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Dom. Dic 22nd, 2024

Il Natale si avvicina e i tempi cambiano, ma le buone maniere restano una pratica fondamentale per gestire in modo impeccabile le migliori occasioni d’incontro, a partire dalle cene e dai pranzi che gli italiani organizzeranno nelle proprie case in occasione delle festività in arrivo.

“Spesso non abbiamo tempo oppure non siamo bravi in cucina e per questo decidiamo di non invitare parenti e amici”, commenta Samuele Briatore, presidente dell’Accademia Italiana Galateo.“ In passato il Natale per molte persone rappresentava un tour de force in cucina, dove l’ansia da prestazione, la competizione e spesso anche l’obbligo erano elementi che potevano limitare la gioia, la spensieratezza e la voglia di casa e famiglia che dovrebbero essere presenti nelle occasioni natalizie”.

Il take away ancora oggi è vissuto come “poca cura” verso i nostri ospiti. Ma è ancora cosi?

La “Bibbia” delle buone maniere nel 2013: la guida Debrett afferma che ai propri ospiti a cena è lecito servire anche pietanze più tipiche del food delivery. “Non vogliamo dire di smettere di cucinare a casa – ha spiegato Jo Bryant, co-autore della nuova edizione della guida – ma se si fallisce nel preparare la cena si può sempre ordinarla e farla portare. Bisogna fare tutto con sincerità ed eleganza’’. Nel 2019 alla Casa Bianca, l’allora presidente Donald Trump, in occasione del ricevimento organizzato per accogliere i Clemson Tigers, i vincitori del Campionato nazionale di football, ordino centinaia di hamburger, patatine fritte e altro cibo proveniente da alcuni fast food di Washington. Questa decisione attribuita al Shutdown, avrebbe fatto sorridere molti. Trump disse in quell’occasione:”Penso sia il loro cibo preferito. Vediamo come va”. Sappiamo che andò bene. 

Secondo le dichiarazioni dell’ex chef reale, Darren McGrady, anche la Regina Elisabetta amava il take away. Quando era nella sua residenza a Balmoral inviava un suo incaricato nella vicina cittadina di Ballater per comprare il suo amato fish and chips in un ristorante specializzato. 

Anche Kate Middleton e il principe Willam hanno dichiarato di mangiare spesso take away, il cibo non viene ordinato a palazzo ma viene, anche in questo caso, inviato qualcuno per ritirarlo. Quindi proprio come con Uber Eats.

Quindi dopo che Trump e la Regina Elisabetta hanno sdoganato il take away proviamo a fissare un decalogo che possa coniugare il cibo a domicilio con il galateo:

1. Chi ospita paga. Quando decidiamo durante le feste o in altre occasioni di ordinare cibo d’ asporto vale la regola che chi pagherà il conto sarà chi decide di ospitare. Le altre persone possono contribuire portando, se concordato, qualche prelibatezza.

2. Take away non vuol dire plastica. Soprattutto nelle feste ricordiamo che l’apparecchiatura della tavola deve essere formale e accurata. Se decidiamo di servire cibo da asporto non vuol dire che la tavola avrà piatti di plastica e tovaglioli di plastica.

3. Il menù decidiamolo in anticipo. Evitiamo di scegliere i piatti quando i nostri ospiti saranno arrivati. Decidiamo noi il menù, premuriamoci nel momento dell’invito di domandare eventuali allergie e intolleranze, poi decidiamo un menù coerente e curato.

4. Attenzione al vino. Dopo aver scelto il menù ricordiamo di scegliere un giusto abbinamento con il vino, se non siamo degli intenditori facciamoci consigliare.

5. Prima è meglio. Meglio lavorare di anticipo, procediamo per tempo a ordinare i nostri cibi, non aspettiamo l’ultimo minuto per evitare cattive sorprese. La consegna meglio se avviene prima dell’arrivo degli ospiti.

6. La presentazione. Il cibo da asporto arriverà confezionato per garantirne una conservazione adeguata, sarà nostra cura però impiattare su piatti di portata adeguati, niente carta, niente alluminio e nessuna confezione arriverà sulla tavola. Quindi se decidiamo di ordinare una lasagna al forno, sarà importante metterle in una teglia di porcellana o in un vassoio.

7. Occhio alla temperatura. Lo sappiamo durante le feste i tempi possono allungarsi, qualche ospite arriverà in ritardo e magari i brindisi aumentano. I cibi possono freddarsi quindi sarà importante accendere il forno preventivamente in modo da portare in tavola i cibi alla giusta temperatura.

8. Take away non vuol dire poca cura. Non essere imprigionati in cucina vuol dire aver più tempo a disposizione da passare con i nostri amici e con la nostra famiglia. La cucina sarà comunque un luogo aperto e fruibile se la cena o il pranzo è famigliare. L’atmosfera a volte conta più di qualsiasi altra cosa.

9. Integrare il menù. Una buona scelta sarebbe quella di integrare il menù da asporto con qualcosa fatto da noi o fatto insieme alla famiglia, magari un piatto legato alla nostra famiglia o magari quella torta che faceva sempre la nonna. Possiamo dedicarci ad un piatto che possa essere quella coccola di quello che oggi amiamo chiamare “confort food”.

10. La tradizione è importante. Spesso quando si parla di take away si pensa a cibo etnico o cibi particolari, nelle feste natalizie evitiamo magari di portare in tavola cibi troppo ricercati o troppo legati allo street food. Pensiamo alla tradizione natalizia e alla tradizione del luogo in cui siamo. Magari se abitiamo a Trento evitiamo di ordinare sushi e se siamo a Taranto magari evitiamo di portare in tavola kebab, a volte rispondere ad un immaginario classico è un gesto di cura per mettere a proprio agio tutte le persone invitate.

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