E’ morto Vittorio Vallarino Gancia. L’imprenditore aveva 90 anni ed era erede dell’omonima casa fondata nel 1850 dal bisnonno Carlo, creatore del primo spumante italiano.
Alla guida dell’azienda fino al 1996, della quale è diventato poi presidente onorario, è stato per lungo tempo presidente dell’Unione italiana vini e Cavaliere del lavoro.
Negli anni settanta- ricorda Rainews – fu anche il protagonista di uno dei più noti sequestri da parte delle Brigate Rosse. Gancia fu rapito il 5 giugno non distante da casa, tra Canelli e Acqui terme: per la prima volta, con lui prigioniero, l’organizzazione terroristica chiese un riscatto, all’epoca di un miliardo di lire.
Il rapimento si risolse in un drammatico conflitto a fuoco il giorno dopo il sequestro nel luogo dove Gancia era tenuto nascosto, una cascina a Spiotta d’Arzello, vicino ad Acqui Terme: nello scontro tra i brigatisti e le forze dell’ordine morirono Mara Cagol, all’epoca moglie di Renato Curcio, e il giovane carabiniere Giovanni D’Alfonso.
Il caso è stato riaperto recentemente dietro la richiesta del figlio di D’Alfonso per arrivare a ricostruire l’esatta dinamica degli eventi e a dare una identità al brigatista che scappò in seguito alla sparatoria avvenuta il 6 giugno del 1975.