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Lun. Dic 23rd, 2024

Si torna a parlare di Nutriscore perché, in realtà, per un po’ non se ne dovrebbe più parlare. O meglio: pare che l’etichetta a semaforo sia momentaneamente scomparsa dall’agenda UE. La Commissione UE, riporta Dissapore, ha deciso di rimandare al 2024 la questione relativa alla legislazione in merito all’etichettatura europea nazionale. A dare l’annuncio è stato Paolo De Castro, europarlamentare, durante il XX Forum della Coldiretti svoltosi a Roma.

Ma cosa vuol dire che la legislazione è slittata al 2024? Semplice: visto che l’attuale legislatura scadrà a fine 2023, ecco che questa Commissione e questo Parlamento non potranno né proporre né legiferare in merito al Nutriscore e, più in generale, in merito all’etichettatura nutrizionale. Il che vuol anche dire che l’Italia avrà più tempo per cercare di convincere l’Europa che questo sistema non funziona.

Solo l’altro giorno anche Francesco Lollobrigida, il nuovo ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, si era dichiarato contrario al Nutriscore (ovviamente, lo slogan di questo ministero potrebbe essere “Francesco Lollobrigida è contrario a cose”, anche se, ad essere onesti, aveva già dichiarato ad ottobre che il Nutriscore sarebbe stato fra le sue priorità). Secondo il ministro il Nutriscore discrimina le eccellenze alimentari, finendo con il condizionare i consumatori e indirizzandoli verso altri prodotti, cosa approvata da molte multinazionali.

Per Lollobrigida, infatti, il Nutriscore avrebbe proprio questo scopo: andare contro quei criteri che hanno fatto sì che la dieta mediterranea entrasse nel patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

Tuttavia l’OMS è a favore del Nutriscore: secondo il report dal titolo “The Nutri-Score: A Science-Based Front-of-Pack Nutrition Label” con questo sistema i consumatori possono optare per scelte alimentari più salutari, riducendo così il rischio di sviluppare malattie non trasmissibili.

Per contro, però, c’è anche chi sostiene che il sistema del Nutriscore, invece che indirizzare su scelte sane, finisca solo con il favorire i prodotti ultra lavorati. E anche l’EFSA aveva bocciato l’algoritmo di questo sistema a semaforo.

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