“Al momento, insieme ai Governi di Francia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia e Portogallo, è stato predisposto un ‘non paper’ per chiedere alla Commissione di avviare un dialogo con il Governo irlandese al fine di evitare l’instaurarsi di barriere al commercio e creare allarmismi ingiustificati nei consumatori, che potrebbero avere pesanti conseguenze sulla sopravvivenza di un intero comparto”. E poi “continueremo a seguire con estrema attenzione la problematica al fine di garantire non solo il cittadino ma anche le produzioni vinicole nazionali”. Lo ha detto – ripreso dall’Agenzia Dire – il sottosegretario alle Politiche agricole Luigi D’Eramo ieri in commissione ribadendo quindi il ‘muro’ alle etichette irlandesi sulla nocività per la salute rispondendo a Stefano Vaccari del Pd.
“Riguardo alla nota vicenda sull’etichettatura delle bevande alcoliche, la posizione è netta: qualsiasi etichettatura che preveda un warning sugli effetti dannosi del vino per la salute umana è inaccettabile. Abbiamo l’impressione che chi lo propone nasconda, dietro l’alto richiamo alla tutela della salute umana, un più pratico intento di impedire ai prodotti di eccellenza italiani, qual è il vino, di imporsi nel proprio mercato”, ha detto il sottosegretario come si legge nella risposta scritta visionata dalla ‘Dire’. E ha aggiunto che “parliamo, infatti, di un complesso di obblighi per la creazione di una etichettatura specifica per i prodotti destinati al mercato irlandese che potrebbe portare le piccole e medie imprese ad abbandonare quel mercato o dissuadere gli operatori dal farvi ingresso. Rammento che tutte le misure che impediscono direttamente o indirettamente gli scambi presenti o potenziali all’interno dell’Unione europea sono restrizioni vietate dai Trattati”.
E’ partita dall’Italia una lettera al commissario europeo alla concorrenza Breton sugli “effetti distorsivi per il mercato di simili previsioni normative”. Ma “non è solo la tutela del mercato che ci interessa, ma anche verificare la veridicità della misura irlandese non essendo corroborata da alcuna evidenza scientifica sui rischi per la salute dei consumatori che variano dalle modalità di consumo, dal regime alimentare e dallo stile di vita”, ha aggiunto il sottosegretario.
“Considerato che è l’abuso di un alimento che reca pregiudizio alla salute, non certo il suo consumo moderato, è nostra intenzione promuovere una serie di iniziative di studio sugli effetti del consumo degli alimenti per la salute, coinvolgendo i migliori studiosi del nostro Paese, alcuni dei quali, peraltro, hanno già espresso il loro parere nel senso degli effetti benefici del consumo moderato di vino”. Intanto è stato aperto un canale diplomatico con Francia e Spagna “per proporre un documento condiviso che ribadisca la necessità di lavorare sulla distinzione tra consumo responsabile ed abuso di alcool, al fine di garantire un’adeguata informazione ai consumatori, evitare l’introduzione di barriere commerciali e mantenere l’uniformità e la fluidità del mercato unico europeo”. E nella riunione Agrifish del 30 gennaio 2023 Italia e Irlanda hanno dicusso per “trovare punti di condivisione e superare la diversità di vedute”.