Gli italiani rinsaldano il rapporto con la casa e ritrovano il piacere e la voglia di cucinare, un’opportunità per coinvolgere i figli, con un doppio vantaggio: educarli ad una sana alimentazione e stimolare autostima e creatività. Gli esperti parlano di “cooking therapy” e accendono i riflettori sull’importanza dell’educazione alimentare, fin da piccoli, senza tralasciare il pesce. La psicologa Gaia Vicenzi: “Coinvolgere i bambini ha tanti benefici: favorisce la calma, allena l’autostima, rinsalda l’educazione e li abitua a mangiare bene. Come introdurre il pesce? Tonno in scatola e conserve ittiche, in quanto prive di lische e più gustose, possono essere ingredienti di polpette o primi piatti”
Voglia di maggiori spazi domestici, grande attenzione alla sostenibilità economica ed energetica, ricerca di qualità della vita: gli italiani rinsaldano il rapporto che hanno con la loro casa, che diventa ancora più importante nelle loro vite. In particolare, secondo l’indagine CasaDoxa 2022, oggi 7 italiani su 10 (68%) italiani passano più tempo in casa facendo anche attività che prima non facevano: un 33% pranza più spesso a casa, il 36% cena con più frequenza tra le mura domestiche, il 42% in più guarda film e serie tv. Allo stesso tempo, abbiamo un +31% che lavora a casa e un +26% che si allena tra le mura domestiche per tenersi in forma. In sintesi, si sta affermando una nuova “progettualità del buon vivere”: la casa risulta essere un luogo più individuale, in cui si sta con la famiglia e ci si dedica a cucina, hobby e giardinaggio. Una condizione che può diventare un’opportunità per dedicare maggiore attenzione e tempo alla preparazione di cibi più salutari e più gustosi, coinvolgendo i figli, con un doppio vantaggio: educarli ad una sana alimentazione e stimolare autostima e creatività, come garantiscono gli esperti.
CUCINARE INSIEME AI FIGLI È UN TOCCASANA EMOTIVO, FIN DA GIOVANE ETÀ
È provato che cucinare insieme è un toccasana contro lo stress, tanto che gli esperti parlano di una vera e propria forma di cura basata sulla preparazione attiva di piatti e ricette: la “cooking therapy”, diventata oggetto di studio scientifico. Non solo l’atto di cucinare con tutte le sue gestualità sarebbe meditativo di per sé, ma secondo alcuni studi ci sarebbe anche un collegamento tra una dieta sana e livelli più alti di serotonina, il cosiddetto “ormone della felicità”. Un po’ come a dire: “dimmi come mangi e ti dirò quanto sei felice”. Questo vale ancora di più se si cucina in famiglia, con i propri figli, perché a trarne maggiore giovamento sarebbero soprattutto loro, a livello psicologico, creativo e fisico: “Coinvolgere i ragazzi in cucina ha dei benefici raddoppiati: favorisce la calma, stimola la creatività, allena l’autostima e rinsalda l’educazione emotiva, fin da giovane età – afferma Gaia Vicenzi, psicologa e psicoterapeuta. La cucina inoltre può essere un ottimo stimolo per allenare i sensi, la funzione motoria e l’intelletto. Vedere i figli felici di pasticciare e leggere nei loro occhi la meraviglia è una cascata di sostanze della calma, del benessere e del piacere nel nostro cervello, favorendo la produzione di ossitocina, serotonina e dopamina. Soprattutto nei primi tempi, è fondamentale stimolare la loro curiosità e il loro desiderio di “avventurarsi” in qualcosa di nuovo. Per prima cosa, prepariamo insieme la lista della spesa. Durante la preparazione è fondamentale poi incoraggiarli e gratificarli man mano che eseguono le diverse operazioni, sottolineando quanto sia utile il loro aiuto”.
EDUCARE I RAGAZZI A MANGIARE PESCE: IL TONNO IN SCATOLA AL CENTRO DELLA CUCINA DI FAMIGLIA
Inoltre, abituare i figli a cucinare insieme consente di educarli ad un’alimentazione sana e di inserire, sottoforma di gioco, quegli alimenti che generalmente non mangiano di buon gusto. “Sono molti i ragazzi che si rifiutano di mangiare pesce che, invece, per una corretta alimentazione, deve essere assunto tre volte a settimana – prosegue la psicologa e psicoterapeuta. È indispensabile che i genitori trovino il modo di introdurlo nella dieta. Ad esempio, le conserve ittiche (tonno, alici, sgombri, salmone e sardine), in quanto prive di lische e più gustose possono essere utilizzate come ingredienti per polpette, crocchette o spiedini o come protagoniste di un primo piatto”.
IL NUTRIZIONISTA: “CONSERVE ITTICHE PREZIOSE PER L’ALIMENTAZIONE DEI GIOVANI”
Pratiche e convenienti, senza spine, gustose e delicate, si prestano a tante preparazioni, con un ridotto apporto calorico: sono tanti i punti di forza delle conserve ittiche. Questi plus permettono di introdurle facilmente nell’alimentazione dei ragazzi. “L’utilità delle conserve ittiche, nell’alimentazione dei giovani ha a che fare prima di tutto con la qualità del prodotto, perché attraverso le conserve ittiche si introducono alimenti a elevato valore proteico e di grassi buoni – afferma Luca Piretta, nutrizionista e specialista in Gastroenterologia all’Università Campus Biomedico di Roma. Questo è fondamentale per i ragazzi, intanto perché hanno una vita più attiva dal punto di vista fisico e motorio e nello sviluppo fisiologico della massa muscolare, legato alla crescita, l’apporto di proteine di alto valore biologico ed elevata qualità è fondamentale. Lo stesso vale non solo per l’attività fisica ma anche per quella mentale (penso agli studenti che hanno un grosso impegno intellettuale): avere un apporto proteico e di acidi grassi buoni come gli omega 3 è fondamentale perché hanno un ruolo positivo sullo sviluppo mentale e sull’agevolare i percorsi neuronali”.
TONNO IN SCATOLA, UN APPORTO PROTEICO ELEVATO IN UN ALIMENTO COMODO E ACCESSIBILE
“Per praticità, comodità, aspetti nutrizionali e qualità, la scelta di inserire le conserve ittiche nell’alimentazione di un giovane ha anche altri aspetti positivi – conclude Piretta. In particolare, per i ragazzi, tra chi vive da solo, va all’università o a lavorare fuori città, avere a disposizione un prodotto di elevata qualità a livello nutrizionale ma pratico, pronto, facilmente conservabile e buono, li induce ad alimentarsi meglio, piuttosto che andare al fast food. Il tonno in scatola è un alimento comodo e a buon mercato, quindi, prepararsi a casa un’insalata col tonno e le sardine o farsi un panino con pomodoro e tonno è sicuramente salutare e garantisce un buon apporto proteico”. Il tonno in scatola è una buona fonte di proteine ad alto valore biologico (25,2 grammi per 100 grammi di tonno sgocciolato), utili per sviluppare e mantenere la massa muscolare, ma non solo. In generale, le proteine svolgono funzioni strutturali, di trasporto di nutrienti e altre sostanze, compiono attività enzimatiche e ormonali, e possono altresì essere coinvolti nella contrazione muscolare, nella risposta immunitaria e nella coagulazione del sangue. Quelle contenute nel pesce sono di alta qualità perché contengono gli aminoacidi essenziali che l’organismo non può sintetizzare e che non troviamo nelle proteine vegetali e hanno un alto valore biologico, quindi facilmente sfruttabili per la sintesi proteica. Inoltre, il tonno in scatola veicola, oltre alle proteine, anche altri nutrienti come acidi grassi polinsaturi omega 3, sali minerali e vitamine, fra tutte la Vitamina B3 e la A.