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Mar. Nov 5th, 2024

Dalla lista della spesa per mettere sotto controllo gli acquisti d’impulso, che è diventata una abitudine per l’81% degli italiani, allo slalom tra i negozi per cercare le offerte piu’ convenienti con l’83% che punta su prodotti in promozione mentre il 72% degli italiani si reca direttamente nei discount. Sono queste alcune delle strategie salva tasche adottate in tempi di inflazione secondo lo studio Coldiretti/Censis sui comportamenti per far fronte al caro prezzi nel carrello favorito dai rincari energetici, con le difficoltà che si trasferiscono dai campi alla tavola lungo tutta la filiera.

C’è anche chi infatti nella situazione di difficoltà – sottolinea la Coldiretti – preferisce fare una spesa etica con 8 italiani su 10 (80%) che acquistano ovunque possibile prodotti agricoli italiani, perché li considerano di qualità più alta ma anche per dare supporto economico alle imprese agricole italiane. Quasi sette italiani su 10 (69%) cercano regolarmente di prodotti a chilometro zero che consumano meno carburanti e garantiscono maggiore freschezza con il 50% che effettua acquisti nei mercati dei contadini con l’obiettivo di sostenere le realtà locali, ridurre l’impatto ambientale dei lunghi trasporti e garantirsi prodotti più freschi che durano di più.

Un impegno sostenuto dalla Coldiretti con la più estesa rete di vendita diretta nel mondo con 15mila agricoltori aderenti in quasi 1200 mercati di Campagna Amica lungo la Penisola. Le difficoltà delle famiglie infatti si trasferiscono direttamente sulle imprese dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di “raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa”.

Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato tra l’altro – precisa Prandini – progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti.  Un impegno che – conclude Prandini – ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali.

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