita per tutti, indiscriminatamente”, dichiara Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia.
Il prestito è nato in collaborazione con Banca Etica che da oltre 20 anni lavora per sviluppare strumenti e servizi finanziari capaci di sostenere l’economia civile, pulita e inclusiva e di rendere i risparmiatori sempre più consapevoli e protagonisti dell’uso del loro denaro anche indirettamente, dando evidenza delle singole realtà finanziate e dell’impatto che generano. “L’agricoltura biologica è uno dei settori produttivi cui la finanza etica guarda e in cui investe da sempre con grande attenzione, perché l’accesso a cibo sano e prodotto senza impoverire la terra è cruciale per il futuro del pianeta e per la salvaguardia di alcuni diritti fondamentali. Banca Etica è partner di EcorNaturaSì da molti anni ed è una soddisfazione per noi poter presentare al Salone del Gusto-Terra Madre l’innovativo strumento finanziario che abbiamo progettato insieme, per permettere a chi lo desidera di sostenere l’ecosistema di aziende agricole biologiche e di trasformazione, acquistando obbligazioni il cui tasso di interesse è remunerato in buoni spesa. Un prodotto finanziario che rispetta tutti i requisiti di salvaguardia del cliente previsti dalla normativa, ma che aggiunge anche una destinazione precisa e concreta. È la prima volta che viene offerto al pubblico un investimento remunerato in cibo. Ci sembra un modo molto concreto per rendere tangibile la reale finalità degli strumenti finanziari: mettere al centro non la dimensione finanziaria fine a se stessa, ma quella dell’economia reale e – in questo caso – la produzione agricola che garantisce un futuro migliore alle persone e al pianeta”, spiega Nazzareno Gabrielli, direttore generale di Banca Etica.